La parrocchia di San Giovanni Battista in Cassino festeggia il suo Patrono
Con il coraggio della profezia e la testimonianza del martirio
Dallo scorso 20 giugno, vigilia del solstizio di estate, la parrocchia di San Giovanni Battista in Cassino ha celebrato il triduo in preparazione ai festeggiamenti del Santo che essa venera. In un’atmosfera insolita, anche se divenuta ormai generale, di coraggioso e prudente approdo ad una normalità nuova, il popolo di San Giovanni ha colto con gioia l’occasione felice di riunirsi come assemblea festante, dopo il lungo e difficile periodo di lock down dei mesi precedenti.
Il primo giorno di festeggiamenti, coinciso sostanzialmente con la celebrazione delle due Messe vespertine del sabato sera, ha lanciato e lasciato ai parrocchiani un semplice ma incisivo segnale di introduzione alla Solennità dedicata al Battista: la benedizione dei canascioni – divenuta ormai per la comunità sangiovannese passaggio “istituzionale” nei giorni del triduo – immediatamente associabili al Mistero e al tempo della Pasqua, che il Precursore del Messia indica nell’Agnello portatore di salvezza all’umanità. La serata del successivo giorno di triduo dedicato al Patrono è stata allietata dai canti del soprano Annarita Scognamiglio e del tenore Pasquale Bruno, entrambi accompagnati al pianoforte dal maestro Rosario Pignanelli. Giunti dal Teatro San Carlo di Napoli per iniziativa del maestro del coro della parrocchia “San Giovanni-Città di Cassino”, Fulvio Venditti, e il supporto del parroco, don Giovanni, i tre ospiti d’eccezione hanno tenuto un emozionante concerto, che ha ricevuto gli applausi e le acclamazioni dell’assemblea.
Giorno saliente del triduo, quello della vigilia della grande Solennità, il 23 giugno. La comunità ha accolto con gratitudine, in mezzo ad essa, la presenza del Vescovo diocesano, Mons. Gerardo Antonazzo, presidente della solenne celebrazione eucaristica delle 19.00, e la partecipazione del sindaco di Cassino, Enzo Salera, e di due membri del Consiglio comunale. L’omelia del Vescovo ha preso le mosse dall’incipit lucano «Al tempo del re Erode» (Lc 1,5), apparentemente identificabile con una semplice introduzione letteraria di tipo narrativo, per mostrare l’intimo legame di questo testo col racconto del brano evangelico che narra l’uccisione violenta del Battista, avvenuta, appunto, per volere del re Erode. Il messaggio che Mons. Antonazzo ha indirizzato ai fedeli nella Messa vespertina nella vigilia della Natività di San Giovanni Battista è racchiuso tutto nelle dinamiche che hanno indotto Erode a sopprimere la voce del Battista e questi ad accettare il martirio: accogliere la persecuzione, sempre e comunque, per la difesa della verità, divina, storica e morale, scorgendone, oltre ogni potere e ideologia, la forza “profetica” che la farà gridare sempre di più, sempre più forte, oltre ogni sopraffazione e violenza. Dopo la sua benedizione sull’assemblea, il Vescovo Gerardo ha consegnato personalmente ai bambini, ai ragazzi e agli educatori del gruppo di Azione Cattolica parrocchiale i fazzoletti da collo distintivi come ricordo della conclusione dell’anno associativo, fatta volutamente cadere proprio in tale data.
Il vertice dei festeggiamenti è coinciso, ovviamente, col giorno della Solennità della Natività di San Giovanni Battista. I catechisti, uno dei pilastri portanti della comunità, hanno condotto al termine il percorso annuale, organizzando per l’occasione un pomeriggio di animazione e divertimento per i bambini e, in particolare, e i più piccini, con giochi e attività appositamente ideati per consentire il rispetto della necessaria distanza fisica prevista delle norme sanitarie. Ai catechisti e agli educatori, nonché agli stessi bambini e ai loro genitori, costantemente presenti, benché solo virtualmente, anche nel precedente lockdown, è andato il grande grazie del parroco don Giovanni. All’aperto, nel piazzale antistante la chiesa, si è tenuta, ieri 24 giugno, in modo disciplinato rispetto alle prescrizioni sanitarie pubbliche, la solenne celebrazione eucaristica in onore di San Giovanni, che ha visto anche la concelebrazione del cappellano dell’ospedale civile di Cassino “Santa Scolastica”, don Mario Colella. Una presenza nient’affatto indecifrabile, data la raccomandazione all’impegno, nobile ma non facilmente attuabile, che don Giovanni ha ripetutamente richiesto e rimarcato nella sua omelia: la cura delle infermità del corpo e dell’anima, che il tempo presente di inimmaginata vulnerabilità umana, civile, sanitaria e religiosa, ha insegnato a tutti come opera urgente, da rivolgere, in particolar modo, a coloro che, nel loro silenzioso martirio causato dalle malattie corporali e spirituali, sono esempi eloquenti di lotta per la fede e la verità. Preziosa la presenza e ormai collaudata collaborazione del diacono don Andrea Pantone che ha curato le liturgie e i ministranti, oltre ad averci guidato nella riflessione durante l’apertura dei festeggiamenti. Al termine della Messa, la statua del Santo è stata portata a spalla dai portatori della parrocchia, per un brevissimo percorso nella piazza. Congedati con la benedizione del loro Parroco, i presenti si sono goduti lo spettacolo, modesto ma suggestivo, dei fuochi d’artificio, che la comunità, grazie all’instancabile, puntuale e impeccabile impegno dei membri del Comitato della parrocchia di San Giovanni, ha potuto offrire al Santo e al suo popolo.
Foto e articolo dalla parrocchia