Anche quest’anno la diocesi di Sora-Cassino-Aquino-Pontecorvo, nel rispetto delle norme anti-Covid, ha organizzato la Giornata diocesana per la custodia del creato strutturando l’evento in due giorni: sabato 11 e domenica 12 settembre presso la Basilica di Canneto e la sua suggestiva valle.
La manifestazione dal titolo “Maria icona della bellezza nella natura, nella vita e nel creato” è stata realizzata grazie alla consolidata sinergia tra la Caritas diocesana, il Progetto Policoro e l’Ufficio della Pastorale Sociale del Lavoro e con la preziosa collaborazione delle associazioni “Cammino di Canneto”, “Terra dei Cinque Miracoli”, UCID, Comitato S.A.LE. e GAL Parco Nazionale d’Abruzzo. Notevole il lavoro dei volontari, che hanno curato, tra l’altro, lo svolgimento in sicurezza della manifestazione.
La giornata di sabato 11 è iniziata con l’animazione e i percorsi a cura del Parco Nazionale d’Abruzzo e Molise consistente in un laboratorio sulle api e il miele, dal titolo “un giorno da impollinatori” e in una mostra di disegni dei bambini delle varie comunità parrocchiali della Diocesi, raffiguranti il creato, sotto diverse forme: natura, piante, animali, uomo, cura-distruzione del creato a cui, con grande entusiasmo hanno partecipato tantissimi bambini – oltre 150 – con le loro creazioni. Alle 15,00 si è tenuta l’esposizione delle immagini raffiguranti statue ed edicole mariane delle varie parrocchie – circa 45 – della Diocesi con la consegna ai rispettivi delegati parrocchiali dell’immagine della Madonna di Canneto da esporre il 2 ottobre in occasione della celebrazione parrocchiale della Giornata ecologica.
Uno scambio molto significativo che non resterà un episodio, in quanto, per volere del rettore della Basilica don Antonio Molle, d’intesa con il direttore della Caritas, don Akuino Toma, ideatore della iniziativa, darà vita ad una mostra permanente delle immagini mariane presso la Basilica di Canneto.
Domenica 12 alle ore 9, 00, nel rispetto del distanziamento e delle norme anti-Covid si è tenuto dalla località Don Bosco il percorso ecologico penitenziale verso la valle e la Basilica a cura della Fondazione Cammino di Canneto, e delle Associazioni “Cammino di San Francesco” e Circolo “Laudato Si’”.
Nel pomeriggio la giornata si è conclusa con il convegno dal titolo “Ecologia integrale è difesa della vita” nella sala Sant’Anna della Basilica di Canneto, che ha costituito il clou. Erano presenti il vescovo diocesano mons. Antonazzo e i relatori Padre Stefano Cecchin, presidente della Pontificia Accademia Mariana internazionale, e il prof. Alberto Gambino, presidente di “Scienza e Vita” e prorettore dell’Università europea.
Il livello scientifico ed umano delle relazioni ha significativamente colpito tutto l’uditorio rimasto affascinato dai contenuti esposti.
La conferenza, coordinata dal prof. Avv. Francesco Rabotti, direttore della Pastorale sociale e del lavoro, il quale ha evidenziato l’importanza di adottare un approccio interdisciplinare alla questione, con particolare riferimento alla attualità e vitalità della Dottrina Sociale della Chiesa quale pensiero forte utile a trovare soluzioni alla complessità dei problemi umani, individuando nella collaborazione il metodo in grado di creare armonia nella relazione tra gli uomini e tra gli uomini e il creato.
Sul punto, il sapiente intervento di apertura del vescovo mons. Gerardo Antonazzo che ha enfatizzato come il problema dell’ecologia non sia solo ambientale, ma abbracci le dinamiche complesse della relazione e della responsabilità di ognuno e che la bellezza va interpretata in senso teologico, come armonia, ed ha concluso affermando la necessità di un cambio di paradigma, di una vera e propria conversione, per effetto della quale da predatori gli uomini si facciano contemplativi, fornendo gli stimoli più elevati per i successivi interventi dei relatori.
Il leitmotif dell’armonia ha preso forma anche nelle parole del prof. Padre Stefano Cecchin, che ha individuato il dialogo interculturale quale passaggio fondamentale per la cura della relazione tra gli uomini.
Padre Stefano ha sottolineato che la teologia è una scienza viva e relazionale e che l’autentico significato di icona è quello della presenza; da questo punto di vista Maria già nel proprio nome, la cui origine è egiziana- ebraica, costituisce il punto di congiunzione tra cielo e terra.
Particolarmente toccante il passaggio in cui ha sottolineano che nel plasmare l’uomo dalla polvere anche Dio si è sporcato le mani, incoraggiando pertanto tutti gli uomini ed in particolare i cristiani a non essere indifferenti ai problemi dell’umanità e a darsi dunque da fare per rendere il mondo migliore.
Il Prof. Cecchin ha poi evidenziato che l’egoismo porta l’uomo a sfruttare la terra, mentre è necessario farla fruttare in armonia con gli uomini. È la luce interiore la condizione che crea la relazione tra Dio e gli uomini, tra gli stessi ed il creato, valore importante da riscoprire in quanto fondamento della creazione.
Il prof. Avv. Alberto Gambino, nella stessa ottica, ha proposto un focus sul ruolo delle associazioni nella promozione di un “pensiero lento”, una riflessione profonda e condivisa che consenta di tradurre il presupposto teologico – valoriale in azione concreta -, in modo da rispondere responsabilmente alle sfide della modernità. Ha poi affrontato i temi della bioetica rifacendosi alle problematiche attuali più urgenti, quali la recente sentenza della Corte di Cassazione sulla esposizione del crocifisso nei luoghi pubblici che ha riconosciuto il valore non solamente religioso ma anche culturale del segno religioso; il proponendo referendum sull’eutanasia, attualmente al vaglio della Corte Costituzionale, ponendo l’attenzione e mettendo in guardia sui delicatissimi profili giuridici che l’argomento sottende; le varie forme di dipendenza che costituiscono surrogati della ricerca di bellezza e che quindi evidenziano tematiche di carattere esistenziale a cui la società deve offrire una risposta; la differenza tra il riconoscimento dei diritti propri degli esseri umani e la tutela che va riconosciuta agli animali, per i quali, giuridicamente non può, in senso proprio, parlarsi di diritti. Ha poi ribadito che occorre saper coinvolgere l’attenzione dei giovani per far sì che possano comprendere al meglio le implicazioni future degli argomenti bioetici, ribadendo che non tutto ciò che è tecnicamente possibile è moralmente lecito.
La decisa attualità delle tematiche sapientemente trattate dagli illustri relatori ha suscitato un immediato riscontro in tutti i presenti ed in particolare nel sindaco di Settefrati, nel Sindaco di Gallinaro, nonché nel presidente UCID Sora-Cassino, che hanno infatti immediatamente colto l’occasione per rendersi disponibili ad approfondire, anche in ottica operativa, le tematiche di cura della Casa Comune.
Ringraziamenti speciali a tutti i partecipanti ma soprattutto alla macchina operativa che per mesi ha lavorato alla realizzazione delle giornate: la Caritas, nella persona del direttore don Akuino Toma Teofilo, la Pastorale sociale e del lavoro, il Progetto Policoro, l’Ufficio diocesano per l’ecumenismo, la fondazione “Cammino di Canneto”, la Basilica di Canneto, la Conferenza Episcopale Laziale e il coinvolgimento di enti territoriali come il Parco Nazionale D’Abruzzo, Lazio e Molise, il Gal, Ama e il Comitato Sale e alla stessa Basilica di Canneto, il cui rettore don Antonio Molle ha affermato come con il convegno sulla cura del Creato, il Santuario della Madonna di Canneto si è reso un vero luogo di incontro, oltre che di devozione.
La manifestazione ha rappresentato un momento di condivisione e riflessione sul tema della custodia del Creato e in particolare sul contributo che ciascuno è chiamato ad apportare nella cura della Casa Comune. L’obiettivo era quello di sensibilizzare la comunità al rispetto per l’ambiente, la stessa vita, la qualità delle relazioni, sociali ed economiche improntate alla custodia più che alla razzia del creato.
Aurora Capuano e Annamaria Di Legge
Foto: Aurora Capuano e Rosalba Rosati