Domani, a Sora, presso la Sala “San Tommaso”, l’appuntamento del Centro Studi Sorani “Vincenzo Patriarca”. Previsti gli interventi del preside Luigi Gulia e del prof. Giuseppe D’Onorio
La diffusione dell’Utopia di Thomas More coincide con momenti di straordinaria tensione politica e sociale. La sua fortuna editoriale, col favorire un’ampia circolazione delle idee dell’autore anche negli ambienti vicini alla Riforma radicale, poteva suscitare prima o poi il desiderio di tradurle in pratica. Quando ai primi di maggio del 1525 apparve il libretto luterano contro i contadini tedeschi, la loro rivolta aveva raggiunto la massima espansione. Lutero attaccava con veemenza Thomas Müntzer, associandolo ai contadini nell’accusa di banditismo per delegittimarne l’azione e smascherarlo come falso profeta. Müntzer possedeva tuttavia una cultura notevole e conosceva Erasmo, Platone e probabilmente anche More. La condivisione dei beni, che avvicinava Platone e l’umanista More al cristianesimo evangelico, sarà per il riformatore di Allstedt – diventata l’anti-Wittenberg – un sogno profetico da realizzare in un Regno terreno di Cristo senza empi e peccatori, regolato da principi di moralità e giustizia in coerenza con la parola di Dio. Ma Lutero, con la sua realistica apologia della repressione, poneva le premesse teoriche per il massacro di Frankenhausen e la nascita di un ethos militare della Riforma.
Stefano Zen, storico, dirigente scolastico, professore di Storia moderna presso l’Università Telematica Pegaso, socio del Centro di Studi Sorani. Si occupa in prevalenza di storia politica e culturale, della vita religiosa e delle controversie, di santità e istituzioni ecclesiastiche, delle relazioni tra Chiesa e Stato, dei nessi tra utopia e Riforma, di dissenso e controllo sociale, dei rapporti tra scienza e religione.
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