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Per la Giornata di preghiera per le claustrali le benedettine di Arpino aprono ‘virtualmente’ il monastero

«La speranza sia il nostro orizzonte»: la comunità religiosa femminile lo annuncia rilanciando il dono della preghiera e il dovere dell’accoglienza e promuovendo per le giovani esperienze di vita benedettina

 

San Silvano del Monte Athos diceva: “Il mondo sussiste grazie alla preghiera. Quando sulla terra non ci saranno più uomini di preghiera, allora grandi calamità si abbatteranno su di essa e il mondo perirà”. In una società che esalta l’azione, probabilmente ci riesce difficile comprendere il valore della vita monastica. Perché rinchiudersi tra quattro mura quando il mondo ha bisogno di aiuti concreti verso tante persone svantaggiate? Il 21 novembre, memoria liturgica della Presentazione della Beata Vergine Maria al Tempio, ricorre anche la giornata mondiale di preghiera per le claustrali, un appuntamento speciale di riconoscenza per l’incessante dono della preghiera. Ricordare le persone di vita contemplativa che dedicano la propria esistenza al bene di tutti attraverso la forza dell’intercessione, significa innanzitutto non dimenticare l’esistenza e la necessità di Dio, centro di tutto. È vero che nelle famiglie, per strada o nelle corsie degli ospedali c’è chi ha bisogno di parole di conforto e di gesti concreti di aiuto, ma lo stare davanti a Dio in preghiera diventa la possibilità di entrare continuamente nel deserto di tutte le situazioni umane e generare nuove possibilità di cammino e di speranza. In quest’epoca, nella quale le persone sono così indaffarate da non avere tempo sufficiente per ascoltare la voce di Dio, i monasteri diventano come dei “punti di ristoro” dove uomini e donne di ogni età, provenienza, cultura e religione possono (ri)scoprire la bellezza del silenzio, del raccoglimento per ritrovare se stessi e ristabilire un giusto ordine nella loro vita.

Il nostro Archicenobio Benedettino di “S. Andrea Apostolo” in Arpino è uno dei più antichi del mondo e affonda le sue radici nella leggenda. Secondo la tradizione orale, San Benedetto, partendo da Subiaco per Montecassino, attraversò la Valle del Liri, l’unica strada percorribile in quei tempi, passò per Arpino e qui lasciò la sorella S. Scolastica, che fondò il nostro Monastero dietro consiglio e sotto la guida del fratello. Vivere in un Monastero ricco di una storia singolare per la sua antichità e per la continuità di vita monastica (nonostante le varie peripezie lungo i secoli e le leggi di soppressione del XIX secolo), è per noi un grande dono e una chiamata speciale. Dentro queste sacre mura non si è mai interrotta la presenza orante ed operosa delle monache. La vita comunitaria si svolge, secondo la Regola di San Benedetto, in un sapiente alternarsi di preghiera comunitaria e personale, di lode al Signore e d’intercessione per l’umanità, di lavoro delle mani, della mente e dell’ospitalità. Si tratta del programma sintetizzato felicemente nel motto “Ora et labora”, prega e lavora. Dalle 5:45 del mattino fino alle 21 di sera la campana ci chiama sette volte al giorno nel coro monastico, alla presenza di Gesù Sacramentato, per farci voce della Chiesa e all’ascolto della Parola nella meditazione e nella preghiera personale.

Il lavoro, nella varietà degli uffici assegnati a ciascuna di noi, è sempre finalizzato a custodire e promuovere la vita contemplativa. Offerto a Dio, durante la giornata, in umile atteggiamento di solidarietà con il lavoro dei nostri fratelli e sorelle sparsi nel mondo, diventa anche esso preghiera e apostolato che trasmette l’Amore di Dio, mezzo di collaborazione all’opera della creazione del Signore e sostentamento materiale. Le nostre occupazioni assumono forme diverse: ricamo, confezione e restauro paramenti sacri, confezione delle ostie, cura dell’orto, manutenzione del Monastero, catalogazione dei libri antichi, produzione dei dolci, accoglienza in parlatorio. La nostra giornata prevede anche il tempo per la formazione personale e comunitaria permanente seguendo specifici corsi online o con la presenza di qualche bravo sacerdote o monaco. Inoltre condividiamo la Parola nelle riunioni comunitarie e viviamo la fraternità nelle ricreazioni serali.

Il carisma benedettino dell’accoglienza è un elemento prezioso anche per la nuova evangelizzazione. Andare dalle monache per ricevere una parola di speranza aiuta a ridare senso alla vita, fino a ridimensionarla per meglio poi proseguire il cammino. Per queste ragioni, tenendo conto delle esigenze spirituali dell’odierna società sottoposta a ritmi di vita frenetici e stressanti, anche in vista del Giubileo del 2025, ci proponiamo di lavorare maggiormente con l’ospitalità, componente importante della Regola di S. Benedetto: “Si accolgano tutti gli ospiti che arrivano come Cristo in persona” (RB, c.53). Nella nostra cappella, dedicata a S. Benedetto c’è la possibilità di partecipare, dal lunedì al venerdì, alla S. Messa delle ore 7:15 e all’incontro di preghiera di ogni prima domenica del mese alle ore 15:30 con il gruppo “Apostoli della Divina Misericordia, Madonna di Loreto, Regina della Pace”. Il sabato sera invece abbiamo la S. Messa prefestiva alle ore 17 (17:30 in estate) preceduta dalla recita del S. Rosario. Infine, attigua alla Cappella di S. Benedetto, abbiamo l’Oasi Benedettina “Maria Ss.ma di Loreto” dedicata a quanti desiderano vivere giorni di ritiro personale e di deserto, unendosi alla nostra preghiera. Gli ospiti si autogestiscono in locali attrezzati, usufruendo anche di una porzione del giardino e di un’ampia sala conferenze fuori della clausura monastica. A chi avesse particolari difficoltà, siamo a disposizione per offrire soluzioni. Per le giovani che lo desiderassero, possiamo offrire un periodo di esperienza di vita benedettina nella condivisione della nostra giornata, magari per avere più luce su una scelta di vita secondo il Progetto dell’Amore che Dio ha su di loro.

Siamo ormai alle porte dell’Anno giubilare, un anno speciale e di grazia, durante il quale abbiamo la possibilità di rileggere la nostra vita, comprendere meglio come camminiamo e discernere come viviamo il dono del Battesimo e del nostro essere comunità cristiana in quanto pellegrini di speranza. È essenziale vivere una fraternità che dia priorità all’ascolto dell’altro, all’aiuto reciproco, all’importanza del pregare e gioire insieme, del perdonarsi e ricominciare. D’altronde, la qualità della nostra vita dipende dalla qualità della relazione con Gesù che viviamo nell’amore al Vangelo e all’Eucarestia. La Chiesa ci affida la missione di pregare incessantemente per essere, davanti a Cristo cuore, voce e sguardo di essa. Prepariamoci a vivere intensamente l’esperienza giubilare del 2025 con cuore aperto e disponibile allo Spirito che ravvivi la nostra fede nel Risorto e il nostro essere testimoni credibili.

Tante persone si affidano alla nostra preghiera e tutti portiamo nel nostro cuore, nella nostra quotidiana intercessione e nella nostra vita di donne in cammino con tutta l’umanità. Auguriamo a tutti ciò che ci raccomanda S. Benedetto: “Nulla preferire all’Amore di Cristo” (RB 4,21), l’Unico che possa renderci felici dando un senso alla nostra vita.

Grazie a tutti voi che camminate con noi. Per chi volesse raggiungerci in qualche modo, segnaliamo i nostri orari: 9-12 al mattino e 15-17 di pomeriggio e i nostri recapiti: tel. 0776.849.355; e-mail: monasteroarpino@virgilio.it

 

Comunità delle Monache Benedettine di Arpino 

Veduta del giardino del monasteroAccesso al giardino del monasteroChiostro internoLa cappellina aperta al pubblicoZona del deserto aperta al pubblicoCoro del SeicentoSala della visitazioneUn angolo della bibliotecaSala conferenzeUno dei corridoi dentro la clausura monasticaCamera ospiti della foresteriaSala da pranzo della foresteriaIl forno anticoLa cucinaLaboratorio del ricamoIl laboratorio delle ostie