Le sane tradizioni che riscaldano il cuore. I presepi nella zona pastorale di Cassino
La tradizione del presepe nasce a Greccio, paese con 1500 abitanti a 700 metri di altezza, dove il fraticello di Assisi, poi San Francesco, ebbe il desiderio, 15 giorni prima del Natale 1223, di veder nascere Gesù nel presepe. Lì lontano dai clamori del mondo, nelle grotte che tanto ricordavano Betlemme, si fece rivivere il mistero che ogni anno si rinnova, il miracolo della nascita del Salvatore. Da allora è sempre viva in ogni cristiano la tradizione del presepe .
Al di la di ogni polemica, Presepe si, presepe no, nelle scuole o nei luoghi pubblici (come anche quella sulla presenza del Crocefisso),il Presepe ci ricorda la nascita di Gesù e questo è di grande importanza per il popolo cattolico, importante per il rispetto delle tradizioni e importante in un mondo dove il consumismo rischia di nascondere la vera essenza del Natale. Il Presepe tiene vivo il concetto di “venire alla luce” troppo poco sottolineato ai tempi nostri con pesanti conseguenze. Nel presepio sono racchiusi i valori che fanno emergere l’Uomo: il valore dell’essenziale: nella grotta tutto è sobrio, tutto è ridotto all’essenziale. Non c’è miseria ,ma c’è povertà e mentre la miseria degrada, la povertà educa; il valore del silenzio: E’ mezzanotte tutto intorno tace, è sempre così, nel silenzio risplende qualcosa “chi parla semina, chi tace raccoglie” ;il valore della pace: per un momento tutto il mondo è in pace, persino l’Impero Romano è in pace e Gesù nasce. Ecco l’uomo nasce nel silenzio, l’uomo nasce nella pace; il valore della gioia: ”Vi annuncio una grande gioia” canta l’angelo:”Oggi è nato il Salvatore”, dunque fare Natale significa passare alla gioia e in altre parole significa diventare intelligenti! Nessuno si è mai pentito di essere stato allegro e questo significa che la gioia è un valore indiscutibile, assoluto come l’amore. Ecco perché la gioia ci migliora sempre mentre la tristezza ci peggiora sempre; il valore della tenerezza: nella grotta tutto è tenero: tenera è Maria, tenero è Giuseppe, teneri sono persino l’asino e il bue che riscaldano Gesù. Non importa che la notte sia fredda, nella grotta ci sono cuori caldi.
Papa Francesco spesso ricorda che il presepe in se, ma anche le Sacre rappresentazioni del presepe vivente, rappresentano una grande opera di evangelizzazione, mostrando la tenerezza di Dio che si fa povero e indica la via dell’umiltà. ll presepe fa parte del dolce ed esigente processo di trasmissione della fede; ci educa a contemplare Gesù, a sentire l’amore di Dio per noi, e a sentire che in questo sta la felicità.
“Betlemme significa “casa del pane”, il presepe che facciamo nelle nostre case e nelle nostre comunità, ci ricorda che Gesù è il pane della vita: è Lui che alimenta il nostro amore , è lui che dona alle nostre famiglie la forza di andare avanti e di perdonarci.” Papa Francesco
Aurora Capuano
Foto Alberto Ceccon, Aurora Capuano, Loredana Fargnoli