Domenica 29 gennaio nella chiesa San Giovanni Battista in Cassino la Festa della Pace. L’Azione Cattolica tornerà a fare incontrare bambini, giovani, adulti, educatori e famiglie
L’Azione Cattolica diocesana celebrerà domenica prossima 29 gennaio la Festa della Pace. Dopo tre anni l’esperienza tornerà in presenza (nel 2021 non fu svolta, mentre l’anno scorso in modalità telematica) ed in modalità unitaria, convenendo gli associati in un unico posto. A Cassino, la Parrocchia San Giovanni Battista aprirà i battenti ed offrirà gli spazi a bambini, giovani e giovanissimi, animatori, educatori e famiglie per «tornare ad incontrarsi, stare insieme, fare festa e pregare per il dono della pace», scrive nella lettera alle comunità il presidente diocesano Antonio Accettola. Per le parrocchie della zona nord della Diocesi è previsto lo spostamento in pullman; ad ogni partecipante è richiesta una modica quota di partecipazione (3 euro) per la buona riuscita dell’evento.
Si comincerà alle 10, con l’arrivo e l’accoglienza in Piazza San Giovanni, per poi passare, dalle 10.30, alle attività e ai lavori mattutini divisi per settori: giovani e adulti presso i locali parrocchiali, l’ACR presso la palestra della Scuola Media “Giovanni Conte” di via XX Settembre. Culmine della mattinata sarà alle 12.15 la Celebrazione eucaristica presieduta dal vescovo diocesano Gerardo Antonazzo. Dopo il pranzo al sacco in Piazza San Giovanni previsto per le 13.30, seguirà, a partire dalle 15, il talk-show “Allenati alla Pace; pillole di pace e fair play dentro e fuori dal campo”: un momento di condivisione, testimonianze e racconti. La giornata terminerà alle 16.30 con i saluti conclusivi.
La Festa della Pace è una tappa tradizionale del cammino dell’ACI. Il Mese della pace, che culmina appunto con la festa odierna, viene dedicato dai gruppi alla riflessione sul tema della pace, in particolare sul contributo di ognuno nella sua quotidianità. A quasi un anno dall’invasione dell’Ucraina, questa giornata assume un significato ancora più importante. «Quei conflitti, che per molto tempo sono sembrati addormentati sotto una coltre fuligginosa di interessi e disformazione» – scrive la Presidenza nazionale nel sussidio oggi consigliato per le celebrazioni – «hanno trovato nuovo vigore con il conflitto Russo-Ucraino. L’equilibrio mondiale già scricchiolante ha subito un duro colpo». In questi mesi in cui una guerra nel cuore dell’Europa ha irrotto prepotentemente nella vita di un occidente relativamente opulente e tranquillo, la Festa della pace diventa un’occasione preziosa e imprescindibile per generare, con fatica e sacrificio, con tenacia e resistenza, l’avanzamento di ogni comunità umana, sociale, politica e aggregativa verso la concordia e la coesione, a partire dal livello locale, a partire dall’ambito decisivo dell’educazione alle relazioni interpersonali.
“Allenati alla pace” è lo slogan della giornata odierna, in piena armonia con l’orizzonte di riferimento simbolico del cammino ACR di quest’anno, lo sport. Se la pace è possibile a condizione di un serio e sincero impegno nel quotidiano, allora occorre comprendere in che modo lasciarsi coinvolgere in questo impegno, in che modo “allenarsi” alla pace. Come nello sport, anche per chi contribuisce al dovere della pace è indispensabile il gioco di squadra, agire nella consapevolezza dell’importanza dell’azione propria ed altrui, dismettere il ruolo del “battitore libero” ed affrontare strategie che realizzino, concretizzino, la pace. Affinché lo slogan non resti tale, bisognerà allenarsi all’accoglienza ed al rispetto dell’altro, perfino lasciarsi coinvolgere dalla sua sofferenza perché «ciascuno» – scrive la Presidenza nazionale – «è titolare in questa partita nella quale è in gioco la sorte dell’umanità perché con la guerra siamo tutti sconfitti». La metafora della partita richiama alla mente le parole affidate dal vescovo Gerardo Antonazzo all’ultimo Messaggio di Natale: Dio è «l’allenatore» ma «a noi spetta giocare la partita. Lui ci istruisce con la sua Parola e la sua vita, ci allena per imparare a fare bene il nostro gioco». “Allenati alla pace” guarda a percorsi educativi dove allenatori, bambini e ragazzi possano essere attraverso le relazioni protagonisti di esperienze aggregative con cui curare e rimarginare le ferite delle loro esistenze, sperimentare l’accoglienza e l’inclusione.