Un dialogo oltre la storia fra i due grandi santi d’Aquino Costanzo e Tommaso
Ospite d’eccezione il Prefetto della Biblioteca Apostolica Vaticana Mauro Mantovani
La Basilica Concattedrale di Aquino torna ad essere protagonista degli eventi legati alle celebrazioni anniversaristiche per il Dottore Angelico, i 750 della morte nel 2024 e gli 800 anni della nascita nel 2025. Ad accendere ancora una volta i riflettori sulla comunità che trae il vanto dal Doctor Communis è stata la presentazione, presso la Concattedrale aquinate martedì 17 settembre, di una preziosa pubblicazione scritta dallo storico don Luigi Casatelli, già parroco di Aquino. Il testo reca il titolo Costanzo e Tommaso. La santità che splende ad Aquino e rivela quale progetto di inedita originalità Casatelli abbia inteso introdurre nell’ambito delle commemorazioni tomistiche: creare l’occasione per far dialogare tra loro due figure di santità distanti nel tempo e diverse rispetto all’opera da esse condotta nel proprio tempo. Da una parte Costanzo, vescovo sull’antica sede episcopale nel VI secolo, ritratto da papa Gregorio Magno nei suoi Dialoghi come vir venerabilis vitae et pater amabilis e destinato ad essere il primo santo del popolo aquinate, il cui culto nel Medioevo ne è stato «fattore unificante e di identità». Dall’altra, san Tommaso d’Aquino, la cui biografia è ripercorsa attraverso cenni storici, dalla nascita ai primi studi a Montecassino, dal periodo napoletano all’ingresso nell’ordine domenicano, nelle vesti di allievo alla scuola di Alberto Magno e in quelle di predicatore in dialetto a Napoli, fino all’interruzione dell’attività della scrittura e alla morte. Casatelli sintetizza l’attualità dell’Aquinate con le stesse parole del filosofo E. Gilson: «noi possiamo pensare la Chiesa fino al sec. XIII senza Tommaso, ma non la possiamo pensare più senza di lui». Il dialogo fra Costanzo e Tommaso culmina nell’immaginoso incontro in Paradiso, in cui compaiono le altre imponenti figure di san Benedetto e san Bernardo di Chiaravalle (cap. VIII).
Ospite d’eccezione all’evento è stato il prefetto della Biblioteca Apostolica Vaticana don Mauro Mantovani. Al tavolo dei relatori, accanto a don Luigi Casatelli, si sono seduti la Dott.ssa Cristina Freni, Consultrice del Dicastero delle Cause dei Santi, il sacerdote e docente don Nello Crescenzi in qualità di moderatore e il vescovo diocesano Gerardo Antonazzo. La corale “Sancta Caecilia” ha curato gli intermezzi musicali eseguendo l’Inno a san Costanzo e il celebre Adoro Te devote. La genesi del testo risale al 6 marzo 2022, vigilia festiva di san Tommaso, a conclusione della presentazione al pubblico, sempre nella Concattedrale aquinate, della penultima fatica letteraria di don Casatelli Montecassino, Aquino, Sora e Pontecorvo. Quindici secoli di storia. Le pagine rispondono infatti alla provocazione mossa all’autore da uno dei relatori di quell’occasione, il prof. Filippo Carcione, di approfondire con studi ulteriori il legame da lui suggerito di una “filiale devozione” del Dottore Angelico per san Costanzo. È così che Casatelli fa parlare i due santi andando oltre il dato storico per recuperarvi elementi di verosimiglianza non supportati storicamente ma nondimeno privi di credibilità. Casatelli – analizza la Freni nel suo illuminante intervento – fa proprio il criterio esposto da Aristotele nella Poetica secondo cui l’“immaginazione” è una metodologia di continuità tra lo storico, cui spetta narrare cose accadute, e il poeta, che racconta non gli accaduti «ma cose che possono accadere, che sono possibili secondo verosimiglianza e necessità». Una lettura già codificata dall’introduzione storica del prof. Filippo Carcione, il quale riconduce l’architettura narrativa del libro alle categorie del “certo”, del “probabile” e del “possibile”. Il testo è introdotto anche dalla presentazione del prefetto della Biblioteca Apostolica Mantovani, una vera e propria interpretazione teologica dell’agile volume quale «significativa testimonianza di come la santità vissuta diventa essa stessa seme di nuova santità». Il vescovo Antonazzo ha concluso gli interventi affidando ai presenti le “consegne” lasciate dai santi Costanzo e Tommaso: la vita, lo studio e il ministero come luoghi di santificazione hic et nunc e la loro capacità di profezia.
Andrea Pantone