Il Vescovo Antonazzo a Civitella Roveto per la festa del Santo patrono
Dopo due anni di stop forzato a causa della pandemia, le strade di Civitella Roveto hanno di nuovo indossato il loro abito più bello e sono tornate a riempirsi dei suoni e delle emozioni legate, da secoli, alla festa patronale dedicata a San Giovanni Battista.
All’alba del 24 giugno è stata celebrata la Santa Messa sulle rive del fiume Liri, per i civitellesi “novello Giordano”, durante la quale sono stati amministrati anche sette battesimi. Alle 7:30 del mattino, poi, mentre i primi raggi del sole lambivano il portone della chiesa parrocchiale, è iniziata la solenne processione per le vie del paese. Il tradizionale panegirico, pronunciato dal balcone del municipio, è stato affidato al vescovo della diocesi di Sora-Cassino-Aquino-Pontecorvo, Gerardo Antonazzo, che si è detto felice di essere tornato in paese per questo evento, a dieci anni dalla sua prima omelia in occasione della stessa celebrazione.
«Questa festa ci lascia una consegna molto bella» l’incipit della sua omelia «nessuno può immaginare di essere un buon discepolo di Gesù se prima non è stato discepolo di Giovanni Battista. Gesù stesso si è messo in suo ascolto, ha voluto ricevere la sua predicazione forte, ruvida a volte, ma concreta per una vera conversione. Anche grazie al Battista, ha potuto comprendere quali fossero le attese e le speranze del popolo di Israele».
Il patrono di Civitella Roveto è stato indicato da sua Eccellenza quale esempio per vivere la sequela di Gesù, non come gli influencer tanto seguiti negli ultimi tempi, né come un uomo di potere, ma come un messaggero inviato per indicare la via della salvezza. «San Giovanni» ha aggiunto il vescovo «ha saputo pronunciare parole vere e autentiche, che aiutano a cambiare in meglio la nostra vita. È così infatti che ci viene consegnato da Gesù: come il profeta che viene a dirci la verità di Dio». Attualizzando ancora le sue parole, ha chiamato in causa le fake news che animano la quotidianità di ciascuno, anche al di fuori dei social network, ingannano e rischiano di far perdere la rotta. La verità, al contrario, anche se scomoda e destabilizzante, dona luce, grazia e benedizione. Ha quindi osservato che, come il Battista, anche ciascun fedele dovrebbe essere la voce edificante di Cristo e non delle frivolezze o delle calunnie. Il vescovo ha poi citato le parole con cui San Giovanni indicò Gesù: “ecco l’agnello di Dio che toglie i peccati del mondo”, ricordando quanto tutti abbiano bisogno di togliere i veleni di oggi, l’epidemia, la guerra, le ingiustizie, attraverso una vera conversione che aiuti a cambiare i cuori, perché solo così potranno cambiare anche le menti. «Il mio augurio» ha infine concluso «è che nessuno di voi, a Civitella, cammini senza gli insegnamenti di San Giovanni Battista».
Foto Benedetto Di Pietro