Diocesi Sora Cassino Aquino Pontecorvo
Diocesi_Sinodo Diocesi_Sinodo_Testi

“L’ascolto del settimo giorno” – Lettere Cammino Sinodale / 8 (Sora, 6 gennaio 2023)

Lettere Cammino Sinodale / 8                      

                                                                                                          Sora, 6 gennaio 2023
Solennità dell’Epifania

 

 

 

L’ASCOLTO DEL SETTIMO GIORNO

 

In principio Dio creò il cielo e la terra[1]. La creazione è compiuta. Poi, nei primi sei giorni che scandiscono l’inizio del tempo il Signore fissa le regole dell’ordine cosmico, e gode felicemente di ciò che ha creato: “E Dio vide, ed era cosa buona”. Inizia il riposo del settimo giorno: “Dio, nel settimo giorno, portò a compimento il lavoro che aveva fatto e cessò nel settimo giorno da ogni suo lavoro che aveva fatto. Dio benedisse il settimo giorno e lo consacrò”[2].

In ascolto della creazione

Il riposo del settimo giorno è benedetto e consacrato da Dio: il suo riposo inaugura il tempo dell’ascolto del creato che canta la perfetta polifonia della verità, della bontà e della bellezza divina. Dio ascolta il primo inno alla gioia cantato dalle sue creature, e ne gioisce. Resta soprattutto estasiato dal primo canto nuziale dell’uomo: “L’uomo disse: «Questa volta è osso dalle mie ossa, carne dalla mia carne. La si chiamerà donna, perché dall’uomo è stata tolta»”[3]. E’ il primo Cantico delle creature, il canto dell’amore. Dio è come incantato dal racconto della sua creazione, si compiace dell’amore che da esso trasuda. “Dio completa la creazione ascoltando”[4]. Dio crea, Dio parla, Dio insegna, Dio mostra, indica la strada, è maestro, ma alla radice stessa del suo essere Dio c’è la disposizione all’ascolto della sua creazione. E’ l’ascolto del settimo giorno, tempo del riposo di Dio. Ri-posare è ascoltare, gioire da ciò che si fa, dai volti che si incontrano, dalle parole che si scambiano, dai gesti che si regalano. Ri-posare è ri-pensare: il riposo sabbatico consiste nell’ascoltare la voce delle anime, meditare sul senso delle azioni e delle relazioni, e poter dire: “Ed era cosa buona”.

I cieli narrano

I cieli narrano la gloria di Dio[5] e Dio è il primo uditore della voce di tutto il Creato. “Narrazioni più antiche di quelle umane, che hanno risuonato attraverso l’universo prima che vi arrivasse l’uomo, e che continuano oggi a risuonare nelle galassie infinite; a dirci che quelle narrazioni sono anche per noi … I cieli narrano la gloria di Dio. Non sono portatori di un messaggio proprio, ma significanti di altri significati, anch’essi parole pronunciate”[6]. L’ascolto del settimo giorno insegna anche all’uomo a ri-posare per imparare ad amare, riconoscere, apprezzare, accogliere, lodare, ringraziare. Ri-posare esprime un significato intensivo, è come fermarsi due volte, non avere fretta, evitare la dispersione del bene. Facciamo molto, ma ascoltiamo poco da quanto abbiamo fatto; poco gustiamo, poco assaporiamo, poco mastichiamo, abbiamo poca confidenza con la memoria personale e con i racconti comunitari. Se non ascolti non impari. Se non impari non vivi. Ce lo dice l’antropologia: l’ascolto, quello profondo, non ha altri fini se non l’ascolto stesso, per meglio conoscere, comprendere e accogliere con animo grato.

Maria donna del riposo

Ci consegna i verbi del riposo sabbatico: osservare (cosa succede?), custodire (cosa significa?), meditare (cosa mi vuol dire?)[7]. Osservare risponde alla domanda: cosa accade nella mia vita e intorno a me? Si tratta di cogliere la preziosità di ogni evento. Custodire risponde al bisogno di non disperdere, non banalizzare, non sottovalutare senza aver prima ascoltato e compreso ciò che accade. Meditare risponde alla necessità di capire, fare luce e cercare gli intrecci che collegano gli eventi come trama di un racconto unitario e sensato: “Questo si chiama vivere la vita nella pienezza in cui e per cui è stata creata. Ascoltare per vivere davvero”[8]. Ascoltare la vita vissuta, ascoltare la storia di ogni giorno, conservare annunci e messaggi dai quali apprendere sempre nuove lezioni di vita. Ascoltare è non dimenticare. Ascoltare è ri-posare sulla giornata vissuta, farsi dono del settimo giorno per ri-tornare e memoria degli eventi, interpretare e comprendere, custodire ogni cosa, meditando serenamente e seriamente nel proprio cuore.

Buone prassi di sinodalità

La prima e fondamentale ‘buona prassi di sinodalità’ è immunizzarsi dal contagio della lamentela e del pessimismo con il vaccino dell’ottimismo biblico: “Ed era cosa molto buona[9]. La conversazione spirituale del cammino sinodale ci educa a condividere i germi e i segni di tanto bene nella nostra vita ecclesiale, senza per questo tacere le difficoltà. Il Seminario teologico-pastorale (Isola del Liri-Chiesa san Carlo, 10-13-15 febbraio 2023, dalle 18.30 alle 20.00) intende proporre alcune buone prassi di sinodalità. Invito i presbiteri, i diaconi, i consacrati, gli Animatori dei gruppi sinodali dei diversi Cantieri, a partecipare con vivo interesse e personale coinvolgimento.

  • Fabio Dal Cin – Arcivescovo Prelato del Santuario di Loreto
  • Alle ore 15.00 presso la Sala San Tommaso in Sora l’Arcivescovo di Loreto, mons. Dal Cin, incontra i Sindaci e i presbiteri delle comunità appartenenti all’antico Ducato di Sora. Sindaci e presbiteri possono invitare altri amministratori, collaboratori e fedeli laici a tale incontro. L’incontro è comunque aperto a chiunque desideri partecipare. E’ mio vivo desiderio custodire e promuovere l’atto di gratitudine verso la Vergine Lauretana coinvolgendo sempre più la Diocesi, e soprattutto i le Amministrazioni comunali e le parrocchie appartenenti all’antico Ducato di Sora.
  • Alle ore 18.30 mons. Dal Cin parlerà al Convegno diocesano. Papa Francesco ha affidato al Santuario di Loreto come priorità di evangelizzazione la pastorale familiare. E’ uno dei Cantieri che come Chiesa diocesana abbiamo aperto già da qualche anno, e che intendiamo valorizzare anche grazie all’ascolto e al discernimento sinodale.
  • Vincenzo Corrado – Direttore dell’Ufficio per le comunicazioni sociali della CEI

Tra i “villaggi” più abitati e complessi quello della “comunicazione” costituisce senza dubbio un cantiere prezioso da attivare, per imparare ad abitare da credenti l’ambiente digitale.

  • Matteo Zuppi – Arcivescovo di Bologna e Presidente della CEI

Alla domanda che spesso ci poniamo “Come sarà la Chiesa del futuro?”, il card. Matteo Zuppi potrà aiutare a comprendere come la Chiesa che è in Italia si sta misurando con cambiamenti epocali che non possono non riguardare anche le nostre Chiese particolari.

 

Cari amici

vi ringrazio per quanto stiamo immaginando con l’intelligenza dello Spirito per la presenza evangelizzatrice della nostra Chiesa diocesana. Il Seminario teologico-pastorale aiuterà a rallentare il nostro ininterrotto ‘da fare’, per “ri-posare” con la mente e con il cuore su quanto stiamo condividendo con la Chiesa italiana, gioire e benedire il Signore, e lasciarci istruire soltanto da ciò che “lo Spirito dice alle Chiese[10].

                                                                                                + Gerardo Antonazzo

 

[1] Gen 1,1.
[2] Gen 2,2-3.
[3] Gen 2,23.
[4] L. POZZAR, Esercizi di ascolto, 2022.
[5] Salmo 19, 1ss.
[6] L. BRUNI, E’ nostra la libertà più grande, in Avvenire, 7 giugno 2020.
[7] Lc 2,16-21.
[8] R.I. ZANINI, Impariamo dalle Sacre Scritture a metterci davvero in ascolto, in Avvenire, 27 dicembre 2022.
[9] Gen 1,31.
[10] Ap 2-3.

Per leggere e scaricare la Lettera, clicca qui.