Un’eredità che fa tremare i polsi
Il primo giorno di settembre, la Città di Aquino fa memoria del più santo trai vescovi che la sua Chiesa ha annoverato: San Costanzo. Discendente da una linea collaterale della potente e antica famiglia d’Aquino, Costanzo fu vescovo in quella che, nel 1974, divenne la Città di san Tommaso fino al 564 quando morì profetizzando un periodo oscuro per la Chiesa aquinate. Fu in ottimi rapporti con san Benedetto, tanto che il monaco ottenne dal vescovo le autorizzazioni necessarie per edificare la prima forma di monastero cenobitico sul “monte a cui Cassino è ne la costa”.
Lodato da Gregorio Magno per la profezia, Costanzo si è reso protagonista di un incontro con San Benedetto: un chierico di Aquino vessato dal demonio non riusciva a essere liberato dal male. Costanzo decise di condurlo sul sacro monte e Benedetto esaudì la preghiera del vescovo.
Gli episodi emblematici della sua vita sono stati ripercorsi dall’attuale vescovo diocesano Mons. Gerardo Antonazzo nel corso dell’omelia tenuta durante la solenne concelebrazione in occasione della solennità di San Costanzo Vescovo, titolare della Basilica Concattedrale di Aquino e compatrono della Città, venerdì primo settembre. Antonazzo, sulla scorta della liturgia festiva, ha espressamente chiesto di imitare il coraggio di Costanzo che governò la Chiesa di Aquino in un periodo storico difficile, interessato da fame, pestilenza e distruzione, a seguito dell’invasione longobarda della Città. “Sedere sulla cattedra di Costanzo – ha proseguito Mons. Vescovo – fa tremare i polsi. L’eredità del santo vescovo aquinate dovrebbe far tremare i polsi anche a voi, fedeli carissimi, che nei secoli, attraverso le vicende ricostruttive delle cattedrali, ne avete serbato il ricordo, trasmesso la memoria e generato la devozione”.
La celebrazione, animata liturgicamente dal Gruppo liturgico della Basilica e dalla Corale Sancta Caecilia, a cui hanno partecipato autorità civili e militari, è stata concelebrata dai parroci della Città, don Tommaso Del Sorbo e don Andrea Pantone, da Mons. Luigi Casatelli e da don Natalino Manna ed ha rappresentato il momento conclusivo dei festeggiamenti religiosi che si sono protratti a partire dal 29 agosto, primo giorno del triduo in preparazione alla festa. Al termine della liturgia, si è snodata per le vie del centro la processione con la statua del santo, presieduta dallo stesso vescovo che si è conclusa con la benedizione dalla loggia della Concattedrale, con la venerata reliquia del santo vescovo, alla comunità parrocchiale che gode della protezione di un grande confessore della fede cattolica trasmessa agli aquinati, che ancora oggi dimostrano in diverse occasioni e in varie forme.
La serata, allietata dal Grande Concerto Bandistico Città di Aquino, per iniziativa del Comune, grazie al contributo della Regione Lazio, è stata illuminata da uno spettacolo di fuochi pirotecnici.
Il giorno seguente, nell’ambito dei festeggiamenti civili organizzati dal Comune per l’occasione, l’Associazione Araldica Contado d’Aquino – APS ha rievocato la vita nel periodo di Costanzo differenziando in tre atti la situazione dell’Impero Romano d’Occidente, quella dell’Impero Romano d’Oriente e quella di Aquino con l’avanzata dei Longobardi. In questo contesto si è inserito l’intervento salvifico del vescovo Costanzo che ha avuto il merito di ricompattare la società civile e religiosa della Città e del territorio.
Andrea Marinelli