Si è tenuta nel pomeriggio del 7 aprile presso la basilica di San Domenico in Sora la festa della Divina Misericordia.
Il tutto ha avuto inizio con la Santa Messa con esposizione dell’Immagine di Gesù Misericordioso. Già attraverso le parole dell’omelia, i presenti, tra cui un folto gruppo di appartenenti all’associazione UNITALSI Sottosezione Sora Cassino Aquino e Pontecorvo Nord, invitati da don Felice Caló che ha presieduto, hanno avuto l’occasione per riflettere sulla figura di Santa Maria Faustina Kowalska. Infatti il celebrante, don Giuseppe Basile, si è soffermato sulla sua figura che ha saputo far conoscere la misericordia attraverso il messaggio trasmessole da oltre gli iniziali scetticismi della Chiesa sulle sue visioni. Santa Faustina che non si contentava dell’ immagine ricavata appunto dalle sue visioni perché ogni immagine è inidonea ad esprimere la pienezza di Dio seppure proprio a questo ci chiama a guardare.
Lo stesso richiamo a guardare l’Altissimo viene dalle reliquie della Santa e di San Giovanni Paolo II pure esposte per l’occasione. Fu proprio Giovanni Paolo II che nel 1992 fissò la celebrazione della Divina Misericordia per tutta la Chiesa nella prima domenica dopo Pasqua, la “Domenica in albis” ad indicarne lo stretto legame con il mistero pasquale della Redenzione. Don Giuseppe si è soffermato pure sulla figura dello scettico Tommaso che dopo aver visto e toccato, così come aveva chiesto a Cristo, fece la più bella professione di fede esclamando: “ Mio Signore e mio Dio!”, frase nella quale il “mio” non parla di possesso di Dio ma della relazione a cui ci chiama, relazione da tenere viva anche davanti alle delusioni.
La celebrazione è stata seguita dall’Adorazione Eucaristica e da un momento curato dal Gruppo di Preghiera alla Divina Misericordia della basilica con la lettura di brani dal Diario della suora polacca con spunti di riflessione, accompagnati da canti, e la recita della Coroncina alla Divina Misericordia.
Sono state poi distribuite ai fedeli immagini di Gesù che dopo un pomeriggio così intenso e partecipato non possono che non richiamare alla necessità di sentire profondamente che “ Deus caritas est” , Dio è amore.
ANNALISA GABRIELE