Ieri, nella chiesa del Divino Amore, in onore di san Pio la Messa e la processione presiedute dal vescovo Antonazzo
San Pio da Pietrelcina, il santo del Gargano, è stato sicuramente una delle figure di santità più trascinanti e attrattive nell’Italia del Novecento, oltre il cinquantennio 1918-1968. Enorme il seguito di persone, fedeli e curiosi a cui tutto il cumulo della sua esperienza esistenziale, umana e spirituale ha lasciato un forte messaggio per la propria condizione. A Sora la parrocchia della Madonna del Divino Amore, ormai da un trentennio condivide e ricalca comunitariamente le orme dell’itinerario umano e spirituale di Padre Pio. Dal 20 al 23 settembre scorso sono stati celebrati i festeggiamenti in onore del santo: un triduo di preghiera e la celebrazione eucaristica della memoria presieduta dal vescovo Gerardo Antonazzo, che ha presieduto anche la processione. L’omelia del pastore diocesano è stata interamente incentrata sulla Messa come cardine di tutta la spiritualità di Padre Pio, che nella celebrazione si immedesimava totalmente nel sacrificio eucaristico sentendo di partecipare il più pienamente possibile all’esperienza di sofferenza e di amore di Cristo. Nella nuova parrocchia del Divino Amore la diffusione del culto di san Pio ha avuto inizio nel 1994 con la presenza del sacerdote don Francesco Cancelli, segretario del vescovo Carlo Minchiatti, figlio spirituale del frate francescano. A quegli anni risale il fascino del prete per San Pio come modello di santità, nonostante le feroci contestazioni a suo carico. Quando il santo non era ancora beato, a Pontrinio già viveva una forte devozione condivisa e propagata dai membri di un gruppo di preghiera che, in contatto con il santuario di San Giovanni Rotondo, faceva riferimento alla spiritualità di san Pio. Subito dopo la beatificazione del santo del Gargano, una statua – l’attuale – di San Pio veniva accolta dalla comunità in un garage dirimpetto all’attuale edificio sacro. Oggi è radicato il culto, che suscita sempre un’ampia partecipazione da parte di molte Protezioni Civili del territorio grazie proprio all’opera del gruppo di pellegrini, composto da circa cinquanta fedeli che si riuniscono mensilmente in preghiera. Sora ha contato molti figli spirituali di San Pio, come la professoressa Francesca Mitrano, che svariate volte nella sua abitazione assistette alla bilocazione di San Pio e ne ricevette in dono della sua camicia insanguinata della flagellazione, oggi custodita dai Cappuccini di San Giovanni Rotondo, oppure la signora Giuliana Grossi, fervorosa promotrice del culto legato al santo di Pietrelcina.