Si è svolto nella Concattedrale di Cassino l’incontro di formazione guidato dall’assistente don Eric Di Camillo e rivolto ai membri delle due sottosezioni diocesane
Domenica 24 aprile, presso la chiesa Concattedrale di Cassino, gentilmente messa a disposizione dal parroco, Don Emanuele Secondi, ha avuto luogo il programmato incontro di formazione di primavera delle due sottosezioni diocesane dell’Unitalsi.
L’incontro, cui hanno partecipato circa 80 soci delle due sottosezioni, in rappresentanza degli incaricati dei gruppi diocesani, è iniziato alle ore 15,15 ed è terminato alle ore 17,45.
E’ stato molto bello incontrarsi, una vera e propria esplosione di empatia ha provocato il rivedersi e lo stare insieme dopo tanto tempo di lontananza dovuta al lockdown per la pandemia, a dimostrazione che il tempo passato insieme, le comuni esperienze nei pellegrinaggi e negli altri eventi territoriali, nel periodo in cui eravamo un’unica sottosezione, hanno fatto nascere un’amicizia ed un rispetto reciproco insopprimibili.
L’Assistente Don Eric Di Camillo, durante il suo lungo ed articolato intervento, riallacciandosi all’evento pasquale, ci ha invitati a fermarci al “venerdì santo”, orientando però lo sguardo, come cristiani, alla risurrezione, precisando che dopo la partecipazione all’Eucarestia, dobbiamo testimoniare la gioia del Risorto a chi incontriamo. Riallacciandosi poi ai temi pastorali del Santuario di Lourdes (per il 2022 “Vai a dire ai sacerdoti”; per il 2023 “Che qui si costruisca una cappella”; per il 2024 “E che si venga in qui in processione”), anche alla luce del cammino sinodale che la Chiesa tutta sta compiendo, il sacerdote ha ulteriormente sottolineato la necessità di intraprendere un pellegrinaggio che porti, sì, in quel Santuario di Lourdes, dove la Madonna è apparsa a Bernadette, assegnandole il compito di dire ai sacerdoti quello che avrebbero dovuto fare, ma soprattutto, che porti all’incontro con il nostro prossimo, testimoniandogli la gioia della resurrezione. Bernadette corre da Peyramal, gli comunica quanto le ha detto la Santa Vergine e, pur non ricevendo un’accoglienza gioiosa, anzi, quasi di fastidio, tuttavia va via e torna al cachot, felice e contenta di aver svolto bene il compito affidatole. Don Eric si è poi soffermato sul Vangelo della domenica, in particolare sulla umana incredulità di San Tommaso: di qui, l’appello a non scoraggiarci per la nostra paura di avere poca fede, di essere anche noi, a volte, un po’ increduli. Questi timori, queste incertezze le dobbiamo superare con l’aiuto della preghiera. Don Eric ha poi concluso il suo intervento evidenziando la necessità di fare di più per i giovani, da coinvolgere, stimolare, gratificare, in ogni modo nell’esperienza unitalsiana.
Sono intervenuti anche i responsabili delle due sottosezioni, i quali hanno concordemente sottolineato come, nei volontari dell’UNITALSI, non sia mai venuto meno la spirito iniziale dell’Associazione:
- anzitutto lo stesso del fondatore Giovanbattista Tomassi che ha pienamente colto il senso di Lourdes, cioè quello della trasformazione della disperazione in speranza. Egli, miscredente, affetto da una grave malattia, è partito in pellegrinaggio alla volta di Lourdes, con una pistola in tasca, con l’intento di farla finita con la vita sotto la grotta: li, però, non solo non si suicidava, ma consegnava la pistola al direttore del pellegrinaggio, Mons. Radini Teschi, vescovo di Bergamo, assistito da don Angelo Roncalli, futuro Papa Giovanni XXIII, al quale manifestava la ferma volontà di fondare un’associazione che avesse il compito di portare a Lourdes, possibilmente gratuitamente, altri malati come lui, affinché potessero anche loro vivere la sua stessa esperienza;
- in secondo luogo, quello di Papa Pio X, che, nel 1909, nel promulgarne il regolamento, aggiunse in calce, affianco alla propria firma, di proprio pugno, il seguente invito: “Di associazioni caritatevoli ve ne sono molte, ma questa tutte le supera, sicché può ben dirsi associazione caritatevole per eccellenza, per cui tutti invito a favorirne la piena realizzazione”.
In tutti i volontari ed in tutte le sottosezioni d’Italia, che costituiscono il tessuto portante dell’Associazione, è rimasto forte il senso di appartenenza e la voglia di partecipazione; e tutti fanno ogni sforzo per partecipare ai pellegrinaggi ed agli altri eventi posti in calendario. Ed in tutti, superata la delusione per il comportamento scorretto di qualcuno, ben consapevoli che fa molto più rumore un albero che cade rispetto alla foresta che cresce e che la foresta non smette di crescere solo perché il rumore dell’albero è più forte del silenzio della sua crescita, è vivo il desiderio di voler accrescere e corroborare l’impegno di non venir mai meno alle promesse fatte alla Santa Vergine quando abbiamo pronunciato il nostro “Eccomi”.
Franco Mariani