Una Messa nella cappella e un incontro con tutti i detenuti per gli auguri natalizi e per seminare Speranza
In preparazione al Natale, il Vescovo Gerardo Antonazzo è impegnato a portare gli auguri e soprattutto la vicinanza affettiva e spirituale a coloro che soffrono: giovedì 12 dicembre si è recato all’Ospedale “Santa Scolastica” di Cassino per fare, come ogni anno, gli auguri di Natale ai pazienti e ai loro familiari, ai medici e a tutti gli operatori sanitari, portando affetto e prossimità della chiesa per tutti, con la gioia del Natale e la Speranza del Giubileo.
Lunedì 16 dicembre nel primo pomeriggio il Vescovo è andato presso la Casa Circondariale di Cassino, per celebrare la S. Messa e incontrare i detenuti e porgere a loro, alla dirigenza e al personale del carcere, gli auguri natalizi, rinnovando così una tradizione che non deve morire.
A preparare il tutto e organizzare l’incontro, è stata la Caritas diocesana sez. Cassino, con i suoi operatori e i giovani volontari in servizio civile, e con loro era anche Suor Ermanna, della Casa della Carità. Accolto dal cappellano Don Fortunato Tamburrini, il Vescovo ha salutato i detenuti che avevano accettato l’invito per la Messa e si erano recati nella cappella, poi, indossati i paramenti, ha dato inizio alla celebrazione. E sono stati momenti davvero toccanti: c’era silenzio, attenzione, apertura e una certa attesa in loro. Alcuni si sono prestati a fare la lettura dei brani biblici o di preghiera e hanno collaborato anche nei canti, preparati da Don Fortunato. In particolare è stato bello il modo con cui il Vescovo si è rivolto ai ristretti, parlando col cuore al cuore, non come chi proclama dall’alto la verità, ma in maniera confidenziale, amichevole, familiare. Ha paragonato con esempi concreti il peccato al reato, la pena da scontare secondo giustizia alla penitenza che il sacerdote dà nella confessione, ha mostrato comprensione per la situazione di solitudine, di angoscia e di abbandono in cui spesso versa un carcerato. Ma soprattutto ha additato una luce di speranza che c’è per tutti, perché Dio, che si è fatto bambino, lo ha fatto per amore e per salvare tutti: per questo è venuto ad abitare in mezzo agli uomini. Nello scontare la pena secondo legge, ognuno di loro può ritrovare sé stesso: certamente soffre nel sentirsi ristretto e lontano dalle persone care, ma non è solo, c’è chi è pronto ad aiutarlo e accompagnarlo per recuperare e ricostruire in positivo la sua vita, a fargli sentire che l’umanità che è in tutti, sa anche riemergere al momento giusto in chi l’aveva magari calpestata.
Al termine della Messa, conclusa con la lettura della bellissima “Preghiera del carcerato”, il Vescovo nella cappella ha sollevato il velo che copriva il Bambino Gesù già preparato per il Natale davanti all’altare, come un’anteprima. Poi, con Don Fortunato, i giovani volontari e gli operatori Caritas e Sr. Ermanna si sono recati nelle varie sezioni per incontrare tutti i detenuti, nei loro corridoi, nelle loro celle, per un momento di amicizia e scambio di auguri. Quest’anno hanno voluto semplificare il percorso, facendo già la mattina la consegna a tutti i ristretti dei pacchi-dono preparati dalla Caritas, contenenti dolci natalizi e prodotti per l’igiene personale, il biglietto di auguri per Natale e il Calendario della Basilica Santuario della Madonna di Canneto, che il Rettore Don Antonio Molle non manca mai di offrire. Così, nel pomeriggio si è reso più agevole raggiungere tutte le celle e porgere in modo più diretto e personale gli auguri, con un sorriso, una battuta, una mano sulla spalla. Sono momenti semplici ma importanti, che operano ai fini di una rigenerazione di chi dona e chi riceve e restano nell’anima come punti luminosi di bene.
Adriana Letta