«Oltre la devozione religiosa, impariamo dai santi come vivere il Vangelo nell’oggi della Chiesa e del mondo»
Recuperare il senso più autentico della devozione ai Santi; cogliere il nucleo centrale del loro messaggio per farlo diventare realtà viva nell’oggi della storia; far tesoro del loro insegnamento per la continua riforma della Chiesa e per la sua credibile missione nel mondo. Sono le tre coordinate di fondo sulle quali ha imperniato la sua riflessione il vescovo diocesano monsignor Gerardo Antonazzo nella festa liturgica di sant’Antonio di Padova ad Arpino, nella mattinata del 13 giugno. Nell’omelia della solenne concelebrazione da lui presieduta nella suggestiva chiesa dedicata al Santo francescano nel centro storico della città di Cicerone, Antonazzo ha rimarcato la necessità di «non fermarsi alla consolidata devozione nei confronti di Antonio di Padova», molto sentita anche ad Arpino, che rischia per certi aspetti di scivolare in una «deriva anche pagana», ma «di nutrire l’affetto nei confronti dei Santi con una spiritualità forte, fondamento imprescindibile per un cammino di santità». A tal fine il vescovo ha richiamato l’urgenza di una rivisitazione della vicenda di figure come Antonio, molto venerato quanto poco conosciuto presso il popolo cristiano. Riprendendo le parole dell’orazione di colletta della liturgia, Antonazzo ha ricordato i tratti di “insigne predicatore e di patrono dei poveri” del santo di origine portoghese, a 800 anni dalla prima imprevista predica di Sant’Antonio, che ne svelò la profonda spiritualità, la solida formazione intellettuale e le spiccate doti comunicative. «Antonio dona anche alla Chiesa di oggi una grande lezione con la sua capacità di calare il Vangelo dentro la vita concreta della gente», ha affermato il presule, «e di rendersi presente fin dentro la lontananza da Dio di tanti suoi contemporanei». In tal senso, ha concluso Antonazzo, anche segni come quello del pane di sant’ Antonio devono richiamarci a quelle scelte che stanno al cuore della vocazione cristiana: farsi pane buono per gli altri e costruire la Chiesa con l’impasto della comunione, dell’unità, dell’amore e del servizio».
A questo impegno il vescovo ha chiamato anche le comunità parrocchiali di Arpino, che vivono forme di collaborazione pastorale nel contesto del cammino sinodale della chiesa locale ed universale. Il grazie della comunità arpinate a monsignor Antonazzo è stato manifestato da Padre Daniel Ezquerra, amministratore parrocchiale di San Michele Arcangelo, che ha concelebrato insieme a Don Antonio Di Lorenzo, parroco di Santa Maria di Civita. La Messa è stata animata dal coro della chiesa di sant’Antonio. Al termine una speciale benedizione è stata riservata ad Antonio Ranaldi, membro della comunità che ha festeggiato il traguardo dei 100 anni di età.
Augusto Cinelli
Foto di Gianna Reale