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Natale in ospedale

Il Vescovo celebra al Santa Scolastica con gli operatori sanitari

In un luogo che da molti mesi vede sofferenza, timori, lutti, e allo stesso tempo dedizione, abnegazione e solidarietà, non si poteva semplicemente portare gli auguri gioiosi di Buon Natale. Ci si doveva raccogliere insieme per dare riconoscimento alle numerose persone che nell’ospedale lavorano come operatori sanitari nei vari gradi e mansioni, tutti necessari e preziosi, portare conforto ai malati e ai loro cari, ricordare i defunti. E tutti insieme riflettere e pregare. E’ quello che ha fatto il Vescovo Gerardo Antonazzo la mattina di giovedì 16 dicembre. Se l’anno scorso si è dovuto rinunciare a causa della pandemia, quest’anno si doveva assolutamente preparare un incontro, pur con tutte le cautele del caso. Questo ha detto, nella cappella dell’ospedale Santa Scolastica di Cassino, il cappellano Don Mario Colella nell’accogliere il Vescovo ed i convenuti, medici e infermieri, all’inizio della Celebrazione eucaristica. Una chitarra e un piccolo coro animavano la liturgia. Dalla prima lettura, del Profeta Isaia (Is 54,1-10), ha tratto spunto il Vescovo Gerardo per la sua incisiva riflessione: in questo passo sono descritte situazioni di gravi crisi e difficoltà del tempo antico, come la sterilità di una donna, considerata castigo di Dio, ma dice: Come una donna abbandonata e con l’animo afflitto, ti ha richiamata il Signore. Esulta, o sterile. Un incredibile salto di qualità della vita, dalla vergogna al giubilo! Anche noi da due anni siamo afflitti da difficoltà e crisi, preoccupazioni e sofferenze e anche a noi Dio dice: Esulta, il Signore ti è vicino. “Anche se i monti si spostassero e i colli vacillassero, non si allontanerebbe da te il mio affetto, né vacillerebbe la mia alleanza di pace, dice il Signore che ti usa misericordia”. Dio rispetta la libertà dell’uomo e anche se lui fa scelte diverse, gli è vicino e lo sostiene: non si vuole sostituire alla persona per risolvergli i problemi, ma è pronto a dargli il sostegno e la speranza perché da solo riesca a superare il momento difficile. Ecco, in fondo, quello che voi siete chiamati a fare è dare la speranza, essere operatori sanitari ma anche operatori di speranza.

Anche il momento dell’offertorio è stato particolarmente toccante e significativo: sono stati portati all’altare le divise, simbolo del lavoro di cura del malato, un libro, simbolo dello studio sempre necessario, un cuore, perché è un lavoro che deve essere fatto col cuore, e delle simboliche mani, strumento primario e quotidiano di tutti gli operatori sanitari. Infine, prima della benedizione finale, il Vescovo ha benedetto una piccola statua della madonna di Lourdes che è stata donata al reparto di cardiologia e quindi consegnata al Primario. Un incontro che ha fatto bene a tutti, intenso e profondo, capace di colmare il cuore di condivisione e di speranza. Natale è anche questo.

Adriana Letta