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Documenti Vescovo Vescovo Gerardo Antonazzo

Omelia per l’Ordinazione presbiterale di don Florin D’Amata (25 marzo 2022)

I SOGNI DI DIO NEL SI’ DI MARIA

Ordinazione presbiterale di don Florin D’Amata
Sora-Chiesa Cattedrale, 25 marzo 2022

 

 

Carissimi sorelle e fratelli tutti,
sognare è da Dio. Ce lo dice la liturgia nella solennità dell’Annunciazione del Signore. In Maria, Dio realizza il sogno più grande che mai si sia compiuto nella vita di una creatura umana. E Dio continua a sognare anche tra le pieghe di una storia ferita drammaticamente dal peccato, dall’odio, dalla violenza, dalle guerre, dalle aggressioni e dalle umiliazioni di ogni genere. Nel deserto avido di affetti, aspirazioni e ideali, prosciugati spesso dagli egoismi che strappano l’esistenza di ogni uomo alla sua stessa dignità, Dio continua in modo dirompente a suscitare germogli nuovi di umanità obbediente alla sua Parola di verità e di bellezza.

I have a dream
Ho un grande sogno per te! Lo dice Dio per primo a quanti sono raggiunti dai suoi annunci. Meditando sulla parola al popolo d’Israele nella quale il Signore promette un nuovo cielo e una nuova terra (Is 65, 17-21), Papa Francesco commenta: “Troviamo che il Signore ha tanto entusiasmo. E’ come se fosse un “sogno” del Signore, come se il Signore “sognasse” di noi. Dio pensa a ognuno di noi, ci vuole bene, sogna di noi, sogna della gioia di cui godrà con noi. Avete mai pensato: il Signore mi sogna? Mi pensa? Io sono nella mente, nel cuore del Signore?” (Omelia 16 marzo 2015). Noi siamo il sogno di Dio. Ognuno è un sogno di Dio, unico, irripetibile, soprattutto imprevedibile. Un sogno che si racconta e si rivela lungo la trama della vita, se accolta come dono e mistero. Un sogno che parte da lontano. L’inizio di ogni storia umana viene da molto lontano. I grandi sogni vengono dal cuore imperscrutabile di Dio. Dio sogna sempre in grande. Immaginiamo quanto grande sia stato il sogno di Dio su Maria, e con quale gioia e gelosia abbia coltivato e custodito questo sogno. Quale amore di tenerezza dentro questo suo progetto! Quanto grande anche la pazienza con cui Dio ha saputo attendere “la pienezza del tempo” (Gal 4,4) fino al giorno in cui: “L’angelo Gabriele fu mandato da Dio…”.

Crescere nel sì della decisione
Caro don Florin, anche su di te si realizza oggi il sogno che Dio ha accarezzato da sempre, ancor prima che tu sognassi di diventare prete. E solo quando tu avrai portato a termine il ministero che oggi la Chiesa ti affida, il sogno di Dio sarà definitivamente compiuto, e Lui potrà gioire di te: “Dio vide quanto aveva fatto, ed ecco, era cosa molto buona” (Gen 1,31). Le grandi decisioni nella vita non si improvvisano. Maturano con lo svolgimento della biografia di ognuno. All’oscuro dei pensieri e progetti di Dio, Maria cresce nella semplice fede dei padri, nella meditazione assidua della Torah, nella familiarità con il mistero divino rivelato ai Patriarchi, affascinata dalle promesse di Dio nei Profeti, nutrita della sapienza di Israele, in preghiera con il ritmo melodico dei Salmi. La risposta di Maria non è frutto dell’ingenuità o della spregiudicatezza insana. Nessuna imperdonabile temerità in lei, nessuna ansia di prestazione. Nessun aumento di adrenalina in Maria, quasi a soddisfare a ogni costo lo sfizio del protagonismo e della presunzione, ma in Lei solo umiltà genuina e pura. Sant’Agostino domanda: “Dimmi, o Angelo, perché è avvenuto questo in Maria?”. La ragione, dice il messaggero divino, è contenuta nelle parole stesse del saluto: “Ave, o piena di grazia” (cfr Sermone, 291,6). L’annuncio dell’Angelo coglie Maria di sorpresa, ma non impreparata perché da Dio voluta kecharitomene, cioè “pienamente amata” (cfr Lc 1, 28). Il verbo greco è un participio passato passivo: ciò significa che Maria di Nazaret “è stata riempita-di-grazia”. Dio per primo pronuncia il suo sì nuziale a Lei, alla sua umanità, alla sua creaturalità, alla sua santità verginale nell’anima e nel corpo. Origene osserva che mai un titolo simile fu rivolto ad essere umano, e che esso non trova riscontro in tutta la Sacra Scrittura (cfr In Lucam 6,7). La “passività” di Maria implica comunque il suo libero assenso: nell’essere stata riempita di grazia Maria è pienamente attiva nell’accogliere l’onda oceanica dell’amore di Dio. Anche il consenso nuziale di Maria resta unico e singolare: è il sì di una umanità rinnovata e pienamente redenta. Recita il testo della Lettera agli Ebrei: “Entrando nel mondo, Cristo dice: Ecco, io vengo a fare la tua volontà” (Ebr 10, 5.9-10). Gli fa eco l’apostolo Paolo: “Il Figlio di Dio, Gesù Cristo, che abbiamo annunciato tra voi, io, Silvano e Timòteo, non fu «sì» e «no», ma in lui vi fu il «sì». Infatti tutte le promesse di Dio in lui sono «sì»” (2Cor 1,18-20). Nel suo sì a Dio, Maria è madre e discepola del sì del Figlio al Padre. Infatti, in quanto madre con il suo sì Maria precede e prepara il sì del Figlio; nel sì della Donna nuova si compie dunque il sì del nuovo Adamo. Ma allo stesso tempo, il sì di Maria in quanto discepola crescerà di pari passo con il sì del Figlio nell’offerta totale della volontà al Padre: per Gesù sulla Croce, per Maria ai piedi della Croce.

 

Vivere nella fedeltà del Figlio
Caro don Florin, nella risposta di Maria si inaugura e fiorisce il tuo “Ecco …avvenga per me…”, coltivato nella cura dell’educazione familiare e della tua formazione cristiana, maturato nel grembo spirituale della tua comunità parrocchiale dell’Annunziata, nel percorso del discernimento e della preghiera, nella docilità alle mozioni interiori dello Spirito, nel tuo entusiasmo di metterti in gioco, soprattutto nell’ascolto della tua coscienza di fronte al mistero di Dio che ti ha interpellato. Conformato a Cristo, il tuo sì per sempre permetterà al Signore di continuare ad amare e a salvare l’umanità: nel tuo sì la sua Parola annunciata e vissuta, nel tuo sì il suo perdono e l’elargizione incondizionata della sua misericordia, nel tuo sì il suo donarsi in sacrificio d’amore nel sacramento eucaristico, nel tuo sì la sua permanente presenza nel “corpo mistico” della Chiesa. E perché questo tuo “sì” si rinnovi ogni giorno “ci ha conferito l’unzione, ci ha impresso il sigillo e ci ha dato la caparra dello Spirito nei nostri cuori” (2Cor 1,21b-22). Il per sempre della tua consacrazione non è affidato alle tue sole capacità umane, per quanto possano essere creative e generose, ma è fondato sulla potenza dell’unzione dello Spirito che tra qualche istante assumerà la tua debolezza per nutrirla della sua energia. Puoi contare sempre sulla fedeltà di Dio che ti custodisce sulla salda roccia della irrevocabilità dei suoi doni, della sua chiamata e delle sue promesse (Rm 11,29).

Caro don Florin,
la Vergine “annunziata” si è fatta annunciatrice del mistero del suo Figlio andando incontro ad Elisabetta: “Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda” (Lc 1,39). Anche tu oggi sei costituito annunciatore instancabile dell’unica Parola di salvezza a quanti hanno fame e sete di speranza. Al cuore Immacolato della Madre di Dio affidiamo l’amore del tuo cuore di carne animato dallo Spirito Santo.

 

+ Gerardo Antonazzo

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