Don Antonio Molle e Giovanni Rezza i vincitori di quest’anno
Dopo la sua prima presentazione pubblica a novembre presso l’Istituto Teologico Leoniano di Anagni, dove ha premiato la migliore tesi di Baccellierato discussa a giugno, l’Accademia internazionale “Ora et Labora” ha inaugurato, il 5 dicembre scorso, a Cassino, il suo primo Anno Accademico e celebrato la prima Premiazione. L’Associazione premia ogni anno personalità distintesi nei vari campi di azione sociale, allo scopo, altamente etico ed educativo, di indicare, soprattutto ai giovani, modelli concreti di riferimento. La cerimonia, officiata dal Presidente dell’Accademia e moderata dal docente UNICAS Filippo Carcione, è stata preceduta dalla lectio magistralis “Valori perenni degli imperativi benedettini Ora et Labora” di don Maurice Njuci Zihalirwa – del Congo francese, attivo nel pontecorvese e licenziato al Leoniano di Anagni – che, all’inizio del percorso associativo, con una riflessione sugli imperativi (Ora, labora et lege) del capitolo 48 della Regola benedettina, ha illustrato i valori universali umani e civili scaturiti dal benedettismo e assunti come principi ispiratori dall’Accademia che li menziona nel proprio nome. I premiati della prima edizione sono stati per le categorie “Fede e spiritualità”, “Studio e cultura”, “Lavoro ed impresa”, il sacerdote diocesano don Antonio Molle, Rettore della Basilica-Santuario di Canneto, il professor Wasim Salman, docente di discipline linguistiche e filosofiche al Pontificio Istituto di Studi Arabi e di Islamistica e Francesco Cuzzi, consigliere d’amministrazione UNICLAM, segretario Regionale CISL-Università; mentre all’interno della sezione straordinaria – di anno in anno variabile in base alle contingenze – il professore Giovanni Rezza, direttore generale della Prevenzione sanitaria presso il Ministero della Salute. La cura delle anime, la preghiera, le pubblicazioni dei “Quaderni del Santuario di Canneto”, per il primo; la promozione dell’integrazione tra l’Occidente e il Medio Oriente a partire dal dialogo culturale vivo nelle Università che ne adottano i testi, per il secondo; l’impegno a favore delle istanze dei lavoratori, per il terzo; la ricerca scientifica, per il Direttore Generale della prevenzione sanitaria presso il Ministero della Salute, hanno declinato gli imperativi della Regola, disponibili all’uomo di ogni epoca perché, in ogni comunità, nell’ordine politico, sociale e giuridico, producano quelle stesse forme di civiltà, salutari alla vita di un popolo e di un intero continente.
Andrea Pantone