La statua dell’Assunta visita tutte le parrocchie del centro di Cassino
La venerata statua dell’Assunta, tanto amata dai cassinati, dopo il 9 luglio, giorno della tradizionale Processione penitenziale (Leggi qui) , ha concluso la sua peregrinatio nelle parrocchie del centro-città, sostando un giorno in ognuna di esse. La prima tappa è stata la Parrocchia di S. Pietro Apostolo, da dove è ripartita l’indomani, domenica 10 luglio, alla volta della Parrocchia della Sacra Famiglia. Lunedì 11, nel pomeriggio, dopo la Messa, nuova processione, diretta alla Parrocchia di S. Antonio da Padova; accolta da questa comunità parrocchiale presso la stazione ferroviaria, e portata in processione tra le strade del quartiere, il primo a risorgere dopo la distruzione della guerra, la statua è stata poi posizionata in uno spiazzo interno a case popolari, a causa dei lavori di riqualificazione del centro urbano che ancora occupano la piazza davanti alla chiesa e rendono impossibile il passaggio della statua. Ma questo fatto ha attivato tutta la comunità e in particolare i residenti di quella zona, che si sono dati da fare per ripulire, allestire e ornare il piazzale, perché è lì che è stata celebrata la Messa. Lì i bambini sono venuti portando un palloncino al cui filo avevano legato una loro preghiera o pensiero, che alla fine hanno liberato e mandato in cielo gioiosamente. Dunque, è stata una sosta simbolica, con la celebrazione svolta non fra le mura della chiesa ma fra le case, quanto mai sentita e partecipata. Dopo questo indimenticabile momento, nuova processione fino ad affidare la Madre comune alla Parrocchia di S. Giovanni Battista. Il giorno dopo, martedì 12, dopo la Messa vespertina, i portatori (che hanno provveduto a tutti gli spostamenti) hanno issato la statua su un mezzo di trasporto accompagnandola fino alla Parrocchia di S. Bartolomeo Apostolo. Ultimo giorno di peregrinatio è stato mercoledì 13, quando il simulacro dell’Assunta, lasciata la comunità di S. Bartolomeo, ha ripreso la “strada di casa” per tornare nella Concattedrale, non prima di aver fatto sosta anche in piazza De Gasperi davanti alla sede del Comune di Cassino, la città che Maria SS.ma Assunta protegge da secoli e che la ricambia di un amore sconfinato.
Ogni parrocchia si è data da fare per questa occasione e tutti i Parroci: Don Nello Crescenzi, Don Salvatore Brunetti, Don Benedetto Minchella, Don Giovanni De Ciantis, P. Aurelio Elmer, Don Mario Colella (come cappellano dell’ospedale), Don Emanuele Secondi, hanno lavorato perché fosse per tutti e per ciascuno un momento di fede, di preghiera, di comunità e di gioiosa speranza. Nei percorsi delle processioni si è data attenzione particolare ai luoghi della sofferenza e ad ognuno di essi è stata dedicata una sosta di riflessione, di vicinanza e di preghiera per chi soffre o è morto, per i familiari e per coloro che se ne prendono cura. Così è stato, già la mattina del 9 luglio presso la Casa di Riposo “Maria SS.ma Assunta” e il “S. Raffaele”; nei giorni seguenti presso le Case di Cura “Villa Serena” e “S. Anna”, il Cimitero, l’Ospedale “Santa Scolastica”.
In tutto ciò si è visto davvero l’amore a Maria, perché ogni comunità parrocchiale era felice e onorata di ricevere “a casa” la Madre, organizzava addobbi in suo onore, le portava fiori, partecipava convinta ai rosari, alle messe, ai canti, ai momenti più intimi di preghiera, con quella fiducia profonda e radicata che le persone e le famiglie sentono forte dentro di sé. Maria è davvero la Madre di tutti. A Lei le preghiere, i ringraziamenti, le invocazioni, gli affidamenti delle persone più care e delle questioni più delicate. La devozione del popolo, a guardarla bene, commuove davvero, perché è genuina, spontanea e senza limiti. Tutti hanno problemi, dispiaceri, crucci, preoccupazioni e sofferenze di ogni tipo: vedendo quel pregare si capisce che non stanno chiedendo il “miracolo” che risolva in un attimo tutto, stanno chiedendo la forza e la capacità di affrontare i problemi e di portarne le conseguenze anche pesanti. È questa la forza che dà la fede: poter attraversare le tempeste della vita, con lo sguardo in alto, proprio come l’Assunta, facendo del proprio meglio, disposti a dare sé stessi per gli altri, per scoprirsi alla fine sereni nonostante tutto. E di questo si ringrazia la Mamma celeste.
Adriana Letta