Un digiuno comunitario per iniziare in modo giusto la Quaresima
Mercoledì 14 febbraio quest’anno sembrava un po’ uno scherzo: andavano a coincidere la festa di San Valentino, intesa come festa degli innamorati, e il Mercoledì delle Ceneri, inizio della Quaresima. Fermo restando che il Mercoledì delle Ceneri non si sposta, non è poi così difficile rimandare, ad esempio, al giorno dopo la festa degli innamorati, che alla fin fine è una trovata commerciale che spesso si perde tra svenevoli pensieri e costosi ma sciocchi acquisti…
La Quaresima chiede di più, comincia con il chiedere un giorno di digiuno, ma promette di più, molto di più, la pace del cuore e la speranza. L’esperienza di ormai vari anni fatta nella Parrocchia di S. Antonio a Cassino ci ha insegnato che il digiuno, se fatto comunitariamente anziché personalmente o privatamente, è molto più facile e dà frutti sicuri. Anche quest’anno la chiesa ha aperto le porte nella calma e nel silenzio dando appuntamento alle 13,30 a chi voleva partecipare. E così, puntualmente, le persone sono arrivate, silenziosamente hanno preso posto e hanno visto i due tavoli apparecchiati con bottigliette d’acqua e fette di pane con salviette per prenderle, e le operatrici Caritas pronte a servire. Invitati dal parroco ad avvicinarsi e a prendere, i presenti si sono messi in fila e poi sono tornati a sedersi al proprio banco. Tutto con molto ordine. A quel punto, mentre tutti consumavano quel pasto povero ma prezioso, Don Benedetto Minchella ha introdotto il momento che si andava a vivere e ha dato poi lettura del Messaggio di Papa Francesco per la Quaresima 2024: tutti ascoltavano raccolti, lasciandosi guidare dalle parole del Messaggio che ha per titolo “Attraverso il deserto Dio ci guida alla libertà”. Un messaggio profondo, una chiamata vigorosa alla libertà. Dio educa il suo popolo, perché esca dalle sue schiavitù e sperimenti il passaggio dalla morte alla vita. Dio vede e soprattutto ascolta, è Dio a vedere, a commuoversi per la schiavitù del suo popolo e a liberarlo, non è Israele a chiederlo, incredibile! «Io sono il Signore, tuo Dio, che ti ho fatto uscire dalla terra d’Egitto, dalla condizione servile» (Es 20,2). E il Papa avverte: non è solo la schiavitù del Faraone, c’è anche quella degli idoli: il denaro, certi progetti, idee, obiettivi, la nostra posizione, una tradizione, persino alcune persone”, e continua: “È tempo di agire, e in Quaresima agire è anche fermarsi. Fermarsi in preghiera, per accogliere la Parola di Dio, e fermarsi come il Samaritano, in presenza del fratello ferito”. “Preghiera, elemosina e digiuno non sono tre esercizi indipendenti, ma un unico movimento di apertura, di svuotamento” e ci fanno passare dalla schiavitù alla libertà, ci faranno trovare nuove energie e sentire fratelli e compagni di viaggio quelli che credevamo nemici e minacce.
Le parole di Papa Francesco entrano nel cuore di tutti, si fanno spazio nel silenzio, pongono domande, fanno intravedere prospettive nuove. Non bisogna aver fretta, ma neppure lasciarsi alle spalle questi suggerimenti e dimenticarli, perché se invece continueremo a farli lavorare dentro di noi, ci diranno come fare per risolvere certe problematiche, come aiutare gli altri e ricevere aiuto a nostra volta… Ci sentiremo parte di una comunità, ci sentiremo meglio, più liberi e creativi. In una parola, più vicini al Signore.
Possibile che tante suggestioni, addirittura capaci di cambiarci (o meglio di convertirci) possano venire nello spazio di un pasto così modesto e semplice, fatto di pane, acqua e meditazione silenziosa? Sì, è possibile.
Adriana Letta