XXXII Giornata Mondiale del Malato nella Parrocchia di S. Antonio a Cassino
L’11 febbraio, giorno della Beata Vergine Maria di Lourdes, la Chiesa celebra la Giornata del Malato, arrivata alla 32ª edizione, per dedicare attenzione, riflessione e aiuto a tutti i sofferenti e a coloro che se ne prendono cura e rendere tutte le persone più consapevoli e solidali. Nella Parrocchia di S. Antonio a Cassino è tradizione da anni celebrare questa ricorrenza con solennità e quest’anno la chiesa, oltre ad accogliere i volontari dell’Unitalsi con i loro assistiti, si è riempita fino all’inverosimile di fedeli. Alle ore 18.00 è iniziata la Messa, che ha visto all’inizio un rito speciale: ricordando il suggerimento della Madonna alla piccola Bernardette di scavare con le mani per trovare l’acqua della sorgente e berla e lavarsi mani e viso con essa, i fedeli si sono messi in fila per compiere lo stesso gesto: dal sacerdote ricevevano sulle mani alcune gocce di acqua di Lourdes da passare sul viso e le mani come gesto e richiesta di purificazione, in sintonia con la pagina del Vangelo del giorno, con l’episodio del lebbroso che chiede a Gesù di essere purificato. Dopo la liturgia della Parola e l’omelia del parroco Don Benedetto Minchella, un altro gesto significativo è stato offerto: l’unzione degli infermi, perché tutti soffrono per qualche infermità del corpo o dello spirito. E ancora una volta si è riformata la fila lunghissima compiuta da tutti i numerosi presenti, con molta partecipazione e visibile raccoglimento.
Nonostante si fosse già superato ampiamente il solito orario, il Parroco ha invitato gli astanti a trattenersi ancora se volevano omaggiare la Vergine di Lourdes con il tradizionale Rosario Internazionale che, per ragioni meteorologiche, si sarebbe svolto all’interno della chiesa con una piccola simbolica processione. Distribuiti i flambeaux a tutti, spente le luci della navata, si è iniziata la recita del Rosario, come a Lourdes, in varie lingue: l’invocazione a Maria si è sentita in italiano, latino, francese, giapponese, russo, spagnolo, tedesco, inglese, ucraino e perfino indiano. Nella prima parte dell’Ave Maria variava la lingua, nella seconda parte la folla rispondeva sempre in italiano. Tra una decina e l’altra si cantava il canto di Lourdes e al ritornello Ave Ave Maria tutti alzavano in alto i flambeaux. Nel frattempo la statua della Madonna di Lourdes veniva portata dagli unitalsiani pian piano fino in fondo alla chiesa, poi alla fine è stata riportata e ricollocata di fianco all’altare, dove era stata allestita una piccola ricostruzione di Lourdes. La suggestione dei ceri nella penombra, che facevano risaltare la statua illuminata, ha conquistato gli animi di tutti, che con straordinaria partecipazione e fede hanno pregato uniti dagli stessi sentimenti. Due, in particolare, i momenti toccanti che hanno unito la comunità in una sola famiglia, un solo sentire comune: quando un malato ha fatto la sua testimonianza di improvviso cambiamento di vita dovuto alla malattia e quando Don Benedetto ha detto che le offerte raccolte sarebbero andate tutte ad una famiglia in gravi difficoltà, dovute a perdita di lavoro e malattia di un figlio. La comunità ha risposto.
Adriana Letta