La fede ai tempi del Covid19
Negli ultimi mesi, tutta Italia ha visto il moltiplicarsi di attività religiose online, oltre che televisive, in cui sacerdoti, vescovi e laici, anche i meno avvezzi al digitale, si sono ritrovati dietro uno smartphone o una telecamera a fare dirette streaming sui social per stare vicino ai fedeli, per dare loro conforto e sostegno in questo tempo.
È questo il paradosso drammatico che si vive in questi giorni nelle parrocchie delle diocesi italiane per la pandemia, che ha spinto la Conferenza episcopale italiana ad adeguarsi ai decreti governativi sospendendo tutte le cerimonie religiose. Ma nonostante l’emergenza, i contagi e le vittime, i sacerdoti, consapevoli della loro missione, hanno cercato e cercano nuove forme di pastorale nei mezzi digitali, incentivando la preghiera, decisi in questi amari giorni a restare in prima linea con la fantasia dettata dallo Spirito.
I sacerdoti convivono con questa dura lotta al Covid–19, restando vicino al proprio gregge, senza aumentare la tensione, concedendo una certa serenità nella prossimità digitale. Questo tempo, una vera morsa contro la libertà dell’umanità, può essere un “un dono dello Spirito”. Per cui, il via alle varie occasioni, che presto sono diventati appuntamenti e rubriche ed ancora attività oratoriali o momenti settimanali o quotidiani di preghiera e riflessione. Per non far sentire solo nessuno, per riempire il vuoto della celebrazione domenicale, o della tradizionale processione, ecco il fiorire di parole e azioni liturgiche sui social, a distanza ma comunque uniti, pronti nelle nostre case a collegarsi, tutti insieme, per essere dei credenti, distanziati fisicamente ma legati dal filo inestinguibile della fede.
don Alessandro Rea
Direttore ufficio diocesano Comunicazioni sociali e pastorale digitale