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Sora, i riti del Venerdì Santo

L’azione liturgica dell’adorazione della croce in Cattedrale e la processione dell’Addolorata e del Cristo morto, tornata dopo due anni a suscitare una forte commozione e partecipazione di popolo

 

 

La croce e la Parola hanno scandito il complesso dei riti del Venerdi Santo, celebrati a Sora dal vescovo Gerardo Antonazzo. In Cattedrale, il Presule ha presieduto la celebrazione della Passione del Signore, che ha visto la partecipazione di numerosi fedeli, in un clima di composta preghiera. La scelta, per la Preghiera universale, delle orazioni IX per i governanti (“perché il Signore illumini la loro mente e il loro cuore a cercare il bene comune nella vera libertà e nella vera pace”) e X per quanti sono nella prova (“perché tutti sperimentino la gioia di aver trovato il soccorso della misericordia del Signore”) proposte dalla CEI, ha reso l’azione liturgica ancora più attuale, perché si è invocato da Dio il dono della pace per l’Ucraina, affinché venga a cessare questa “guerra ripugnante” e tutti gli altri conflitti, purtroppo sempre numerosi, in molti paesi del mondo.

In serata il Vescovo si è recato nella chiesa di Santo Spirito, nel cuore della città, dove sono venerati i simulacri della madonna Addolorata e del Cristo morto.
Dopo due anni segnati dalla difficile situazione della pandemia, la fine dello stato di emergenza sanitaria e della conseguente normativa di contenimento hanno permesso lo svolgimento della processione, sempre devotamente accolta dalla cittadinanza sorana.
Dietro ai due simulacri, lungo le strade, una fiumana di gente e di fedeli composta e commossa, in silenzioso raccoglimento, ha cercato nella contemplazione del dolore della Madre e del Figlio di Dio forza e consolazione per accogliere l’assurdità del dolore della propria vita.
Lumi votivi sulle mensole delle finestre e sui balconi hanno illuminato la notte di Sora, ad esprimere la viva speranza dei fedeli.
La processione, seguita dal Vescovo, dai sacerdoti delle parrocchie cittadine e dalle confraternite, dal sindaco Luca Di Stefano  e dalle autorità civili, ha attraversato le strade di Sora, accompagnata dalla Banda “Città di Sora”, raggiungendo Piazza Mayer Ross.
Tre croci rosse e la pietra bianca del costolone roccioso illuminato dei colori della bandiera ucraina hanno fatto da fondale alla meditazione del Vescovo,
che ha preso le mosse dalla preghiera di Gesù sulla croce e dall’assordante silenzio del Padre. “Il silenzio di Dio rende ancora più atroce l’angoscia: perché è capitato a noi? Perché Dio non interviene a salvarci?” – domanda Antonazzo interpretando i sentimenti dei presenti. L’antico grido dell’uomo dinanzi al mistero della sofferenza è oggi l’unica preghiera possibile: le dolorose esperienze umane consentono di giungere all’essenza profonda della fede, all’abbandono al Padre, memore sempre dei suoi figli.