La Parrocchia di San Pietro Apostolo a Cassino unita intorno al Santo dei giovani
Una chiesa colma fino all’inverosimile, bambini anche intorno all’altare, tutti stretti stretti, ma sorridenti e gioiosi, in un’atmosfera brulicante ed effervescente, dato che – miracolosamente! – l’età media dei presenti era precipitata ai livelli più bassi grazie alla presenza di numerosissimi ragazzi e bambini, piccoli e grandi, pieni di entusiasmo. In realtà non era neppure la chiesa, chiusa già da un mese per interventi di restauro e consolidamento, era la cappella temporanea allestita nel salone parrocchiale. Ma questo non ha influito, perché la “salesiana allegria” che Don Bosco voleva c’era tutta, anche nel raccoglimento della preghiera e nell’impegno del canto.
La comunità di S. Pietro Apostolo a Cassino, dunque, come ogni parrocchia retta, nel presente o anche solo in passato, da Salesiani, il 31 gennaio ha festeggiato S. Giovanni Bosco, per ricordare il Santo che tanto amò i giovani da essere chiamato Padre e Maestro della Gioventù. E la tradizione, ovviamente, è stata pienamente rispettata. Ci si è preparati nei giorni precedenti, per poter animare bene la liturgia con canti inneggianti a Don Bosco, compresi alcuni canti nuovi, da imparare. L’animatore musicale Antonio Spigola aveva inviato sul gruppo WhatsApp i testi e le note e aveva convocato classi di catechesi e gruppi vari per le prove, fatte fino ad un minuto prima della Messa, con l’aiuto di catechisti e coristi. Il Parroco, Don Nello Crescenzi, ha presieduto la celebrazione, anche lui sorridente e pieno di gioia. Nell’omelia, adattata ai più piccoli, ha ripreso dalla biografia di Don Bosco, il sogno che fece da bambino di 9 anni esattamente 200 anni fa, spiegando ai bambini di quella stessa età che lo attorniavano, come tutti hanno un sogno fin da piccoli, che poi è un sogno di felicità. Don Bosco non capì subito il senso del suo sogno, ma durante la sua vita comprese via via che cosa il Signore e la Madonna, da lui venerata particolarmente sotto il titolo di Ausiliatrice, volevano da lui: che aiutasse, attraverso l’accoglienza e la benevolenza, anche i ragazzi più difficili per portarli a vivere bene e diventare “onesti cittadini e buoni cristiani”. È questo, in fondo, il motivo della perenne allegria, perché fare il bene dà gioia e perché con l’allegria si attira la gioventù, proprio come fece lui. Don Nello ha raccontato anche che il giorno prima, insieme ad un sacerdote salesiano venuto da Roma, era andato presso il vicino Istituto Comprensivo 3 di Cassino, che comprende la Scuola Primaria “S. Giovanni Bosco” e la Scuola Secondaria di 1° grado “G. Diamare”, per incontrare, d’accordo con la Dirigente scolastica prof.ssa Vincenza Simeone, i bambini della scuola intitolata a Don Bosco ed anche i ragazzi della Scuola media. Ed è stata una mattinata bellissima, di racconti, di canti, di gioia e di condivisione.
Prima della Benedizione conclusiva, non poteva mancare un ultimo canto speciale a Don Bosco, per la gioia di tutti. Una celebrazione molto partecipata, che ha visto la presenza dei Salesiani Cooperatori, anche quelli più anziani e che hanno qualche difficoltà a muoversi: non potevano perdersi questa occasione e i loro occhi brillavano di gioia, come sicuramente quelli di Don Bosco che guardava dal cielo.
Adriana Letta
Foto Orazio Spigola e Adriana Letta