Cassino, festeggiamenti della Parrocchia S. Giovanni Battista in onore del suo Patrono
Il 24 giugno la Chiesa celebra la solennità della Natività di S. Giovanni Battista, il Precursore, colui che, come “profeta dell’Altissimo”, venne sulla terra prima di Gesù per “preparargli un popolo ben disposto”. Colui che, ancora nel seno della madre Elisabetta, pieno di Spirito Santo, sussultò di gioia quando sua madre incontrò Maria, che portava in grembo Gesù. Una persona davvero speciale. Ebbene, grazie al Parroco Don Giovanni De Ciantis e al Comitato feste, i festeggiamenti in onore del Santo Patrono a Cassino sono andati benissimo. Sono iniziati con un Triduo di preparazione che nei giorni 22, 23 e 24 giugno ha visto svolgersi momenti di preghiera con il Santo Rosario e la Celebrazione eucaristica e due serate di spettacolo in piazza con canzoni napoletane “A core a core” e balli della taranta con “I salta… pizzica”.
Il giorno della festa, dopo le due messe del mattino, la Messa solenne è stata celebrata la sera, presieduta dal vescovo Gerardo Antonazzo. Gremita la chiesa, molti i bambini-chierichetti sull’altare, presenti le autorità cittadine con il Sindaco Enzo Salera da poco riconfermato e la Giunta comunale appena insediata. Ad accompagnare e animare la celebrazione, il magnifico Coro parrocchiale “S. Giovanni Battista Città di Cassino” del Maestro Fulvio Venditti. Interessanti gli spunti di riflessione offerti dal Vescovo nell’omelia, commentando la Parola di Dio appena letta. Il primo punto su cui si è soffermato, riguardava Zaccaria, il padre di Giovanni, che aveva pregato Dio di mandargli un figlio, visto che non ne aveva e quando finalmente lo ottiene, si rende conto che i suoi desideri non combaciano affatto con i piani di Dio: lui, come molti, desiderava un figlio su cui aveva già dei progetti suoi, un po’ egoistici, invece Dio aveva un grande progetto su Giovanni: che aiutasse il mondo ad accettare la venuta di Gesù. Dio toglie la voce a Zaccaria che diviene muto, impossibilitato a parlare. Alla nascita del bambino, quando chiedono al padre che nome vuole dargli, lui scrive su una tavoletta il nome che la moglie aveva già detto: Giovanni. In quel momento egli dimostra che ha accettato il progetto di Dio, recupera la voce e di nuovo parla. Quante volte capita a noi la stessa cosa! Il secondo insegnamento proveniente dalle letture del giorno ci mostra che compito di Giovanni era di preparare a Gesù un popolo “ben disposto”. Ecco, spesso noi non siamo ben disposti ad accogliere il Signore nella nostra vita e perciò dobbiamo lavorare in tal senso sia su noi stessi sia su quanti sono intorno a noi.
Momenti significativi e profondi, di grande coesione comunitaria si sono vissuti durante la celebrazione e alla fine, prima della Benedizione conclusiva, c’è stata la preghiera a S. Giovanni Battista, davanti alla sua statua esposta con onore: si è chiesta la sua intercessione presso Dio per coloro che soffrono per la guerra, la povertà, le malattie del corpo e dell’anima. Don Giovanni ha ricordato la tradizione dell’Erba di San Giovanni, ossia l’Iperico, che veniva donato ai fedeli nei giorni di San Giovanni. All’iperico vengono attribuite proprietà antinfiammatorie, cicatrizzanti e, soprattutto, antidepressive e ansiolitiche. E proprio a queste malattie, ansia e depressione oggi molto diffuse, si è riferito Don Giovanni.
Si è poi snodata la processione con la statua del santo issata sulle spalle dai “portatori” vestiti di rosso. Apriva il corteo la Banda musicale Don Bosco del M° Marcello Bruni, poi il Vescovo e il Parroco, ministranti e lettori che animavano la preghiera, la statua del Santo, le autorità e la folla. Per tutto il tragitto, svoltosi per le strade della parrocchia, si è alternativamente cantato, pregato e seguito la musica della Banda, con qualche sosta tecnica. Due sono state le soste importanti e significative, davanti alle due Case di Cura, “Sant’Anna” e “Villa Serena”, con parole rivolte ai pazienti lì ricoverati e a tutto il personale medico e sanitario che se ne prende cura, con preghiere per loro. Al termine del suo percorso, la processione è ritornata nella piazza San Giovanni per la conclusione: ha parlato il Vescovo Gerardo che ha impartito la Benedizione e ha parlato Don Giovanni per ringraziare di cuore tutti i partecipanti, gli organizzatori, i collaboratori e insomma tutti coloro che hanno contribuito alla buona riuscita della festa. Anche a coloro che per partecipare, hanno, con sacrificio, perso la prima parte della partita in cui giocava l’Italia… Ma la festa patronale, con la sua conclusione festosa dei giochi pirotecnici, è festa di popolo, religiosa e civile, coinvolgente e capace di coagulare una comunità, di segnare profondamente la vita sociale, di regalare a tutti, di ogni età, ricordi lieti e gradevoli da conservare nel cuore e rinnovare anno dopo anno. E dunque piace a tutti e attira anche chi non è solito frequentare tanto la chiesa.
Adriana Letta