La Caritas diocesana Sora-Cassino-Aquino-Pontecorvo si mette in gioco nei prossimi mesi con tre progetti che vogliono essere segno di attenzione per le persone che, sempre più numerose, bussano alla porta, per emergenza economica e abitativa, senza dimenticare l’importanza da dare alla costante formazione degli operatori della carità. I primi due progetti, Up-doniamo e Parà-oikia,sono in fase di avvio e saranno presentati giovedì 22 aprile presso la sede della Caritas diocesana, a Sora; il terzo è già attivo sul territorio di Cassino e Cervaro e sta muovendo i primi passi.
Qui di seguito una breve nota esplicativa dei progetti.
Primo progetto: Up-doniamo. Si tratta della creazione di un’applicazione, che si potrà scaricare sul proprio cellulare e sarà utile alla raccolta e distribuzione di eccedenze alimentari sul territorio. Attraverso la rete sarà possibile unire solidarietà e sostenibilità e indirizzare a chi ha bisogno le eccedenze alimentari di negozi e ristoranti, famiglie e qualsiasi altro donatore, attraverso una procedura immediata, ma al tempo stesso sicura e certificata. La proposta – avviata con la collaborazione fra il Banco delle Opere di Carità del Lazio, la Caritas diocesana e il progetto Policoro – è finanziata dai fondi dell’8xmille della Cei e si basa sulla realizzazione di un’app, attraverso cui tessere una rete di corresponsabilità tra le parrocchie della diocesi, volontari, aziende e attività commerciali, con cui il sistema prevede di interagire. Attraverso l’applicazione potranno essere messi a disposizione alimenti e cibi ritirati dalla vendita, alimenti in esubero o donazioni spontanee e prenotare il ritiro, per la ridistribuzione a chi ne ha bisogno.
Particolare, in questo tempo di Covid, è la collaborazione con il comitato della Croce Rossa di Piedimonte San Germano, che si occuperà, tra l’altro, della consegna a domicilio di beni alimentari e cibi per famiglie che si trovano in isolamento domiciliare a causa del Covid19.
Secondo progetto: Parà-Oikia, che prevede una serie di attività, rivolte prevalentemente a favore di senza dimora, famiglie con minori, sfrattate o in grave disagio economico, vittime di usura, studenti, famiglie o individui singoli che necessitano di isolamento per causa Covid-19.
La Caritas, attingendo al fondo 8x mille della Cei, ha preso in comodato d’uso alcune case per poter sviluppare un’accoglienza diffusa in favore di persone e/o famiglie bisognose: due situate a Sora, una a Posta Fibreno, un’altra a San Donato Val di Comino. È stata attivata la collaborazione delle caritas parrocchiali della Val di Comino e del progetto Policoro, nell’intento di coinvolgere altre caritas zonali e parrocchiali del territorio diocesano.
Obiettivo principale è quello di offrire un’adeguata accoglienza a famiglie in difficoltà economiche, persone senza fissa dimora che necessitano di un luogo in cui abitare e vivere per prepararsi al reinserimento nel contesto sociale.
Si è palesata inoltre l’esigenza di aprire uno spazio adiacente al dormitorio del Centro Servizi Caritas, per l’accoglienza immediata degli adulti in situazione di grave emergenza e disagio abitativo, adottando i protocolli sanitari e salvaguardando l’intera struttura dal rischio di un possibile contagio. La persona potrà permanere all’interno della struttura per i giorni necessari allo svolgimento dei controlli sanitari necessari per la rilevazione di negatività o positività al Covid19. Successivamente potrà essere accolta all’interno del dormitorio per dare inizio al piano di accoglienza previsto dal progetto, che vuole ridisegnare gli spazi di accoglienza per far sì che essi diventino “case”, intese come luoghi dove vivere e dove ricostruire la propria identità.
Fondamentale al percorso di reinserimento sociale sarà l’intervento degli animatori del progetto Policoro della diocesi che si occuperanno di svolgere colloqui, provvedere alla redazione dei curricola e sostenere le persone nella ricerca attiva del lavoro, per il superamento della loro situazione.
Terzo progetto: Parrocchie, case tra le case, al tempo di Covid-19, mostra quanto la Caritas non sia una pura organizzazione di servizi, ma abbia una dimensione fortemente ecclesiale, capace di leggere la realtà, di incontrarsi per riflettere e dare risposta unanime innanzitutto alla sete di Dio presente in ogni persona, e di promuovere e curare le risposte comunitarie più adeguate al tempo che viviamo, attraverso la vicinanza e la prossimità tra le parrocchie. Il progetto offre sostegno formativo nello scambio tra persone che desiderano spendersi come animatori e operatori della testimonianza comunitaria della carità.
Gli operatori della carità attivi nelle parrocchie sperimentano il fare cooperativo tra loro e con le altre realtà del territorio attraverso la creazione di luoghi e tempi stabili di analisi della realtà, condivisione delle risorse, intervento su più fronti.
Il progetto, attraverso la sensibilizzazione e l’incontro degli operatori Caritas del territorio della zona pastorale di Cassino e Cervaro porrà le premesse per un lavoro territoriale di conoscenza reciproca, di rispetto delle esperienze diverse, di desiderio di azione comune e di animazione delle comunità parrocchiali.
Si attivano in tal senso tutte le risorse di animazione già presenti nel territorio, con il coinvolgimento dei Parroci e volontari e la costituzione di una equipe pilota che affianca gli operatori diocesani nella riflessione in ordine al percorso stesso, che va dalla spontaneità alla consapevolezza, dalle persone alla conoscenza dei fenomeni socio – pastorali, dalla lettura della realtà ai servizi. Sarà quindi possibile attraverso le dinamiche innescate dal progetto definire gli impegni di cambiamento nel proprio operato e/o la possibilità di costituire nuovi servizi sperimentali a sostegno dell’azione di testimonianza della carità nella comunità cristiana.