Famiglia, Scuola, Parrocchia, Istituzioni pubbliche… C’erano tutti domenica nella Corte del Castello, dal Sindaco alla Dirigente scolastica, dagli anziani ai bambini, perfino quelli scalcianti nelle pance delle mamme, che erano state invitate, com’è tradizione, insieme ai papà per una benedizione particolare.
La Festa della Madonna delle Grazie è stata… tante cose!
Il privilegio di “abitare” per tre giorni il Castello, “rendere grazie” con la celebrazione eucaristica, sotto il sole o nel buio della sera, “affidare” a Maria le proprie gioie e le proprie pene, “assaporare” arte, bellezza e cultura con la musica e la danza, “benedire” la vita, l’amore, l’acqua e questa città che da lassù è ancora più bella.
Don Alfredo nell’omelia di lunedì sera nella Corte del Castello ha sottolineato valore e importanza di “fare” un voto a Dio, alla Vergine Maria, ai Santi e, una volta ottenuto, di “scioglierlo” con animo grato e riconoscente.
Ed ha riportato l’esempio del Duca Ugo Boncompagni che nel 1656 chiese alla Madonna di Loreto di salvare il suo Ducato dalla peste e, ottenuta la grazia, sciolse il voto donando una lampada al Santuario marchigiano o, in tempi più vicini, rimanendo sempre nel contesto in cui eravamo, la signora Clara Viscogliosi, nonna degli attuali proprietari, per voto aprì le porte del Castello nel giorno della Festa in onore della Madonna delle Grazie, il 19 settembre, tradizione mai più spenta.
Fare un pellegrinaggio a piedi, accendere un cero gigante, andare in processione scalzi… non sono retaggi del passato, da buttar via come inutili o ridicoli, ma sono segno di una sensibilità, forse, perduta, che non ha risposte adeguate a rinnovare il rapporto d’amore tra l’uomo e Dio.
Una relazione intensa, un intreccio profondo come le gocce d’acqua “segno dell’umanità” che sull’altare, al momento della consacrazione, si mescolano al vino “segno della divinità” e se l’uomo ha ancora bisogno di Dio, Dio ha bisogno degli uomini, sempre.
Da qui l’invito a imparare a “chiedere grazie” e a “fare voti”, superando la falsa convinzione che la creatura umana possa farcela da sola.
Nel saluto finale rivolto nella grotta della Madonna di Lourdes don Roberto nel fare riferimento ai milioni di persone che al mattino avevano seguito i funerali della regina Elisabetta mostrando affetto e dolore, ha invitato ad alzare lo sguardo alla Regina del cielo e della terra creando con Lei un legame forte d’amore e di gratitudine.
LUCIANA COSTANTINI
Foto ROSALBA ROSATI