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La Basilica di Canneto diventa Santuario regionale del Lazio

L’annuncio è stato dato dal vescovo Antonazzo ieri,
a conclusione del Convegno di fine anno sinodale
Si tratta del primo caso nel Lazio e nel Centro Italia

 

20 giugno 2024 – Un altro evento storico segna il corso della vita della Basilica-Santuario di Canneto. È l’annuncio che riguarda la sua erezione a Santuario regionale del Lazio; finora l’unico a godere del titolo e della dignità in tutta la regione e il Centro Italia. La decisione giunge alla fine di un accurato lavoro di indagine supportato dalle fonti archivistiche disponibili.

Il riconoscimento è passato attraverso la richiesta formale che il vescovo della diocesi di Sora-Cassino-Aquino-Pontecorvo, Mons. Gerardo Antonazzo, ha avanzato il 3 maggio 2024 ai vescovi della Conferenza Episcopale Laziale, ottenendone l’unanime parere favorevole nella seduta plenaria del successivo 17 giugno.

Il luogo di culto può essere eretto a Santuario regionale e, a ben diritto, perché nel corso degli ultimi decenni, – in modo particolare, dal decreto del 25 dicembre 1995 di mons. Luca Brandolini che lo elevava a Santuario diocesano ed Ente Ecclesiastico autonomo – esso si è progressivamente configurato nella sua vocazione diocesana. Una vocazione che, con la nascita, nel 2013, della nuova diocesi di Sora-Cassino-Aquino-Pontecorvo, ha assunto un’evidenza ancora più marcata a motivo di quella devozione verso la Vergine Bruna di Canneto di cui erano già profondamente intrisi i territori ora uniti.

L’evento si aggiunge ad altri storici per Canneto, come quello del 1° maggio scorso che ha visto la proclamazione della madonna di Canneto a patrona diocesana, esito della consultazione dei fedeli nel corso del terzo anno di Cammino sinodale, conclusosi, appunto, ieri, 20 giugno. Se oggi Canneto vanta un luogo di pellegrinaggio, assurto prima a Santuario diocesano, vent’anni dopo a Basilica minore e quasi dieci anni più tardi a Santuario Regionale, è solo grazie al poderoso piano pastorale di accoglienza dei pellegrini, profuso negli ultimi decenni dal rettore don Antonio Molle, in comunione col vescovo diocesano, che ne ha fatto emergere il profilo di “luogo dello spirito”, registrato dai documenti di archivio attestanti la costante presenza del luogo sacro nei ritmi delle comunità e dei fedeli. Antonazzo ha dato concretezza ad un’azione lungimirante, che fin dall’inizio del suo episcopato è stata rivolta alle potenzialità del Santuario. E da oggi Canneto ha un maggiore lustro che ne evidenza il carattere privilegiato di luogo di pellegrinaggio e punto di riferimento spirituale.

Andrea Pantone

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