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San Tommaso d’Aquino: iniziata la peregrinatio della reliquia

Ieri Aquino e Roccasecca sono state le protagoniste della cerimonia 
L’iniziativa avrà contorni extra-diocesani e regionali

 

Giorno memorabile per le comunità di Aquino e Roccasecca, evento storico per l’intero territorio diocesano. Nella memoria liturgica di San Tommaso d’Aquino, domenica scorsa 28 gennaio, ha avuto inizio nella diocesi di Sora-Cassino-Aquino-Pontecorvo la peregrinatio della reliquia del santo aquinate, custodita dal 1963 nella Basilica-Concattedrale di Aquino.

I resti sacri del Dottore Angelico solo in due occasioni hanno lasciato la terra aquinate per raggiungere altri luoghi: nel 1974, nell’anno del settimo centenario della sua morte, essi furono accolti presso la Cattedrale di Frascati e, nel 2008 visitarono la città di Fondi.

A rendere l’iniziativa del vescovo diocesano Gerardo Antonazzo unica nel suo genere è non solo il fatto che la reliquia raggiungerà le otto zone pastorali, sulla scorta dell’importante consegna affidata alla Diocesi da papa Francesco che nella Lettera del 19 giugno 2023 ha scritto in riferimento a san Tommaso, additato come maestro dell’incontro e della sinodalità: «La reale sinodalità è il crescere insieme in Cristo come membra vive e attive del Corpo ecclesiale, strettamente unite e collegate le une alle altre».

La peregrinatio avrà infatti rilevanza extra-diocesana, in quanto farà tappa anche presso la Collegiata di Monte San Giovanni Campano, centro medievale legato alla memoria di san Tommaso, che tra il 1244 e il 1245 fu prigioniero nel castello di famiglia, intenta a dissuaderlo dalla vita religiosa, in un ordine, oltretutto mendicante, come quello domenicano.

I contorni della peregrinatio saranno addirittura extra-regionali, perché la reliquia raggiungerà anche la Basilica di Santa Maria di Leuca, santuario di cui il vescovo Antonazzo è stato Rettore fino a prima della sua nomina episcopale sull’allora chiesa di Sora-Aquino-Pontecorvo.

Aquino e Roccasecca sono state le protagoniste dell’inizio della peregrinatio. Nella Concattedrale aquinate dopo la Messa vespertina presieduta dall’arciprete-parroco don Tommaso Del Sorbo, si è svolto il solenne rito di affidamento della reliquia al Vescovo, in una liturgia curatissima e partecipata, ancor di più con intenti di spirito, che ha visto la presenza anche del vicario generale don Alessandro Recchia. A bordo di una macchina processionale scortata dalla Polizia locale la reliquia è stata condotta a Roccasecca e qui presso la chiesa dell’Annunziata, nel centro storico, accolta da fedeli, sacerdoti e autorità civili e militari. Poi il tanto atteso arrivo in chiesa e l’intronizzazione dinanzi alla statua del Santo. Quindi l’inizio della Messa, che ha visto nella liturgia della parola, dilatata dall’omelia del Vescovo, e nella liturgia eucaristica, il punto di raccordo presente e sovratemporale con lui, Tommaso, amante ed indagatore della presenza reale di Cristo nel sacramento dell’Eucaristia, al punto da essere insignito, a buon diritto, del titolo di “Dottore eucaristico” da papa Pio XII.

Nella sua omelia il vescovo Gerardo Antonazzo ha voluto dare voce ad «una meditazione orante, velata di emozione interiore».

La peregrinatio con cui egli ha inteso incoraggiare e rinvigorire “in questo lembo di terra benedetta”, come l’ha definita il Papa, «il diffuso e radicato affetto spirituale verso il dottore aquinate» – ha precisato il Vescovo – «è una risposta tra le tante possibili per familiarizzare con la santità dell’aquinate a partire, non da dissertazioni elitarie, pure necessarie, o dalle sole teste di studiosi e ricercatori, molto apprezzabili, ma primariamente dal cuore degli umili, dalla devozione autentica dei semplici ai quali spesso Tommaso parlava nel dialetto napoletano per istruire la loro fede».

L’alto prelato ha lasciato la coordinata per cogliere il senso dell’itinerario sulle orme di Tommaso: i cristiani sono “quelli della via” ed il cammino – ha fatto eco alle parole del Papa, che a sua volta ricordava quelle del Doctor Communis – è l’immagine che più illumina «l’intelligenza del mistero di Cristo come la via che conduce al Padre»; perciò «la reale sinodalità è il crescere insieme in Cristo come membra vive e attive» per «risplendere sempre più profeticamente per il territorio come Sacramento di Cristo, via di salvezza qui ed ora».

Ha concluso il Vescovo: «La peregrinatio con la costola di Tommaso orienta lo sguardo del credente e anche del non credente all’immenso amore di Cristo Crocifisso» proprio come San Tommaso ha insegnato a vivere e ha scritto: “Chiunque vuol vivere in perfezione non faccia altro che disprezzare quello che Cristo disprezzò sulla croce, e desiderare quello che egli desiderò. Nessun esempio di virtù infatti è assente dalla croce” (Conf. 6 sopra il Credo in Deum)”. «Per Tommaso» – ha continuato Antonazzo – «solo la sapientia crucis illumina la conoscenza di Cristo. È questo, in realtà, il motivo centrale della spiritualità di san Tommaso: un uomo, un credente, un sacerdote “ferito dall’amore del costato trafitto sulla croce».

Suggestiva la preghiera che Antonazzo ha scritto per il settimo centenario della canonizzazione di san Tommaso e voluto pronunciare insieme con i suoi preti e fedeli:

Signore Gesù,
Verbo del Padre e Parola creatrice,
con il dono della sapienza hai infiammato
il cuore e la mente di san Tommaso d’Aquino.
Il tuo Spirito lo ha formato discepolo della Parola,
infaticabile maestro di dottrina, esempio di virtù,
ferito d’amore dal tuo costato trafitto sulla croce.

O amabile Dottore di santità,
angelico nel cuore e nella vita, orante e mite,
luminare della Chiesa e del mondo intero,
il nostro lembo di terra benedetta ti venera
come insigne predicatore del mistero di Cristo
celebrato nella Parola, gustato nel Pane eucaristico.

O santo Dottore di umanità,
sciogli i dubbi oscuri, libera da inganni ed errori,
aprici allo splendore della Verità che hai scrutato
con umile ragione e vissuto con fede operosa.
Il tuo esempio illumini l’intelligenza mai compiuta
della bellezza di Cristo, sommo ed eterno Bene.

Gesù Maestro,
incoraggia ciascuno a lasciarsi provocare dalla storia,
luogo drammatico e insieme magnifico,
per scorgere in essa le tracce del Regno che viene e desiderare nient’altro che Te, Signore. Amen.

La Zona pastorale di Pontecorvo sarà la prima ad essere interessata dalla peregrinatio. La reliquia, affidata al Vicario zonale, permarrà nella Concattedrale della città tra il 31 gennaio e il 1° febbraio.

Andrea Pantone