CHIESA DI SORA CASSINO AQUINO PONTECORVO
Lettera Cammino Sinodale / 1
Sora, 1 novembre 2021
Solennità di Tutti i Santi
Carissimi,
con la celebrazione eucaristica di Domenica 17 ottobre la nostra Chiesa particolare ha dato avvio al Cammino sinodale, in comunione con Papa Francesco e con la Chiesa italiana. Ringrazio il Signore per la bella esperienza spirituale che abbiamo condiviso come comunità diocesana: presbiteri, diaconi, consacrati, aggregazioni laicali, operatori pastorali, fedeli laici. La liturgia eucaristica, celebrata in un clima di intensa fraternità assembleare, ha riversato su tutti la grazia e la gioia del nostro camminare insieme con “un cuor solo e un’anima sola” (At 4,32). La celebrazione eucaristica è “principio e fondamento” di ogni forma di comunione e di fraternità. È davvero culmen et fons (SC 10) dell’appartenenza ecclesiale, soprattutto in prospettiva ampiamente e concretamente sinodale. Questa mia Lettera ha il solo intento di incoraggiare e disporre progressivamente le nostre comunità a vivere questo tempo di grazia come provvidenziale, in continuità con la ricchezza della Visita Pastorale compiuta.
Il Popolo santo e fedele di Dio
Aprendo il cammino sinodale, Papa Francesco ha precisato il focus dell’evento: non fare un’altra Chiesa ma una “Chiesa diversa”, aperta alla novità che Dio le vuole suggerire, mettendosi in ascolto, camminando con lo Spirito, “perché dello Spirito abbiamo bisogno, del respiro sempre nuovo di Dio, che libera da ogni chiusura, rianima ciò che è morto, scioglie le catene”1. Afferma testualmente il Santo Padre: “Se manca una reale partecipazione di tutto il Popolo di Dio, i discorsi sulla comunione rischiano di restare pie intenzioni. Su questo aspetto abbiamo fatto dei passi in avanti, ma si fa ancora una certa fatica e siamo costretti a registrare il disagio e la sofferenza di tanti operatori pastorali, degli organismi di partecipazione delle diocesi e delle parrocchie, delle donne che spesso sono ancora ai margini. Partecipare tutti: è un impegno ecclesiale irrinunciabile! Tutti battezzati, questa è la carta d’identità: il Battesimo”. La categoria di “popolo di Dio” che deve caratterizzare e guidare il cammino sinodale, e più in generale la vita della Chiesa in dialogo con il mondo, nulla ha a che vedere con l’idea di rivincite o rivendicazioni populiste. Il primo impegno e dovere del cammino sinodale è narrare ‘ad alta voce’, in modo comunitario e partecipativo, necessariamente inclusivo, il vissuto di ciascuna comunità, favorendo un ascolto diffuso dei battezzati, praticanti e non, e anche dei non credenti.
Nell’Evangelii gaudium Papa Francesco ripete per centosessantaquattro volte l’espressione “popolo di Dio”. Quando il Papa parla di popolo si riferisce a ciò che è scritto nella Bibbia e a quanto il Concilio ha fatto proprio per riferirsi alla Chiesa di Cristo, della quale si diviene membri non per la nascita fisica, ma per la “nascita dall’acqua e dallo Spirito” (Gv 3,3-5), cioè mediante la fede in Cristo e il battesimo. Che ha per condizione “la dignità e la libertà dei figli di Dio, nel cuore dei quali dimora lo Spirito Santo come nel suo tempio”, che ha “per legge il nuovo precetto di amare come lo stesso Cristo ci ha amati”2. La Chiesa è costituita dalla “totalità dei fedeli che
hanno l’unzione ricevuta dal Santo Spirito” (cfr 1Gv 2,20-27) … non può sbagliarsi nel credere, e manifesta questa sua particolare proprietà mediante il soprannaturale senso della fede di tutto il popolo, quando, dai vescovi fino agli ultimi fedeli laici, esprime il suo consenso universale in materia di fede e di morale”3.
Rischi in agguato
Il cammino sinodale si svolgerà in un contesto socio-culturale radicalmente cambiato. Non stiamo vivendo un’epoca di cambiamenti, ma ci troviamo coinvolti in un profondo cambiamento d’epoca. Nulla è più come prima. Con evidente e coraggiosa lucidità di pensiero Papa Francesco lo esplicita nel suo discorso alla Curia romana: “Fratelli e sorelle, non siamo nella cristianità, non più! Oggi non siamo più gli unici che producono cultura, né i primi, né i più ascoltati … Non siamo più in un regime di cristianità perché la fede non costituisce più un presupposto ovvio del vivere comune, anzi spesso viene perfino negata, derisa, emarginata e ridicolizzata”4. Da qui, l’esposizione ad alcuni rischi che potrebbero portare a fallimento il cammino sinodale5.
Il primo rischio è quello del formalismo. “Se parliamo di una Chiesa sinodale non possiamo accontentarci della forma, ma abbiamo anche bisogno di sostanza, di strumenti e strutture che favoriscano il dialogo e l’interazione nel Popolo di Dio, soprattutto tra sacerdoti e laici” perché “delle volte c’è qualche elitismo nell’ordine presbiterale che lo fa staccare dai laici e il prete diventa alla fine il padrone della baracca”. Si può ridurre un Sinodo a un evento straordinario, come se si trattasse di riguadagnare una bella facciata di una chiesa senza mai sentirsi parte viva.
Un secondo rischio è quello dell’intellettualismo: far diventare il Sinodo una specie di gruppo di studio, una convention pastorale, infarcita di interventi colti ma astratti sui problemi della Chiesa e del mondo contemporaneo, staccandosi dalla vita concreta delle comunità.
Il terzo rischio indicato dal Papa riguarda la tentazione dell’immobilismo. L’espressione “si è fatto sempre così”, afferma Francesco, è “un veleno nella vita della Chiesa”. La tentazione è che alla fine si adottino soluzioni vecchie per problemi nuovi: un rattoppo di stoffa grezza, che alla fine crea uno strappo peggiore (cfr Mt 9,16).
Mappa diocesana del cammino sinodale
La prima fase del cammino sinodale della nostra Chiesa particolare è costituita da un biennio in cui verrà dato spazio all’ascolto e al racconto della vita delle persone, delle comunità e dei territori. È la fase narrativa, vera dorsale del racconto comunitario, una sorta di “biografia” del vissuto ecclesiale, redatta con il contributo di tutti. Per questo:
– NEL PRIMO ANNO (2021-22) per la narrazione diocesana sul tema: “Per una Chiesa sinodale. Comunione, partecipazione, missione” ci farà da guida il Documento preparatorio della Segreteria Generale del Sinodo dei Vescovi;
– NEL SECONDO ANNO (2022-23) per la narrazione diocesana ci faranno da guida i temi proposti dalla Chiesa italiana secondo le priorità che saranno individuate nell’Assemblea Generale della CEI del maggio 2022;
– NEL TERZO ANNO (2023-2024) saremo impegnati in una “lettura sapienziale” delle narrazioni che saranno emerse nei gruppi sinodali della Diocesi, cercando di discernere “ciò che lo Spirito dice alle Chiese” (Ap 2,17) attraverso il senso di fede del Popolo di Dio. Le narrazioni diocesane faranno riferimento in modo specifico alla pastorale della famiglia, traendo beneficio dal ricco cammino sapienziale compiuto negli anni precedenti sui temi di Amoris laetitia e degli scritti pastorali diocesani.
– NEL QUARTO ANNO (2024-2025) svilupperemo una “lettura profetica” sulla Chiesa diocesana del futuro. Tema centrale e polo d’attrazione del percorso sinodale diocesano sarà la PASTORALE DELLA FAMIGLIA E CON LA FAMIGLIA. Tutte le riflessioni che saranno svolte sul tema saranno ordinate come PROPOSIZIONI SINODALI per la valutazione e la votazione delle assemblee sinodali secondo modalità da definire.
Il metodo di consultazione capillare proposto dal Sinodo dei Vescovi “prevede il coinvolgimento di parrocchie, operatori pastorali, associazioni e movimenti laicali, scuole e università, congregazioni religiose, gruppi di prossimità e di volontariato, ambienti di lavoro, luoghi di assistenza e di cura…”6.
Struttura sinodale diocesana
Per accompagnare e assicurare la consultazione del popolo di Dio e dell’intero territorio diocesano, abbiamo bisogno di una struttura organizzativa di supporto al cammino sinodale.
1. REFERENTI diocesani (Mons. Domenico Simeone e suor Antonella Piccirilli)
2. SEGRETARIO GENERALE del Cammino sinodale diocesano (Mons. Domenico Simeone)
SEGRETERIA GENERALE DIOCESANA:
– Referenti diocesani
– Direttore Ufficio liturgico
– Direttore Ufficio per la catechesi
– Direttore Ufficio pastorale familiare
– Direttore Caritas diocesana
– Direttore Ufficio comunicazioni sociali
3. EQUIPE SINODALE DIOCESANA:
– Vicario Generale
– Referenti Diocesani
– Delegato per il Congresso eucaristico nazionale di Matera
– Vicari zonali
– Segretari dei Consigli pastorali zonali
– Segretario del Consiglio pastorale diocesano
– Segretario del Consiglio presbiterale
– Delegato vescovile e segretario della Consulta delle Aggregazioni laicali
– Presidente diocesana USMI
– Rappresentante dei Religiosi
Alla luce del Magistero
Nei mesi di novembre 2021-gennaio 2022 i Consigli pastorali parrocchiali svilupperanno un percorso di formazione, con speciale riferimento ad alcuni testi di studio:
– Costituzione dogmatica del Concilio Vaticano II Lumen gentium
– Discorso per il 50° del Sinodo (17 ottobre 2015)
– Discorso all’UCN (30 gennaio 2021)
– Discorso all’ACI (30 aprile 2021)
– Discorso alla diocesi di Roma (18 settembre 2021)
Un apporto speciale di formazione viene offerto dalla Scuola diocesana di formazione teologicopastorale. Il IV anno della Scuola diocesana, aperto a tutti, svilupperà nel triennio 2022-2024 uno specifico percorso sulla sinodalità. Gli incontri si svolgeranno sia in presenza che on-line.
Preghiera per il Cammino sinodale
Il percorso sinodale sarà sostenuto un modo speciale dalla partecipazione orante dei due monasteri di monache benedettine di Cassino e di Arpino. A tutti il mio invito a condividere con fiducia una ricca e partecipativa sensibilità ecclesiale, per non sperperare le attese e le speranze riposte in questa stagione sinodale: “Il cammino della sinodalità è il cammino che Dio si aspetta dalla Chiesa del terzo millennio” (Papa Francesco, Discorso 50.mo anniversario dell’Istituzione del Sinodo dei Vescovi, 17 ottobre 2015).
La gioia del Signore sia la nostra forza!
1 PAPA FRANCESCO, Riflessione per l’inizio del percorso sinodale, 9 ottobre 2021.
2 CONCILIO VATICANO II, Lumen gentium, 9.
3 Ivi, 8 e 12.
4 PAPA FRANCESCO, Discorso alla Curia romana, 21 dicembre 2019.
5 PAPA FRANCESCO, Riflessione per l’inizio del percorso sinodale, 9 ottobre 2021.
6 CEI, Lettera della Presidenza, 7 settembre 2021.
✠ Gerardo Antonazzo