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Lettera Cammino sinodale / 7 (20 novembre 2022)

Lettere Cammino Sinodale / 7                      

                                                                                                                      Sora, 20 novembre 2022
Solennità di Cristo Re

 

IL ‘CAMMINARE’ È DI DIO 

 

Cari amici,
l’amicizia ecclesiale che ha caratterizzato il coinvolgimento di molti laici, dei presbiteri, dei diaconi e dei consacrati nel Cammino sinodale della nostra Chiesa diocesana è una risorsa che vogliano investire nel proseguimento della conversazione spirituale. Di tutto questo vi sono molto riconoscente e grato. In questo secondo anno l’ascolto della Chiesa in uscita si apre a tutto il territorio perché l’amicizia ecclesiale per sua propria natura è chiamata a non chiudersi, ma piuttosto a convertirsi in amicizia sociale. Le prospettive per il proseguimento dell’ascolto sempre più accogliente sono state indicate dalla Conferenza episcopale italiana nel testo “I Cantieri di Betania”, presentati alla nostra assemblea diocesana il 26 settembre 2022 da Mons. Erio Castellucci, arcivescovo di Modena.

 

Il Vademecum diocesano
Nel testo del Vademecum diocesano (pubblicato su www.diocesisora.it) sono state descritte gli ambiti specifici dei quattro Cantieri sinodali, insieme con le tracce per l’ascolto e la metodologia per proseguire nella conversazione spirituale. Gli Animatori dei gruppi sinodali dei quattro Cantieri parteciperanno a tre incontri di formazione in ciascuna Zona pastorale, secondo le modalità e le date che ogni Vicario zonale indicherà per la propria Zona.

Dei quattro Cantieri in allestimento, ogni Parrocchia ne allestirà due:

  1. “Cantiere dei Villaggi” presenti sul territorio
    (es: Mondo delle povertà, associazioni di volontariato, periferie e contrade, ambienti di fragilità, ambienti di cultura, arti, sport, lavoro e imprenditoria, categorie professionali, impegno politico e sociale, istituzioni civili e militari, volontariato e terzo settore, codici comunicativi dei social e del ambienti digitali);
  1. Cantiere a scelta, tra B. C. D proposti nel Vademecum diocesano.

Camminare è il verbo dell’incontro
L’ascolto sinodale è un metodo del nostro vivere comunitario (insieme), ma è anche un evento dinamico che merita il verbo camminare. Il cammino è orientato ad un incontro. Il camminare di Dio nell’Antico Testamento è un movimento di con-discendenza verso l’uomo, anche quando l’uomo non lo invoca, non lo attende, o non lo merita. L’immagine è quella di un abbassarsi arrendevole; un’icona divina piena di grazia, lieve come il gesto di chinare il capo. Il camminare di Dio è una stupenda parabola che mette in primo piano l’iniziativa e il primato della grazia divina, la sua inestimabile gratuità verso l’uomo1. All’ingresso della sua residenza a Zurigo, Carl Gustav Jung, uno dei padri della psicoanalisi, aveva fatto scrivere: “Vocatus atque non vocatus, Deus aderit” (chiamato o non chiamato, il dio sarà presente). Tratta dall’oracolo di Delfi, costituisce la risposta che ottennero gli spartani quando consultarono l’oracolo, prima di portare la guerra ad Atene. Scrive Simon Weil: “Se guardiamo a lungo il cielo, Dio discende e ci rapisce”2.

Il camminare di Gesù nei vangeli esprime premura, prossimità, presenza, tenerezza, coinvolgimento: “Mentre erano in cammino, entrò in un villaggio e una donna, di nome Marta, lo ospitò. Ella aveva una sorella, di nome Maria, la quale, seduta ai piedi del Signore, ascoltava la sua parola” (Lc 10,38). Il camminare di Gesù si fa accoglienza di quanti gli vanno incontro. I suoi passi incrociano il cammino di coloro che lo cercano, lo invocano, si prostrano per supplicarlo.  L’ascolto nella Bibbia è il luogo dell’incontro tra il camminare di Dio e la ricerca dell’uomo.

Il cammino sinodale della Chiesa non è un ripiegamento su se stessa, ma è un piegarsi verso il mondo con il fermento del Vangelo, un’apertura profetica all’umanità della quale condivide gaudium et spes.

 

Il primo figlio dell’ascolto è il dialogo
L’ascolto onesto, libero da ogni pregiudizio, non è mai un cammino a senso unico3. L’ascolto rispettoso invoca sempre la reciprocità, la relazione, l’incontro. Il comandamento decisivo che Dio detta ad Israele per custodire la fedeltà del suo popolo recita: “Ascolta, Israele: il Signore è il nostro Dio, unico è il Signore” (Dt 6,4). Questo è tutto per Israele! E quando così non sarà, a causa dell’indurimento del cuore, il popolo di Dio viene ripreso: “Non indurite il cuore come a Merìba, come nel giorno di Massa nel deserto, dove mi tentarono i vostri padri: mi misero alla prova pur avendo visto le mie opere … Per quarant’anni mi disgustò quella generazione e dissi: «Sono un popolo dal cuore traviato, non conoscono le mie vie»” (Sal 95, 8-10).

Allo stesso tempo Dio è anche silenzio che ascolta. L’orante può rivolgersi a Dio con fiducia: “Dal profondo a te grido, o Signore; Signore, ascolta la mia voce. Siano i tuoi orecchi attenti alla voce della mia supplica” (Sal 130,1-2). E quando sembra chiudersi all’ascolto del misero, il salmista osa persino rimproverare Dio per la sua apparente sordità dinanzi all’invocazione struggente: “Mio Dio, grido di giorno e non rispondi; di notte, e non c’è tregua per me. Eppure tu sei il Santo, tu siedi in trono fra le lodi d’Israele. In te confidarono i nostri padri, confidarono e tu li liberasti; a te gridarono e furono salvati, in te confidarono e non rimasero delusi” (Sal 22, 3-6).

Le parole di Papa Francesco sono particolarmente illuminanti: “Gesù Risorto ci incontra nel cammino, ci ascolta e ci parla. Prima di tutto ci ascolta. Il nostro Dio è Parola, e al tempo stesso è silenzio che ascolta… Nella vostra vita al primo posto c’è il dialogo con il Signore fatto di ascolto reciproco: Lui ascolta me e io ascolto Lui. Nessuna finzione. Nessuna maschera. Questo ascolto del cuore nella preghiera ci educa ad essere persone capaci di ascoltare gli altri, e ci educa ad essere sempre più Chiesa in ascolto, comunità che sa ascoltare”4. E’ questa la speranza del cammino sinodale: diventare Chiesa in ascolto, Chiesa del dialogo, una Chiesa profondamente conciliare.

Cari amici,
non dobbiamo mai dubitare dell’ascolto da parte di Dio, soprattutto quando è avvolto dal silenzio e richiede la pazienza della nostra attesa. Allo stesso tempo, impariamo ad ascoltare Dio per non chiudere mai il cuore alla sua Parola di verità e di vita, soprattutto quando siamo allettati e allattati da promesse di messianismi ingannevoli. Impariamo a camminare alla presenza del Signore, e anche verso gli altri per riconoscere la loro presenza come dono. E’ un’arte alla quale Dio ha sempre educato il suo popolo, nonostante le molte resistenze umane. La sfida è sempre aperta, e resta bellissima anche per noi. L’incontro sinodale lungo il cammino dell’ascolto è per noi una grande opportunità, un modello di relazione da offrire al mondo con l’esemplarità del nostro stile ecclesiale.

Il tempo dell’Avvento-Natale celebra il camminare di Dio verso l’uomo e l’attesa vigilante e operosa dell’uomo nel suo andare incontro al Dio della gioia.

Buon cammino!

                                                                                              + Gerardo Antonazzo

 

1 Cf G. RAVASI, L’incontro, Milano 2013.
2 S. WEIL, Attesa di Dio, 151.
3 G. ANTONAZZO, Il vero amico che sa ascoltare, pag. 10.
4 PAPA FRANCESCO, Discorso, 24 novembre 2018.

 

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