Un Presepe “diffuso”, un inno alla Pace
Così gli studenti del Classico e dell’Artistico di Cassino interpretano il presente
Quando docenti e studenti del Liceo Classico “Giosuè Carducci” e del Liceo Artistico “Vittorio Miele” di Cassino hanno iniziato a lavorare al Progetto Presepe di quest’anno, hanno sentito l’esigenza di analizzare prima la situazione attuale del mondo, alquanto disastrata dalle guerre, dai cambiamenti climatici e da molteplici crisi, e si sono trovati d’accordo con Papa Francesco quando afferma: “Non dobbiamo assuefarci davanti a tutto ciò, quasi dando per scontata questa Terza guerra mondiale a pezzi” e si sono messi al lavoro per rendere visibile il loro spirito critico ma anche propositivo sull’oggi.
Il giorno dell’inaugurazione, alla presenza del Dirigente Scolastico prof.ssa Licia Pietroluongo, di docenti, alunni delle varie classi ed ospiti, gli studenti, facendo cerchio intorno al presepe allestito nell’atrio del “Carducci”, contornato da scritte che riportano la parola pace in tutte le lingue, hanno illustrato il loro progetto. E, tra parole di presentazione e canzoni, hanno così spiegato e motivato il loro presepe: “Come il mondo è diviso e separato dai conflitti fra le nazioni, rappresentate dalle bandiere, così i personaggi del nostro presepe sono separati, perfino Maria, Giuseppe e Gesù sono stati collocati separatamente. Il mondo, dilaniato da guerre diffuse, divide anche il nostro presepe e lo rende diffuso. Ogni personaggio è stato collocato nei luoghi dei maggiori focolai di guerra ancora in atto. Ma può un presepe essere diviso? Secondo noi, in un certo senso, sì, perché anche il presepe, diviso e ferito dai conflitti, attende che gli uomini e le donne del mondo di oggi accolgano la pace, dono che viene dall’alto, come l’unica via possibile indicataci dal Bambino di Betlemme, Cristo Gesù, il Principe della pace”.
Hanno cominciato con una canzone, “A Natale puoi”, per ricordare che il Natale è l’occasione per cominciare o ricominciare, per cambiare o per rinascere, alludendo allo slogan di Istituto di quest’anno “Con noi puoi”. Hanno poi spiegato che il titolo, “Nasce il Principe della pace”, è preso da un passo del Profeta Isaia, puntualmente citato, dove il Messia viene chiamato così. Il sottotitolo del Progetto è una citazione da “Le Troiane” del greco Euripide: “Deve dunque evitare la guerra chiunque abbia senno”. Ma il Principe della pace anche quest’anno nasce in un mondo che è in guerra, un mondo ancora profondamente diviso e in conflitto. E ancora: la vera pace è un dono di Dio portato da Cristo, è un dono dall’alto, quindi esige un impegno da parte nostra affinché si realizzi pienamente, esige l’impegno dei capi dei popoli, esige che si mettano da parte gli esclusivi interessi economici, soprattutto quelli legati alle armi, esige l’impegno di chiunque possa fare qualcosa per porre fine alla follia della guerra e per realizzare progetti e negoziati di pace. E qui nuova dotta citazione, stavolta di Ovidio: “Applaudi il tuo Marte, o soldato: io le armi le odio; a me dà gioia la pace e il trovare in essa l’amore”, in mostra a grandi caratteri.
Citazioni ancora della Costituzione Italiana che (art. 11) ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali, e di una canzone del dicembre 1971 di John Lennon e Yoko Ono, Happy Christmas (War is over), nato come brano di protesta contro la guerra in Vietnam, poi diventato tra i più noti classici natalizi. Canzone eseguita dagli studenti “per dire oggi il nostro no alla guerra e il nostro sì ad un Natale di pace”.
Poi gli studenti, che non hanno mancato di ringraziare la Preside e i docenti che li hanno guidati in questo Progetto, i proff. Renna, Consales e Crescenzi, hanno spiegato come hanno trasposto queste idee sul loro albero di Natale: tante palline rosse, molte colorate da loro, rosse come il tanto sangue innocente versato.
Se i ragazzi del Classico hanno ricercato nei classici le frasi adatte da citare e quelli dell’Artistico hanno esposto le tecniche da loro adoperate per dare forma ai personaggi del presepe, insieme certamente hanno scelto le parti musicali e le canzoni (Mir, il termine usato dai Russi e dagli Ucraini per dire appunto pace e Feliz Navidad), e soprattutto la bellissima conclusione: gli uomini e le donne del mondo di oggi accolgano la pace come l’unica via possibile indicataci dal Bambino di Betlemme.
Adriana Letta