Gli appuntamenti di lunedì e mercoledì hanno concluso il Seminario teologico-pastorale. Centralità della persona e stile di vicinanza le acquisizioni raggiunte
Il Seminario teologico-pastorale “Buone pratiche sinodali” è proseguito con gli appuntamenti di lunedì e mercoledì scorsi, 13 e 15 febbraio. A radunare i sacerdoti e i fedeli di tutta la diocesi è stata sempre la chiesa San Carlo, ad Isola del Liri. L’obiettivo è stato ancora lo stesso: lungo il secondo anno del Cammino sinodale della Chiesa diocesana, coinvolgere alla luce del vangelo battezzati, sacerdoti e quanti siano interessati al vissuto delle comunità cristiane, per portarli tutti nella storia, per portarli a fare storia al tempo presente e ad entrare nel futuro della Chiesa e del mondo. Il vescovo Gerardo Antonazzo ha proposto in particolare per gli operatori pastorali e gli animatori sinodali delle stimolanti occasioni di formazione, confronto, dialogo e di esperienze di reciproco arricchimento personale e di crescita comunitaria. Le tematiche al centro delle ultime due serate di lunedì e mercoledì hanno riguardato il mondo della comunicazione e il futuro della Chiesa; a svilupparle sono stati rispettivamente il dott. Vincenzo Corrado, direttore dell’Ufficio nazionale per le comunicazioni sociali e il cardinale Matteo Maria Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Conferenza episcopale italiana.
Corrado ha rivolto all’assemblea l’intervento “Il Villaggio globale della comunicazione”. Prendendo le mosse dall’episodio di Betania, icona del Cammino sinodale di quest’anno, l’ospite relatore definito e tratteggiato alcune caratteristiche della dimensione comunicativa nei contesti ecclesiali. Fondamentale è stato l’ancoraggio alla componente personale e donativa del comunicatore: «si comunica in modo pieno solo quando si realizza fino in fondo la donazione di sé nell’amore. In questo senso, si passa da una comunicazione statica e formale a una comunicazione dinamica e di contenuto, intesa cioè come rapporto, come dono reciproco». Il direttore UCS della Cei ha poi passato in rassegna altre qualità connaturate alle dinamiche comunicative: il tempo, come ambito di comprensione di sé e degli altri; la custodia e la cura operate dalle parole, per esprimere la dignità umana; la narrazione, ponte di valori tra le generazioni; l’ospitalità, il fine della comunicazione, volta all’accoglienza e all’incontro con l’interlocutore. «La riappropriazione della centralità della persona rispetto alle strutture e alle logiche pastorali consolidate è il punto di partenza», ha concluso il dott. Corrado.
Nella terza ed ultima serata di Seminario è stato il cardinale Matteo Maria Zuppi l’ospite relatore con l’intervento “Le sfide del futuro”. La felicissima formula di ispirazione bergogliana individuata dal vescovo Antonazzo per riferirsi all’obiettivo del Cammino sinodale «il coraggio di una nuova immaginazione del possibile» è stata il refrain di tutta la relazione di Zuppi, che ha fatto riferimento alla visione ecclesiologica di papa Francesco per mettere a fuoco l’urgenza di «rimetterci in cammino con i tanti compagni di strada». Si tratta di un impegno inderogabile, perché ha affermato il Cardinale: «la Chiesa non vive per sé stessa ma è davanti alle sfide del mondo, che sono sempre le stesse e sempre diverse, come anche noi siamo sempre gli stessi e sempre diversi. La Chiesa cambia, non è mai la stessa». “Camminare insieme” tra le Chiese e nelle comunità implica appunto «il coraggio di una nuova immaginazione del possibile», per comprendere le istanze degli uomini e delle donne del nostro tempo, “contattarle” e lasciarsi toccare da esse; per sentire la ferita degli appelli più urgenti, fino a mettersi in discussione. «Occorre tanta maternità, paternità, fraternità, per curare le fragilità, la solitudine e l’indifferenza» – ha affermato Zuppi – «accettando il paradosso dei limiti, degli anni e delle debolezze, sempre soltanto seguendo Gesù, che chiede l’amore e la compassione verso le persone “stanche e scoraggiate, come pecore che non hanno un pastore” (Mt 9,36)». Solo così la Chiesa sarà “minoranza creativa” capace di trasmettere fede e accogliere e “chiesa di popolo”, consapevole di essere più grande delle sfide del suo futuro la cui consapevolezza sarà il Cammino sinodale a far emergere.
Andrea Pantone