Cassino ricorda Don Minozzi, il fondatore dell’Istituto “Figli d’Italia” che provvide, dopo la guerra, ad assistere ed educare numerosi orfani
Intitolato a lui il Largo presso il “San Raffaele” e la rotatoria all’incrocio di via Di Biasio con viale Bonomi
L’inaugurazione del Largo Don Giovanni Minozzi a Cassino, sabato 11 novembre (giorno della sua morte), ha ricordato una pagina importante della storia della città quando, completamente distrutta dai bombardamenti della guerra nel 1944, vide i suoi figli più piccoli rimasti orfani e soli, raccolti e soccorsi da quel gigante e apostolo della carità che è stato appunto Don Giovanni Minozzi, l’Apostolo del Mezzogiorno d’Italia, che ha costruito per loro e organizzato in maniera duratura l’Istituto “Figli d’Italia” per curare la loro crescita, istruzione, educazione umana, spirituale e professionale e immissione nel mondo del lavoro. Al tempo stesso la Città ha scritto una bellissima pagina, quella della riconoscenza che passa attraverso le generazioni.
Il Convegno
L’inaugurazione della targa è stata preceduta da un interessante Convegno che si è svolto nella Sala degli Abati presso la Curia in piazza Corte, a cui hanno partecipato le autorità cittadine, il Sindaco Salera, il Vescovo Gerardo Antonazzo e, cosa commovente, numerosi ex alunni dell’Istituto che negli anni si sono mantenuti in contatto e continuano a collaborare con l’Opera nazionale per il Mezzogiorno d’Italia, fondata allora da Don Minozzi con il suo fraterno amico P. Giovanni Semerìa: intendeva dedicare così la sua vita agli umili, gli orfani, ai poveri realizzando soprattutto nel Mezzogiorno d’Italia istituti, asili, scuole, doposcuola, ricreatori, laboratori, colonie estive. Ebbene, se oggi la struttura dell’Istituto di Cassino è cambiata, in quanto adibita alla Casa di cura e riabilitazione San Raffaele, è pur sempre dedicata alle persone che hanno bisogno e dunque in continuità con l’opera.
In apertura dei lavori, il moderatore, prof. Riccardo Rigante, si è detto certo che Don Minozzi non avrebbe voluto che si parlasse di lui come persona, ma delle sue opere che continuano. Il Sindaco di Cassino, dott. Salera, ha sottolineato che intitolare un largo ad una persona che tanto si è adoperata per i cassinati è opera di modesto valore, ma è importantissima perché ricorda l’importanza di una persona che proprio a Cassino ha lasciato una traccia indelebile. Il Presidente dell’Associazione ex Alunni dell’ONPMI, Carlo Muccini, ha ringraziato gli organizzatori, in particolare Antoine Tortolano, ex alunno, che si è molto adoperato per arrivare a questo giorno e l’arch. Giacomo Bianchi, che ha progettato gratuitamente il Memorial. Don Savino D’Amelio, Padre generale della Famiglia dei Discepoli (congregazione fondata da Don Minozzi), constatando che la vita è valorizzata solo se condivisa con gli altri, ha fatto notare che un Largo con una effigie è luogo aperto e dunque un richiamo forte: Don Minozzi così è persona viva che noi dobbiamo far conoscere. D’altronde, ha detto, “chi conosce Don Minozzi se ne innamora”, dunque, non fermiamoci sul passato ma trasmettiamo chi è Don Minozzi con la nostra vita, coinvolgendo chi incontriamo con l’educazione. Il nipote Antonio ha porto il suo ringraziamento per l’odierna iniziativa ricordando una frase dello zio: “La cultura deve camminare insieme alla carità”. Altro ex allievo, Giuseppe Mastromarino, storico e autore di libri e pubblicazioni sulla vita e l’opera di Don Minozzi e in particolare del libro “Padre Giovanni Minozzi e la storia dell’Istituto Figli d’Italia in America a Cassino”, prendendo la parola, ha relazionato diffusamente sull’azione sociale, culturale ed evangelizzatrice di Don Minozzi, anticipatore di Don Milani. In particolare ha ricordato che il sacerdote nel gennaio del 1947 si recò negli Stati Uniti e vi rimase sino agli inizi dell’anno successivo e si adoperò presso i nostri connazionali per raccogliere fondi per la costruzione della “Casa” di Cassino, dove ospitare i ragazzi orfani e poveri. Trovò la collaborazione convinta dell’associazione dei “Figli d’Italia” in America da cui arrivarono contributi finanziari decisivi per la costruzione della struttura. La posa della prima pietra avvenne già nel 1949 e poi, superati vari problemi di ordine finanziario e burocratico, pur incompleta in alcune sue parti, fu inaugurata nel 1957. Ma c’è una storia non scritta ed è nel cuore degli ex alunni.
Il Vescovo Gerardo Antonazzo, osservando che il Memorial ora arricchisce quello spazio dove sorge il San Raffaele, ha ringraziato di cuore delle testimonianze, della gioia e della condivisione appassionata che tutti gli ex allievi portano con sé dopo esserne stati destinatari. La memoria, ha aggiunto, non deve essere nostalgica ma viva, bisogna farne tesoro. Oggi nella cultura di egolatria dominante occorre passare dall’io al noi. Come Don Minozzi non dobbiamo essere persone di lamentela e nelle crisi dobbiamo con creatività forgiare la speranza e ripartire e allora diventa prospettiva, futuro, come l’opera di questo grande Sacerdote, non assistenziale ma educativa. Una voce, infine, ha chiesto che venga portata avanti la causa di beatificazione di Don Minozzi, che nel 2011 è stato proclamato “Servo di Dio” ed è ora che si facciano i passi successivi.
L’intitolazione del Largo
Al termine del Convegno, ci si è portati al parcheggio adiacente al “San Raffaele” e alla rotatoria all’incrocio di via Di Biasio con viale Bonomi: è lì che è stata posta la stele che riporta l’immagine del volto di Don Minozzi ed una sintesi della sua vita e della sua impareggiabile opera. Lì sono giunti anche i bambini dell’Asilo “Sacro Cuore” di San Giorgio a Liri, fondato e voluto da Don Minozzi e tuttora in funzione. La loro presenza, insieme alle maestre, ha dato una nota di allegria e freschezza proprio come avrebbe voluto lui, il Fondatore. Muniti di bandierine tricolori, hanno cantato, con tutti i presenti, l’Inno degli Italiani. Poi, alla presenza anche di sacerdoti e studenti delle Congregazioni del Fondatore giunti da altri Paesi, il Vescovo Antonazzo ha impartito la Benedizione raccomandando ai bambini: ogni volta che passerete qui, ricordatevi di Don Minozzi e dite: “Grazie!”.
Adriana Letta