E’ stato San Lorenzo il protagonista assoluto di questi giorni nella parrocchia che porta il suo nome a Isola del Liri. Una settimana di “peregrinatio” di una statua lignea del Santo è servita a preparare la sua festa, ma soprattutto a diffondere la conoscenza di questo giovane diacono, venuto a Roma dalla Spagna con il suo Maestro e alcuni compagni, tutti vittime della persecuzione che l’imperatore Valeriano operò dal 6 al 10 agosto 258.
La bella immagine di San Lorenzo ha sostato nelle case e nelle piazze, nelle chiese più periferiche e nei centri di cura e di svago per anziani, suscitando sorpresa, ammirazione, preghiere e riflessioni. Ci hanno fatto da guida in questo cammino le 8 formelle del portone di bronzo della chiesa parrocchiale che “raccontano” i vari momenti della vita del Santo, dalla partenza alla morte, passando per le tante opere di carità per i poveri e con i poveri, “tesoro” prezioso della Chiesa.
Lunedì sera, vigilia della festa, sono stati protagonisti con San Lorenzo i 29 giovani e adulti che hanno ricevuto durante la solenne Concelebrazione eucaristica, animata dai giovanissimi della parrocchia, il Sacramento della Confermazione per le mani del Vescovo Gerardo, che ha impostato la sua omelia proprio sul rapporto tra i giovani e il Santo martire.
Una vita “bruciata”, quella del Santo, ma non “sprecata”, buttata via, consumata inutilmente come, purtroppo, è accaduto e accade per tante generazioni di giovani. La sua è una vita “donata” nel bene e per il bene degli altri, soprattutto di chi meno ha e meno può.
Un invito, quindi, a stare, sì, sulla “graticola”, sotto cui arda, però, il fuoco dello Spirito santo, il solo capace di amore vero, generoso, pronto a morire a sé stesso per dare vita agli altri, proprio come il chicco di grano citato nel brano del Vangelo appena letto.
La celebrazione è stata coinvolgente e, a detta degli stessi giovani, un “momento magico”, che ci auguriamo resti non confinato nel ricordo e nel cuore dei singoli, ma sia “fruttuoso” per la loro vita e per quella della comunità in cui essi sono ora inseriti o si troveranno un giorno a vivere.
Luciana Costantini
Foto di Rosalba Rosati