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Il Vaticano II e il territorio in un convegno per gli insegnanti di religione

L’evento, organizzato dall’Accademia internazionale “Ora et Labora”, ha ricevuto il patrocinio dell’Istituto Teologico Leoniano di Anagni

 

Il 19 maggio, nella chiesa di san Giacomo Apostolo, a Villa Santa Lucia, presso la contrada di Piumarola – luogo storicamente legato all’esperienza monastica di santa Scolastica, gemella di san Benedetto – si è svolto un importantissimo convegno di aggiornamento per gli insegnanti di religione cattolica. L’evento, accreditato dal Miur, è stato ideato e realizzato dall’Accademia internazionale “Ora et Labora”, con il patrocinio dell’Istituto Teologico Leoniano di Anagni. Dopo i saluti istituzionali, porti dal presidente dell’Ente organizzativo Antonio Pittiglio e da don Tommaso Del Sorbo (in luogo del convalescente parroco Andrea Radzewicz), la parola è passata al curatore professore Filippo Carcione, Presidente Vicario del Corso di Laurea in Scienze Pedagogiche presso l’Università degli Studi di Cassino e del Lazio Meridionale, nonché Ordinario di Patrologia presso il Leoniano, di cui è direttore emerito.

Si è così entrati nel vivo dei lavori dedicati alla recezione, nel territorio delle Chiese diocesane, del Concilio Vaticano II, che i suoi padri, fra il ’62 e il ’65 del secolo scorso, affrontarono per continuare a portare all’uomo contemporaneo, troppo spesso disorientato dalla crisi di valori della società, la verità di Cristo e della sua Chiesa, interlocutrice autorevole e capace ancora di accogliere ed interpretare le attese e le speranze degli uomini e delle donne del proprio tempo e del futuro.

Cosa ha rappresentato il Concilio Vaticano II per Roma e per le diocesi del Lazio? Come è stato recepito? Quanto è stato attuato e quanto c’è ancora da fare? A queste domande ha risposto il primo relatore di turno, don Pasquale Bua, direttore dell’Istituto Teologico Leoniano di Anagni, attraverso una esaustiva ricostruzione con la quale ha messo in luce la peculiarità del Lazio e del suo rapporto con la diocesi di Roma.

I protagonisti delle due relazioni successive sono stati altrettanti vescovi promotori ed attuatori dello spirito del Concilio nei territori oggi compresi all’interno della diocesi di Sora-Cassino-Aquino-Pontecorvo, Carlo Minchiatti e Lorenzo Chiarinelli, alla guida delle sedi di Sora, Aquino e Pontecorvo ciascuno con un episcopato decennale, il primo tra il 1971 e il 1982, il secondo fra il 1983 e il 1993. Il professor Luigi Gulia – presidente del Centro di Studi Sorani “Vincenzo Patriarca”, professore, preside, scrittore, storico, dal 2015 Ufficiale della Repubblica – ha parlato della recezione del Concilio nel Magistero del vescovo Carlo Minchiatti, elogiato da Giovanni Paolo II, durante la visita pastorale a Benevento nel 1990, arcidiocesi che il prelato guidò dopo quella sorana, per lo sforzo di una «retta attuazione della riforma conciliare» e di essere riuscito a «superare resistenze e lentezze, in linea con le indicazioni date dal Concilio Vaticano II». L’ultima relazione in programma, “La recezione del Concilio Vaticano II nel Magistero del vescovo Lorenzo Chiarinelli”, è stata condotta dall’arcivescovo titolare di Montefiascone Fabio Fabene, segretario del Dicastero delle cause dei santi. Chiarinelli, che fu presidente della Commissione episcopale per la catechesi e la dottrina della fede, comprese, secondo il relatore, che l’eredità del Vaticano II, fonte perenne per la vita ecclesiale, andasse rivitalizzata, tenendo conto dei nuovi problemi dell’uomo di oggi. In gioco l’unica possibilità di inverare una Chiesa “in” cammino e “di” cammino, in perfetta sintonia con il programma dell’attuale Sinodo sulla Sinodalità.

Terminato il contributo di mons. Fabene sulle direttrici fondamentali dell’insegnamento episcopale di mons. Chiarinelli, prima che venisse sciolta l’assemblea, è intervenuto il consigliere accademico per la cultura religiosa don Angelo Moncelli per la conclusione dei lavori del convegno. Per sua mano, alla presenza del dott. Pittiglio e del prof. Carcione, l’arcivescovo Fabene ha ricevuto una pergamena commemorativa, onorificenza che lo inserisce nel corpo dell’Accademia “Ora et Labora” come membro onorario.