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Il Vescovo presiede la Messa di CL

A Cassino in occasione dell’anniversario della morte di don Giussani e dell’approvazione della Fraternità di Comunione e Liberazione

Accogliere nella chiesa parrocchiale il Vescovo la sera della seconda domenica di Quaresima per una celebrazione non solenne ma più intima e comunitaria, si gusta certamente di più e fa gioire il cuore, perciò maggiore è la gratitudine per questa partecipazione. Con queste parole il Parroco della chiesa di S. Pietro Apostolo a Cassino, Don Nello Crescenzi, ha ringraziato  il Vescovo Gerardo Antonazzo intervenuto a presiedere la Messa per il 18° anniversario della morte di Don Luigi Giussani, fondatore di Comunione e Liberazione. L’occasione ha visto una larga partecipazione di aderenti alla Fraternità di CL, che a Cassino conta molti membri e che proprio in questa chiesa si raduna mensilmente per la sua formazione, curata da Don Giovanni, presente a concelebrare. È stata l’occasione di incontrare e ascoltare il Vescovo anche per il folto gruppo degli Educatori dell’Estate Ragazzi 2023, che si stanno in questi mesi preparando all’impegno estivo del Grest. Dunque, una chiesa affollata, canti liturgici accurati e ben eseguiti, attenzione e partecipazione ad alti livelli.

Il Vescovo, nell’omelia a commento delle letture della liturgia del giorno, in particolare della pagina evangelica di Matteo che narra la Trasfigurazione di Gesù (Mt 17,1-9), ha messo in risalto i protagonisti della scena: al centro Gesù sfolgorante di luce, di lato Mosè ed Elia, al di sopra la voce del Padre «Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento. Ascoltatelo», e davanti Pietro, Giacomo e Giovanni. È Pietro il primo a parlare e rivolgendosi al Gesù, lo chiama “Signore”: ha capito chi è Gesù, che gli si è rivelato e lui è cambiato, perché l’incontro con Gesù è un’esperienza, una relazione che cambia la vita e la motiva. Così anche ognuno di noi deve fare esperienza personale di un incontro rivelatore con Lui per una fede autentica e per decidere come vivere, non si tratta di una “dottrina” ma di una esperienza di vita.  Così era anche per Don Giussani, che voleva che i ragazzi vivessero l’avventura dell’incontro con Gesù, il cammino, la compagnia che diventa fraternità. Ha detto queste parole rivolgendosi anche ai ragazzi del grest, presenti numerosi a lato dell’altare, tanto che il Vescovo, per non dare le spalle a chi era di lato o dietro, ha tenuto l’omelia dalla sede e non dall’ambone.

I canti, le letture e le preghiere dei fedeli sono stati curati dai giovani, in una gioiosa e convinta partecipazione. Al termine, dopo la benedizione conclusiva, ci sono stati i saluti, gli scambi di battute e le immancabili foto di gruppo, a ricordo di un bel momento spirituale di preghiera, di amicizia e di condivisione.

Adriana Letta