A Cassino Corso di Formazione per Giornalisti sul tema “Etica dell’informazione e della comunicazione – Il diritto di non mentire”
Si è svolto a Cassino, nella Sala degli Abati, martedì 28 maggio, un corso di formazione per giornalisti, autorizzato e accreditato dall’Ordine dei Giornalisti del Lazio, sul tema: “L’etica dell’informazione e della comunicazione: il diritto di non mentire”. A organizzare il corso, gratuito, è stato l’Ufficio diocesano per le Comunicazioni sociali di Sora-Cassino-Aquino-Pontecorvo nella persona del direttore Don Andrea Pantone, in collaborazione con UCSI (Unione Cattolica Stampa Italiana) Lazio, Ordine dei Giornalisti del Lazio, Avvenire Lazio Sette e con la partecipazione dell’Ucid (Unione Cristiana Imprenditori Dirigenti) diocesana. Destinatari del corso: giornalisti, operatori diocesani della comunicazione, insegnanti di religione. Essendo accreditato dall’Ordine dei Giornalisti del Lazio, il corso faceva conseguire 5 crediti deontologici ai partecipanti.
La mattinata di dibattito e confronto, moderata da Don Andrea Pantone, si è aperta con il saluto di Guido D’Ubaldo, Presidente dell’Ordine dei giornalisti del Lazio, seguito da Maurizio Di Schino, presidente Ucsi Lazio, che hanno sostenuto l’importanza del confronto e dell’aggiornamento e quindi la validità del corso.
Il primo Modulo, riguardava il Messaggio di Papa Francesco per la Giornata mondiale delle comunicazioni, celebrata quest’anno il 12 maggio, sul tema “Intelligenza artificiale e sapienza del cuore: per una comunicazione pienamente umana”. A illustrarlo è stato il Vescovo diocesano Gerardo Antonazzo, che ha ben messo in risalto la grande attualità del messaggio, che tocca un tema molto discusso e ne ha sottolineato i punti salienti. Le “meravigliose invenzioni” che abbiamo a disposizione ci pongono “tra entusiasmo e disorientamento” e suscitano la domanda: Come possiamo rimanere pienamente umani e orientare verso il bene il cambiamento culturale in atto? E risponde: occorre la “sapienza del cuore”. A seconda dell’orientamento del cuore, ogni cosa nelle mani dell’uomo diventa opportunità o pericolo, perciò di fronte all’intelligenza artificiale (parola che ha scalzato il termine scientifico più corretto, machine learning) e alla sua ambivalenza, bisogna agire preventivamente per comprendere e regolamentare gli strumenti. “Anche gli algoritmi non sono neutri”. E dunque, spiega il Papa, bisogna “crescere insieme in umanità e come umanità”. L’informazione non può essere separata dalla relazione esistenziale. Nel prossimo futuro si profila il condizionamento del pensiero di tutti o che tutti partecipino alla elaborazione del pensiero. La risposta non è scritta, dipende da noi, dice ancora Papa Francesco, che conclude: la sapienza del cuore ci aiuterà per una comunicazione pienamente umana. Quelle poste dal Papa, sono tutte questioni di Etica, ha concluso Antonazzo.
La parola è andata a Danilo Paolini, Giornalista, capo della redazione romana di Avvenire, che ha ancora parlato sul tema, osservando che la situazione attuale e, in particolare, l’Intelligenza artificiale, stanno ponendo una serie di nuove questioni che impattano direttamente sulla professione giornalistica e sulla deontologia, sulla difesa della veridicità dell’informazione e del diritto dei cittadini a essere correttamente informati.
Antonio Tubiello, Dirigente Scolastico Istituto Comprensivo di Aquino, Professore di Storia della Filosofia e Filosofia Morale presso la Pontificia Università Teologica dell’Italia Meridionale, ha trattato, per il II Modulo, il tema: Da San Tommaso ad oggi, l’etica della comunicazione e il diritto di non mentire. A 750 anni dalla morte di san Tommaso la questione si pone anche in termini di etica e la sua riflessione pone delle suggestioni valide ancora oggi per gli operatori dell’informazione. Non mentire è un caso particolare del dovere morale di servire il prossimo. Nella tradizione dei manuali, derivata da san Tommaso d’Aquino, mentire è un comportamento sempre moralmente illecito. La parola è atto di comunicazione e quindi atto di carità. Vi è un debito generale di carità verso il prossimo, che comprende il mettere a disposizione quanto possediamo nella nostra mente. Ma vi possono essere situazioni in cui dire il vero può essere contrario alla carità, può far male a chi ascolta. Ciò ammette la possibilità di applicare il principio morale della gradualità nella comunicazione e definire lecita l’omissione dell’informazione o la disinformazione quando si è consapevoli che è giusto dir tutto ma poco alla volta per una possibilità ragionevole di bene.
Con Ivano Maiorella, Giornalista, componente del Consiglio di disciplina dell’Ordine dei giornalisti del Lazio, si è affrontato il tema della deontologia professionale, il diritto e il dovere di non mentire. Le situazioni sono cambiate, il giornalista non deve più consumare scarpe per andare a verificare notizie, potrebbe essere più comodo grazie alla tecnologia, ma deve stare ben attento alle trappole che può incontrare. L’informazione non è più tramite giornali cartacei, viaggia sui social e mezzi velocissimi ma mai sicuramente veritieri.
Un nuovo punto di vista è stato portato dalla giornalista Maria Cristina Tubaro, che attraverso esperienze ed esempi concreti, ha spiegato il ruolo di chi fa informazione di impresa, richiamando la necessità di dire il vero, che corrisponda alla condotta di sostenibilità dell’azienda, che ne protegga la credibilità, tenendo ben presente che nel pubblico più giovane si va affermando la tendenza a scegliere le aziende che rispettino le norme per la salvaguardia ecologica, e che il pubblico è pronto a lasciare e discreditare un’azienda che afferma, per es. di voler salvaguardare l’ambiente oppure aiutare persone bisognose, e poi scopre che ha mentito. Dunque, il comunicatore deve stare attento, come d’altronde la stessa impresa. Il rispetto della verità paga.
Ultimo relatore è stato il giornalista di lungo corso, Alessio Porcu direttore del telegiornale di Teleuniverso, emittente molto diffusa nel territorio, responsabile provinciale Ansa e docente all’Università di Cassino e del Lazio meridionale. Da gran maestro, ha parlato anche lui in modo molto interessante e fondato sull’esperienza, sulla verità nell’informazione e sui grandi cambiamenti avvenuti nel mondo dell’informazione e comunicazione.
A tirare le conclusioni della lunga e ricca mattinata di studi, è stato Don Alessandro Paone, incaricato regionale per le Comunicazioni sociali della Conferenza Episcopale del Lazio.
Adriana Letta