Celebrata, sabato 25 marzo 2023, a Canneto, l’Ordinazione diaconale di Danilo Messore. Molti i sacerdoti e i fedeli presenti alla suggestiva liturgia.
Il vescovo Antonazzo: «se credi che Dio merita la tua fiducia, allora sei pronto ad obbedirgli»
Danilo Messore è diventato diacono. La suggestiva liturgia, celebrata sabato scorso, 25 marzo, nella Solennità dell’Annunciazione del Signore (o della Beata Vergine Maria), è avvenuta presso la Basilica-Santuario di Canneto, in un luogo dove all’amenità del sito naturale si addensano antichi e profondissimi affetti spirituali dei fedeli e di molte comunità della Diocesi. Il rito di Ordinazione, presieduto dal vescovo Gerardo Antonazzo, è stato contrassegnato dalla sobrietà e dell’eleganza liturgica: il presbiterio, immerso nel fondale arboreo dalle ampie vetrate trasparenti, era inondato di una luce splendida e adornato di addobbi floreali tipicamente primaverili, quasi ad annunciare l’inizio di un’altra nuova stagione per il futuro delle vocazioni e dei ministeri nella Chiesa locale. Erano presenti alla celebrazione numerosi fedeli, provenienti dalla parrocchia di origine e di ministero dell’ordinando diacono: la comunità dell’Annunziata di Vallemaio e quelle di Sant’Angelo in Theodice (località Selvotta di Cassino), di Santa Maria Assunta in Atina e di Sant’Antonino in Pico. Riuniti a corona attorno a Danilo, quasi quaranta sacerdoti, chiara espressione della letizia per l’accesso al primo grado dell’Ordine di un ragazzo che sarà, trascorso il dovuto e congruo tempo, sacerdote, ma anche inequivocabile attestazione di stima che il candidato ha saputo procurarsi presso i presbiteri e dei legami di amicizia che è riuscito a instaurare e coltivare con loro. Presente anche la comunità del Pontificio Collegio Leoniano, dove Messore, nell’esperienza settennale di vita comunitaria, sta completando l’ultimo anno di formazione umana, spirituale e culturale: don Emanuele Giannone, rettore del Seminario, ha riportato, nelle interrogazioni iniziali del rito, il parere, raccolto presso i formatori e il popolo di Dio, di dignità del candidato al ministero. I seminaristi del Collegio, tra i quali anche quattro diocesani, hanno potuto curare il servizio liturgico. Accanto a Danilo, immancabile, la famiglia, sempre presente e pronta a sostenerlo nel discernimento vocazionale e nel processo formativo: il padre, i fratelli, le cognate e, con la Chiesa celeste, la madre Andreina, prematuramente scomparsa.
Illustrando il significato della liturgia odierna Antonazzo ha focalizzato il carattere salvifico del Fiat di Maria, associata indissolubilmente, attraverso l’obbedienza, alla missione del Figlio «nell’armonia di un duplice Sì al Padre». Un “sì” che viene prolungato dalla risposta di Danilo alla divina chiamata del Maestro. Colpendo dritto al cuore, il Vescovo ha detto all’ordinando: «se credi che Dio merita la tua fiducia, allora sei pronto ad obbedirgli». Rispondendo all’iniziativa divina liberamente, senza preclusioni e paure, Danilo potrà sperimentare la libertà di amare, accogliendola dall’amore con cui Dio lo ha chiamato, e vivere la felicità di obbedire. E di questa obbedienza sarà garante Dio stesso – ha ricordato il Vescovo rimembrando il detto di un padre del deserto: «Obbedienza per obbedienza. Se uno obbedisce a Dio, Dio obbedisce a lui».
Al termine dell’omelia, l’ordinando, in piedi, davanti al Vescovo, ha pronunciato i suoi “sì” al servizio umile e caritatevole della Parola, dell’Eucaristia e del popolo cristiano, alla vita celibataria, allo spirito di orazione e all’obbedienza al Pastore diocesano. La preghiera litanica dei fedeli ha sostenuto l’eletto nell’assunzione degli impegni. Poi il momento culminante dell’Ordinazione: l’imposizione delle mani e la preghiera consacratoria da parte del Vescovo, che ha chiesto per lui al Signore l’effusione dello Spirito Santo. I riti esplicativi hanno ulteriormente significato quanto realizzato dall’Ordinazione: Danilo ha ricevuto la stola e la dalmatica, insegne del suo servizio nella Chiesa, e il libro dei Vangeli, di cui è reso annunciatore. A concludere la liturgia, l’abbraccio di pace col Vescovo, nel quale l’ordinato è sprofondato commosso e grato. Terminata la Celebrazione eucaristica, la gioia segnata da quest’evento di grazia per la Diocesi ha riunito i fedeli presenti, che hanno potuto continuare a far festa in un momento di convivialità fraterna.
Andrea Pantone