Il 21 marzo celebrazioni a Montecassino e a Cassino in onore di San Benedetto, Patrono di Cassino e dell’Europa
I “Giorni di San Benedetto” non potevano mancare neanche in questo 2025, per quanto complicato sotto molti aspetti. Le città Benedettine strette da un gemellaggio, Norcia, Subiaco e Cassino, che da anni organizzavano insieme i Giorni, hanno comunicato quest’anno la decisione di svolgere i giorni celebrativi “in modo sommesso” per rispetto al lutto di Subiaco per la prematura scomparsa del Sindaco Domenico Petrini, lo scorso 22 gennaio. Questo dà il senso dell’unità e dell’affratellamento che si erano ormai stabiliti fra le tre città legate a Benedetto. La Fiaccola benedettina Pro Pace et Europa Una quest’anno non è stata portata in nessuna capitale europea, come era tradizione da tanti anni, ma solo nei tre comuni benedettini. Per rispetto di questo dolore condiviso, si è scelto di conferire alle Celebrazioni uno stile religioso ed istituzionale al tempo stesso, con sobrietà. Il programma ha posto al centro la vocazione benedettina di Norcia, Subiaco e Cassino e, al tempo stesso, l’Anno Giubilare, foriero di speranza.
A Cassino la Fiaccola è giunta il 16 marzo, la mattina a Montecassino e nel pomeriggio in città presso il Monumento ai Caduti: accoglienza, benedizione e lettura del Messaggio di Pace. Il 21 marzo, giorno in cui si commemora la nascita al cielo del Santo nel 547, solenne celebrazione la mattina nella Basilica Cattedrale di Montecassino, presieduta dal Card. Giuseppe Petrocchi, Arcivescovo emerito dell’Aquila.
La Basilica dell’Abbazia si è riempita di fedeli che hanno partecipato al solenne Pontificale, animato dalla Schola Cantorum Montis Casini. Per l’occasione è intervenuto anche Mons. Fabio Bernardo D’Onorio, Abate emerito di Montecassino e Vescovo emerito di Gaeta, che è stato accolto con grande calore, perché ha lasciato una traccia indimenticabile tra la gente del territorio grazie alla cura, all’affetto e all’impegno che ha messo nella sua conduzione pastorale e alle sue capacità di guida del popolo dei fedeli. A concelebrare sono stati l’Abate di Montecassino P. Luca Fallica e il Vescovo diocesano di Sora-Cassino-Aquino-Pontecorvo Gerardo Antonazzo, insieme a molti sacerdoti diocesani e ai monaci presenti. Il Presidente della celebrazione, il Card. Petrocchi, nell’omelia ha voluto dedicare particolarmente ai monaci le sue riflessioni sulle letture, ricordando gli insegnamenti sempre vivi ed efficaci del Santo Protettore di Cassino e dell’Europa. Nel primo pomeriggio i Secondi Vespri in abbazia sono stati animati dal Coro polifonico “Annibale Messore” di S. Ambrogio sul Garigliano, come da tradizione.
Nel pomeriggio è stata Cassino ad accogliere nella sua Concattedrale la Celebrazione in onore del Santo di Norcia che ha fatto conoscere al mondo intero l’Abbazia da lui fondata e la sua Regola, che negli anni ha dimostrato una straordinaria efficacia, efficienza e attualità, e grazie alla quale il monachesimo si è diffuso in tutta l’Europa e con esso il lavoro, la cultura, il progredire della civiltà.
Tutto è iniziato nella chiesa del Monastero femminile benedettino di Santa Scolastica, dove era stata portata la sacra Reliquia del Santo, il braccio che scrisse la Regola: lì si è radunato il Corteo Storico “Terra Sancti Benedicti” con le sue componenti: militi, nobili, popolani e pellegrini, con i loro splendidi costumi. Da lì ci si è mossi processionalmente per arrivare alla vicina chiesa concattedrale, con un ingresso davvero scenografico. La Banda Musicale “Don Bosco Città di Cassino” diretta dal M° Marcello Bruni ha accompagnato la processione. La Reliquia è stata portata a spalla dai portatori ed esposta in onore davanti all’altare, adornata di fiori. Così ha preso il via la solenne celebrazione eucaristica, ancora presieduta dal Card. Petrocchi e animata dal Coro “S. Giovanni Battista Città di Cassino”, diretto dal M° Fulvio Venditti. All’inizio il Vescovo Antonazzo ha fatto gli onori di casa pronunciando parole di accoglienza. Presenti le autorità cittadine civili e militari, molti fedeli accorsi per l’occasione, le Suore presenti in città e le monache benedettine. Nell’omelia, il Cardinale si è rivolto all’assemblea affermando di sapere bene che in questa “Terra di San Benedetto” la devozione del popolo al Santo è molto forte ed ha offerto una profonda riflessione su San Benedetto e sulla devozione. Essere devoti ad un Santo non significa solo chiedere aiuti e grazie e aspettarli come dovuti. Significa invece conoscere bene il Santo e impegnarsi ad imitarlo, per diventare anche noi come lui santi. In particolare si è soffermato sui concetti di perdono e di pace, perché se una persona dentro di sé ha dei problemi, delusioni, invidie, rimorsi, non ha pace, deve cercare di guarire da questo male che ha dentro; sono malesseri interiori che vanno curati; una delle cure molte volte è saper chiedere perdono, scusa e anche dare il perdono se un’altra persona ci ha recato del male. Allora si può ritrovare quella pace del cuore necessaria a vivere bene. Pace e perdono sono due parole importanti da vivere nella propria esistenza.
Al termine della celebrazione, dopo la Benedizione conclusiva, che dava l’indulgenza plenaria essendo la festa del santo Patrono, ci si è preparati per la processione con la reliquia del Santo per le vie della città. Ancora una volta, ad accompagnare la processione c’è stata la Banda Don Bosco ed anche il Corteo Storico. Al termine, ci si è fermati in Piazza Corte, davanti alla Concattedrale e lì, dall’alto della loggia del palazzo della Curia diocesana, dopo una breve riflessione del Vescovo ed un pensiero al Parroco della Concattedrale Don Emanuele assente per motivi di salute, è stata impartita dall’Abate e dal Vescovo insieme, la Benedizione alla Città e all’Europa con la reliquia di San Benedetto, loro Patrono. Così si è chiusa una giornata intensa di preghiera, di incontro, di riflessione, grazie a San Benedetto.
Adriana Letta