Giovani Vangelo e Lavoro ai tempi del covid19
Negli ultimi mesi, tutta Italia ha visto il moltiplicarsi di attività lavorative, ricreative e religiose online, oltre che televisive, in cui tutti, lavoratori, studenti, sacerdoti, vescovi e laici, anche i meno avvezzi al digitale, si sono ritrovati dietro uno smartphone o una telecamera a fare dirette streaming sui social, per esigenze lavorative, riunioni o per stare vicino a giovani, per dare loro conforto e sostegno in questo tempo e un messaggio di speranza.
Anche il Progetto Policoro diocesano, non potendo svolgere la sua attività di centro servizi ed incontro dei giovani, ha vissuto appieno il lockdown, ma spinti dal sentimento comune #distantimauniti. L’animatrice di comunità in carica, seguendo soprattutto le indicazioni del nazionale, si è dedicata giornalmente alla formazione personale e alla riprogettazione di quelle che erano le sue attività annuali e che, a causa dell’improvvisa emergenza sanitaria, ha dovuto annullare, spostare al prossimo autunno o svolgere in via telematica. Ed è proprio su quest’ultima modalità che si sono concentrate tutte le attività lavorative, non potendo svolgere in presenza incontri e manifestazioni nelle scuole e con i giovani, così come programmato per i mesi di marzo ed aprile, l’AdC (Animatrice di Comunità, Aurora Capuano) ha incontrato in videoconferenza, giovani ed associazioni, presentando e promuovendo le attività del Progetto Policoro, partendo in primis dalla conoscenza del progetto stesso, nascita, storia, obiettivi servizi gratuiti messi a disposizione di tutti nello sportello diocesano, come la stesura o la revisione del proprio curriculum, l’orientamento scolastico, o nei fari servizi offerti nel territorio, orientamento al lavoro o l’aiuto nella ricerca di un lavoro, con il costante aggiornamento della pagina facebook (https://www.facebook.com/progettopolicorosoracassino/?ref=bookmarks) con offerte, e il contatto telefonico con molti utenti, giovani e meno giovani conosciuti al centro servizio. Successivamente, negli incontri online l’Adc si è dedicata alla riflessione sul tempo che si sta vivendo, sullo stato d’animo e le prospettive, lasciando sempre un messaggio di incoraggiamento.
Tra le varie attività il Progetto Policoro in questi mesi di quarantena, si è dedicato all’aiuto nella creazione di curriculum con colloqui telefonici a distanza, con l’augurio e la speranza di convertire tutto in incontri in presenza. Per rimanere in continuo contatto con i giovani, e non solo, l’Adc ha pensato di creare una piccola rubrica con una serie di video messaggio intitolata “E’ il tempo….” della speranza, del coraggio del cambiamento, dell’ascolto, video di speranza e di incoraggiamento, chiedendo la collaborazione di vari uffici diocesani, in primis l’equipe, l’ufficio pastorale sociale e del lavoro , l’azione cattolica, l’ufficio comunicazioni sociali ed esperti esterni, che nei loro brevi video messaggi hanno lanciato e trasmesso messaggi di speranza e incoraggiamento nell’affrontare il periodo anche dal punto di vista psicologico, riscontrando un buon gradimento.
Restando sempre nel tempo e nel periodo l’Adc si è dedicata anche ad un’altra Rubrica “Il lavoro secondo i Santi” pubblicando giornalmente nel periodo di maggio, in occasione proprio della festa dei lavoratori, messi a durissima prova in questo periodo; riflessioni sul lavoro secondo alcuni Santi, come San Giuseppe lavoratore, San Francesco, San Benedetto, San Giuseppe Moscato e soffermandosi spesso sulla dottrina sociale della Chiesa e i suoi tre punti fondamentali: l’Uomo, creatura di Dio dotata di dignità spirituale e soprannaturale, centro dell’ordine economico, sociale, politico, insieme alla sua famiglia. Perciò l’uomo ha diritto alla vita religiosa, al lavoro, alla famiglia, all’uso dei beni materiali, alla proprietà, al giusto salario, alla libertà, alla partecipazione alla vita dello Stato, all’istruzione, alla collaborazione nella produzione della ricchezza; il lavoro, come richiama Giovanni Paolo II “utile ai singoli alla realizzazione dello scopo fondamentale della loro vita”, mentre “l’impegno dell’occupazione di tutte le forze disponibili è un dovere centrale dell’azione degli uomini di governo, politici, dirigenti sindacali ed imprenditori” e “le autorità responsabili” sono preposte “perché mettano mano ai provvedimenti necessari a garantire ai lavoratori la giusta retribuzione e la stabilità“; lo Stato, perché esso deve essere una società organizzata, dove è garantita la convivenza civile, le giuste libertà individuali e sociali e la giustizia, nel perseguimento del bene comune, dell’intera comunità e non di un gruppo a detrimento delle legittime esigenze degli altri, e rispettando la libertà religiosa di tutti i culti ed i diritti della Chiesa Cattolica.
La tematica giovani e lavoro, carisma principale del Progetto Policoro, ha subito una battuta di arresto; tante le iniziative, le riflessioni, ma quello che resta dopo la tragedia pandemica è un grande disagio, centinaia di persone, giovani, ma anche padri e madri di famiglia, si sono ritrovati senza lavoro e a dover chiudere le proprie attività. Sebbene nel nostro territorio non siano mancate le iniziative di solidarietà, a partire dalla Caritas diocesana, dai comuni, dalle parrocchie, dalle associazioni e dalla Croce Rossa locale, ad oggi bisogna fare i conti con la dignità di avere un lavoro. L’assistenzialismo finisce, la dignità e di diritto a un lavoro, a una vita dignitosa resta.
Negli anni, gli interventi della Chiesa a favore del lavoro hanno sempre avuto a cuore “i lavoratori”, soprattutto i più deboli. Dalla Rerum novarum (1891) di Leone XIII , in cui si denuncia lo sfruttamento dei lavoratori dipendenti, il lavoro minorile, i duri orari dei lavoratori, la situazione delle fabbriche, fino all’Evangelii Gaudium in cui Papa Francesco afferma che “…il lavoro è quell’attività in cui l’essere umano esprime e accresce la dignità della propria vita. Il giusto salario permette l’accesso adeguato agli altri beni che sono destinati all’uso comune” (n. 192).
Un tale insegnamento è espresso in evidenza e come principale punto nella Costituzione italiana, dove “lavoro” è il secondo termine più ricorrente, dopo “legge”. Infatti l’art. 1, «la Repubblica è fondata sul lavoro» – da cui discendono diritti e doveri per contribuire al progresso «materiale o spirituale della società» (art. 4 Cost.) – presuppone uno stretto legame tra il lavoro, visto come mezzo di libertà, d’identità, di crescita personale e comunitaria, d’inclusione e di coesione sociale, di responsabilità individuale verso la società, e la dignità della persona. Nella società italiana, il lavoro ancora oggi si associa troppo spesso a problemi e difficoltà: pensiamo alla frustrazione dei giovani che non riescono a trovare un’occupazione attraverso cui esprimere il proprio talento; soprattutto dopo tanti anni di studi universitari, all’angoscia dei più adulti che perdono quel lavoro a cui hanno dedicato gran parte della loro vita; alla sofferenza dei tanti sfruttati e mal pagati, privati dei loro diritti e della loro dignità. Nonostante i risultati positivi degli ultimi anni, la situazione del lavoro in Italia rimane critica anzi, l’emergenza sanitaria degli ultimi mesi l’ha peggiorata generando un gravissimo problema legato alla disoccupazione giovanile. Alla fine del 2016 i giovani disoccupati erano circa 3 milioni, poco meno del 40% del totale; tra questi i “neet” (giovani che non lavorano, non studiano, non si formano) sono circa 1,5 milioni tra i giovani 15-29 anni. Un disagio che va anche oltre: il lavoro precario, prestato irregolarmente da parte dei giovani (non protetto, non sicuro e non retribuito) che ad oggi, dopo il lockdown generato dall’emergenza sanitaria, è certamente raddoppiato.
L’uomo è resiliente, è creativo, è sempre capace di dare risposte positive ai problemi che si trova ad affrontare. Per questo, è importante capire, creando alleanze tra soggetti e interessi diversi, nella situazione in cui ci troviamo, come arrivare a costruire il bene comune. Per ridare speranza a chi rischia di perderla e per riuscire a impegnare tutte le risorse e le energie positive presenti nella nostra comunità diocesana, in uno spirito insieme sussidiario e solidale, nella costruzione delle soluzioni concrete già possibili.
Tra le altre attività non meno importante a cui si è dedicato il Progetto Policoro è stata la partecipazione alle attività della “Settimana Laudato sii” che si è tenuta, dal 16 al 24 maggio, parte di una campagna globale in occasione del 5° anniversario dell’enciclica sulla cura della casa comune di Papa Francesco. Il tema è stato “Tutto è connesso”. I cattolici sono stati invitati a prendere parte a seminari formativi online, interattivi e collaborativi, per Domenica 24 maggio, alle ore 12, è stata organizzata una Giornata mondiale di preghiera. In un video messaggio Papa Francesco ha incoraggiato i fedeli a partecipare e a pensare al futuro della nostra casa comune. «Che tipo di mondo vogliamo lasciare a quelli che verranno dopo di noi, ai bambini che stanno crescendo?». A partire da questa domanda il Papa rinnova il suo appello urgente a rispondere alla crisi ecologica, il grido della terra e il grido dei poveri non possono più aspettare. Prendiamoci cura del creato, dono del nostro buon Dio creatore. Celebriamo insieme la Settimana Laudato Si’. Il Progetto Policoro diocesano, rispondendo all’invito dell’Equipe Giovani Giustizia e Pace di partecipare alla Challenge fotografico sulla bellezza del creato, ha ideato per l’occasione uno video: le Bellezze del territorio. Solcando alcuni luoghi di squisito gusto spirituale e culturale, si menzionano siti importati come l’Abazia di Montecassino e l’antica cittadina di Arpino nata prima di Roma, dalla Basilica-Santuario Madonna di Canneto, i paesaggi cittadini e le chiese d’epoca medievale sparse nel territorio diocesano, in cui la famiglia diocesana unita nella fede, si dà l’identità di popolo che loda Dio.
Tra tante difficoltà comunque non mancano tuttavia segni di speranza. Per questo nulla deve anteporsi al bene della persona e alla cura della casa comune, spesso deturpata da un modello di sviluppo che ha prodotto un grave debito ecologico, morale, spirituale e materiale.
“Non temete il futuro. Osate sognare grandi cose …” Papa Francesco
Recapiti: e-mail diocesi.sora@progettopolicoro.it
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