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Ordinati diaconi Danilo Di Nardi e Carlo Di Sotto

La celebrazione è stata presieduta dal vescovo Antonazzo ieri, 28 giugno 2022, nella Concattedrale di Cassino. Il pastore diocesano ha riletto le storie vocazionali dei due giovani attraverso quelle dei santi Pietro e Paolo come un processo unitario e permanente di conoscenza, amore e appartenenza a Cristo.

 

Giubilo immenso in tutta la diocesi di Sora-Cassino-Aquino-Pontecorvo per il dono di due nuovi diaconi transeunti. La cerimonia, celebrata a Cassino il 28 giugno scorso, presso una Concattedrale gremita, ha riunito attorno ai due ordinandi, Danilo Di Nardi (36 anni) e Carlo Di Sotto (26 anni), rispettivamente originari di Aquino e Pontecorvo, le comunità di provenienza – San Costanzo Vescovo e San Tommaso D’Aquino e la Santissima Annunziata e San Biagio Vescovo – e di tirocinio pastorale dei due giovani – Atina, Rosanisco, Roccasecca, Colle San Magno e Sant’Elia Fiumerapido. A preparare l’evento, il giorno prima, una veglia di preghiera ospitata ad Aquino dal parroco don Tommaso Del Sorbo nella Chiesa di Santa Maria della Libera e presieduta dal responsabile della pastorale vocazionale nonché rettore del Seminario vescovile, don William Di Cicco, il quale, a commento di un passo di una catechesi di San Giovanni Paolo II sulle funzioni liturgiche del diaconato nella Chiesa antica e del vangelo della lavanda dei piedi (Gv 13, 1-17), ha esortato gli ordinandi diaconi ad un amore triplice (ricevuto, vissuto e donato) confermato negli stessi gesti di Cristo Signore e Maestro del servizio.

La liturgia di Ordinazione ha avuto inizio al crepuscolo della giornata, entrata ormai ai Primi Vespri della Solennità dei Santi Pietro e Paolo, con l’incedere solenne e pacato dei due ordinandi, preceduti da una folta schiera di sacerdoti concelebranti e seguiti dall’affettuoso e paterno sguardo del vescovo Antonazzo, mentre il coro San Giovanni Città di Cassino, che ha animato con i canti di gioia e di festa l’intera celebrazione, predisponeva l’assemblea alla preghiera.

Dopo la Liturgia della Parola, che ha fatto ascoltare ai fedeli presenti le pagine degli Atti degli Apostoli, della Lettera ai Galati e del Vangelo secondo Giovanni, ha avuto luogo l’elezione e la presentazione dei candidati, affidata a don Emanuele Giannone, rettore del Pontificio Collegio di Anagni dove essi si sono formati.

L’omelia del Vescovo (leggi qui) è stata tutta orientata a rileggere e ad impostare l’evoluzione futura delle storie vocazionali di Danilo e Carlo attraverso le esperienze di sequela Christi dei santi Pietro e Paolo, che la liturgia e l’iconografia della Chiesa fin dalle origini hanno ricordato insieme, senza mai scindere, come i fondamenti dell’unità della vita e della missione della Chiesa, come le colonne di una comunione ecclesiale che non può che esprimersi proprio attraverso la loro relazione complementare. Rivolgendosi ai due candidati all’Ordine del diaconato, Antonazzo li ha esortati a riconoscere nelle vicende dei «testimoni sublimi ed esemplari della diaconia del Vangelo» un “caleidoscopio di molteplici chiamate” che inaugurano, scandiscono, costantemente motivano e accrescono l’appartenenza al Cristo risorto, mediante una progressiva conoscenza sua e del suo amore «che supera ogni conoscenza» (Ef 3, 19). Solo così ogni discepolo di Cristo potrà, al di là dei successi personali e delle crisi e dei fallimenti, cogliere la chiamata «come dono gratuito e non come conquista orgogliosa della propria fedeltà». Il Vescovo si è soffermato sul fatto che la vocazione (sia all’Ordine sacro sia all’amore coniugale) è la trama di più chiamate all’interno di un processo vocazionale unitario e permanente, citando il cardinale Carlo Maria Martini: «La vocazione è l’altra faccia della nostra conoscenza di Dio …Quanto più conosciamo il vero volto di Dio, tanto più possiamo rispondere rettamente alla vocazione; correlativamente, quanto più sappiamo rispondere alla chiamata, tanto più approfondiamo la conoscenza del vero volto di Dio».

Terminata l’omelia, gli ordinandi hanno espresso l’impegno di essere ministri di Cristo e della Chiesa, suggellato dalla promessa di obbedienza al Vescovo, principio e fondamento di unità e comunione nella Chiesa. Per l’imposizione delle mani e la preghiera di ordinazione Danilo e Carlo sono quindi diventati diaconi e, indossate le vesti liturgiche proprie e ricevuto il libro dei Vangeli, hanno inteso di dover far propria, sempre, nelle celebrazioni e nella vita, la buona novella del Cristo creduta, insegnata e vissuta.

Andrea Pantone