L’esperienza formativa ha portato i sacerdoti nella diocesi del vescovo Piazza, lunedì e martedì scorsi. Fraternità nella condivisione con altre Chiese locali
Da oltre un anno la formazione permanente del clero giovane della diocesi di Sora avviene nel corso di esperienze di conoscenza e condivisione con altre Chiese locali. Il 19 e 20 febbraio insieme con il vescovo Gerardo Antonazzo quattordici preti sono stati ospiti del vescovo Francesco Orazio Piazza presso la diocesi di Viterbo, residenza papale fra il 1257 e il 1281 e città del primo conclave.
Il soggiorno viterbese ha avuto inizio con la visita al duomo cattedrale della diocesi, che svetta, nello splendido borgo medievale, insieme con il circostante complesso del Palazzo dei Papi. Ai visitatori si sono schiusi così i portali del meraviglioso edificio romanico, che nei bassorilievi scultorei di bronzo raccontano il cammino dell’attuale Chiesa diocesana formata dall’unione con le precedenti diocesi di Acquapendente, Bagnoregio, Montefiascone, Tuscania e con l’Abbazia di S. Martino al Monte Cimino. I preti hanno ammirato le ricchezze storico-artistiche del duomo: la sepoltura di Giovanni XXI, il trittico duecentesco, l’opera più antica che la Cattedrale conservi, la bellissima cappella barocca dietro l’abside e la grandiosa sacrestia, voluta dal cardinale Muzio Gallo. La visita dei preti giovani è poi seguita presso il Museo diocesano ed al Palazzo dei papi.
La seconda tappa ha interessato il monastero femminile trappista di Vitorchiano. Qui i sacerdoti hanno condiviso la preghiera del Vespro insieme con le monache, gli uni nella cappellina adibita all’accoglienza degli esterni, le seconde nella chiesetta dell’edificio, vigendo l’obbligo della clausura. Celebrata la Liturgia delle Ore, i sacerdoti hanno avuto modo di intrattenersi con una religiosa responsabile della comunità dell’Ordine. Essa, oggi composta da poco più di settanta donne, di tutte le età, provenienti dalle più diverse esperienze, continua ad accogliere numerose giovani attratte dalla vita monastica. La vita comune secondo i consigli evangelici, la preghiera ed il lavoro manuale scandiscono le giornate delle consacrate, il cui carisma di missionarietà è esploso in una grandiosa vitalità attraverso le numerose fondazioni, in terra di missione, come nelle Filippine, ed ora anche in terra di nuova evangelizzazione, come nell’Europa Centrale in Portogallo. Questa generatività è garantita – secondo la religiosa che ha accolto il clero giovane – dalla presenza nell’Ordine di una beata, suor Maria Gabriella Sagheddu – le cui reliquie giacciono sotto l’altare di una cappella dedicatole nel complesso monasteriale -, una donna che per il suo esempio di vita spesa per l’unità della Chiesa cristiana e il cammino ecumenico continua ad attirare vocazioni.
A chiudere il primo giorno di permanenza viterbese è stata la Messa col vescovo Antonazzo nella cappella del Seminario, dove i sacerdoti sono stati ospiti per la cena e il pranzo del giorno successivo. L’omelia del Vescovo è stata incentrata sul “catalogo” di Matteo 25, la pagina del Vangelo del giorno e sul limite di considerare esaustivo un codice comportamentale (dar da mangiare e bere, ospitare e vestire, curare e visitare) che è semplicemente esemplificativo; «esemplificativo» – ha detto Antonazzo – «anche della rete di fraternità tra sacerdoti, che deve essere sempre improntata alla reciproca prossimità ed accoglienza».
Il secondo giorno a Viterbo è stato aperto con un colloquio “a cuore aperto” che il vescovo Piazza ha voluto avere con i sacerdoti. Il Pastore diocesano ha affidato ai preti un pensiero spirituale articolato in tre massime, che possono essere una bussola in tempi, come questi, di incertezza di fede, di difficolta comunionali nella vita civile e religiosa ed anche comunicative: 1) “amare ciò che si sceglie”, 2) “scegliere ciò che si chiede”, 3) “amare ciò che si chiede”: è questa l’oboedientia amoris che lega i preti alla loro gente e al loro vescovo. “Coltivare l’entusiasmo e la resilienza della santità” sono state le ultime indicazioni di Piazza.
La voce di un altro Vescovo, l’emerito Lino Fumagalli, ha segnato la conclusione della visita a Viterbo, avvenuta nel pomeriggio presso il santuario della Madonna della Quercia, dopo la visita al mattino presso locali della Caritas.
Andrea Pantone