Tutto è dono, tutto è grazia. Il Vescovo incontra i consacrati della Diocesi
Oggi pomeriggio, il Vescovo Mons. Gerardo Antonazzo ha incontrato, presso il Monastero Santa Scolastica di Cassino i consacrati della Diocesi proprio in occasione della Giornata dedicata alla vita Consacrata. La Coincidenza della domenica con la Presentazione del Signore al tempio, ha permesso una maggiore riflessione al cammino dei consacrati. Il Vescovo infatti nella sua omelia, ha sottolineato l’importanza della vita consacrata, l’aver risposto alla chiamata di Dio per grazia e non per merito, partecipando con pienezza alla sua vita. La vita consacrata, in riferimento alla presentazione di Gesù al tempio, è imparare a stare alla presenza del Signore, non in maniera statica ma “Esserci”, stare alla presenza del Signore con tutta la pienezza, la totalità del proprio essere.
Come non rendere grazie al Signore della vita consacrata? Anche grazie ad essa, si possono moltiplicare i frutti di santità e di operosità missionaria, a condizione che le persone consacrate conservino un inalterato fervore e lo trasfondano nelle opere apostoliche. Come Cristo si fa pane spezzato e sangue versato, così ogni cristiano – e ancor più ogni consacrato ed ogni consacrata – è chiamato a dare la vita per i fratelli, in unione a quella del Redentore. La vita consacrata sa vedere la grazia, cercare il prossimo, sperare, vedere nella propria storia il dono fedele di Dio, rinnovare lo sguardo alla luce della grazia senza cedere alla mondanità. Anche Papa Francesco ieri,nella Messa celebrata nella Basilica di San Pietro, alla vigilia della Giornata Mondiale della Vita Consacrata, nella festa della Presentazione del Signore, rivolgendosi hai consacrati ha dichiarato: “La vita consacrata è vedere quel che conta nella vita. È accogliere il dono del Signore a braccia aperte, come fece Simeone. Ecco che cosa vedono gli occhi dei consacrati: la grazia di Dio riversata nelle loro mani. Il consacrato è colui che ogni giorno si guarda e dice: “Tutto è dono, tutto è grazia”. Cari fratelli e sorelle, non ci siamo meritati la vita religiosa, è un dono di amore che abbiamo ricevuto.”
Foto Alberto Ceccon