Il raggiungimento di un traguardo per Danilo Messore
Il 3 marzo 2021 nel Seminario regionale Pontificio Collegio Leoniano di Anagni, il seminarista Danilo Messore, insieme ai miei compagni Daniele Frecentese, Diego Lozzi, Paolo Franchi e Andrea Strano, ha ricevuto il ministero del lettorato. Danilo, ragazzo di 30 anni, è stato ammesso agli ordini sacri l’anno scorso, e accede ad un ministero importante, che segna la sua scelta come candidato al ministero sacerdotale. Questo ministero come dice il Motu Proprio Ministeria Quaedam di Paolo VI, afferma: «Il lettore è istituito per l’ufficio, a lui proprio, di leggere la parola di Dio nell’assemblea liturgica. Pertanto, nella messa e nelle altre azioni sacre aspetta a lui proclamare le letture della Sacra Scrittura…egli potrà anche – se necessario – curare la preparazione degli altri fedeli, quali, per incarico temporaneo, devono leggere la Sacra Scrittura nelle azioni liturgiche»
Danilo Messore così si esprime: «Noi quindi, prestiamo la voce a Dio, e Lui si serve di essa per far, risuonare la sua Parola. Lo Spirito Santo fa in modo che la proclamazione di questa Parola non si riduca ad una letteratura letteraria. Lui che l’ha ispirata, la fa risuonare come Parola viva, Parola che Dio rivolge oggi a me, e a te che ascolti. Parola che ti reca una bella notizia, che ti chiama a riflessione, che stimola a conversione».
Il rito di istituzione del ministero del lettorato si compie durante la Santa Messa presieduta dal Vescovo, dopo l’omelia viene delineato ciò che il lettore deve fare che è quello di servire alla fede: «E ora diventando lettori, cioè annunziatori della Parola di Dio, siete chiamati a collaborare a questo impegno primario nella Chiesa e perciò sarete investiti di un particolare ufficio, che vi mette a servizio della fede, la quale ha la sua radice e il suo fondamento nella Parola di Dio».
Il lettore è invitato a guardare al modello di Cristo e lasciarsi guidare dallo Spirito Santo, il solo che può dare vita alla Parola, per questo il suo ruolo è fondamentale per la liturgia della Parola perché non è semplicemente leggere affinché tutti capiscano, bensì è prestare la propria voce perché si attui la comprensione del testo e l’spirazione di Dio, mistero di tutta la Sacra Scrittura.