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Un libro e un Centro di Ascolto

Due frutti dell’accordo di collaborazione tra Unicas e Diocesi

Al via il Centro di ascolto e accompagnamento nell’Università

Prosegue la Pastorale Digitale

Giovedì 1° dicembre, nell’Aula Magna dell’Università di Cassino, sede della Folcara, si è tenuto un interessante incontro tra rappresentanti dell’Università e della Diocesi. Presenti le due figure apicali, il Rettore Marco Dell’Isola ed il Vescovo Gerardo Antonazzo. L’incontro ha fatto seguito a quello dello scorso 26 maggio, quando fu firmata, presso la Sala del Consiglio del Rettorato, la Convenzione tra Università e Diocesi, con rinnovati e ampliati accordi di collaborazione posti in essere già nel 2016, con la volontà di lavorare in sinergia per la promozione del territorio ed il benessere della popolazione, e per sviluppare e organizzare al meglio le potenzialità del sistema della ricerca scientifica e della formazione. Di questa Convenzione-Quadro sono stati presentati due frutti: un libro ed un Centro di Ascolto.

Il libro, di recente pubblicazione, ha per titolo “Pastorale digitale 3.0”, edito da Albatros, è stato scritto dall’ ing. Riccardo Petricca, laureato in Ingegneria informatica e delle telecomunicazioni in questa Università, oggi docente di Informatica presso il Pontificio Collegio Leoniano di Anagni e la Pontificia Università Urbaniana. Disponibile in tutte le librerie e su Amazon, il libro riprende e prosegue “Pastorale Digitale 2.0” del 2015 con lo stesso filo conduttore, la stessa passione e la convinzione che il digitale e le nuove tecnologie offrono un “ambiente” ideale per ogni azione pastorale e proprio per questo è necessario farvi entrare con competenza coloro che studiano in seminario e nelle università pontificie. Esso intende offrire alla Chiesa strumenti per comunicare e per incarnarsi nella realtà di oggi, era degli smartphone, dei social, della cultura “plasmata dai media”, terreno di tutti. Senza usare un linguaggio tecnico da manuale, racconta – attraverso squarci di vita vissuta – la scoperta personale e poi comunitaria dell’utilizzo pastorale del digitale e come un racconto, in buona parte autobiografico, cattura l’attenzione del lettore, lo coinvolge in un’avventura affascinante, lo fa riflettere e lo stimola, perché la storia del singolo si intreccia con quella degli altri e crea una storia di comunità e di comunione. In tal modo, il volume, come ha sottolineato la sottoscritta che l’ha presentato, risponde al bisogno da sempre impellente e vitale per la Chiesa, di comunicare e farsi capire dal popolo, da tutti. Nei secoli passati, la Chiesa fece ricorso alla comunicazione per immagini, la Biblia pauperum, che sapeva parlare a tutti attraverso la bellezza dell’arte: i meravigliosi affreschi ed i rotoli degli Exultet, veri capolavori, parlano ancora oggi, geniale mezzo di comunicazione per quei tempi. Oggi la situazione è ben diversa e la Chiesa non si trova impreparata. Da circa 60 anni, dal Concilio, la Chiesa si interroga sul mondo della comunicazione con documenti, con l’istituita, annuale Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali con un Messaggio del Papa (e siamo giunti al 56°!), convegni, studi, approfondimenti; ha intuito da subito le grandi potenzialità del web per l’evangelizzazione e la comunicazione sociale, le opportunità e i rischi connessi e vuole testimoniare il Vangelo anche nel “continente digitale”. Ebbene, il libro di Riccardo Petricca è frutto anche di tale lavoro di ricerca e di riflessione della Chiesa e nella Chiesa: nel mondo della comunicazione c’è bisogno di testimoni, di persone che non rincorrano i like, ma volti concreti. L’ing. Petricca, intervenendo, ha voluto ringraziare i presenti e tutti coloro che hanno collaborato.

Il secondo frutto della collaborazione Università-Diocesi riguarda il Centro di Ascolto che verrà aperto in università. Il cappellano universitario Don Benedetto Minchella ha illustrato come la cappella universitaria, pian piano si è “popolata” di studenti che andavano a parlare, magari trovandosi in difficoltà e non essendo abituali frequentatori della propria chiesa. Un po’ alla volta la cappella è diventata un punto di riferimento per colloqui diventati quasi appuntamenti fissi, inizio di un cammino spirituale. Poi la proposta del Centro di Ascolto, in collaborazione con il Centro anti-violenza e con la Caritas diocesana, ha indicato un cammino: offrire momenti di ascolto, non tanto per risolvere i problemi, quanto per individuare le radici dei bisogni veri delle persone e dare, come Chiesa, risposte adeguate e cercare di raggiungere vari “cantieri” in varie categorie sociali per fare un ascolto totale, “liberatorio”. Perciò grazie all’Università per la collaborazione preziosa e al Vescovo che ha condiviso il progetto.

Per la Caritas diocesana ha preso la parola M. Rosaria Lauro, che ha ringraziato il Rettore Dell’Isola ed il Vescovo, ricordando come proprio a quest’ultimo riferì la lettura degli aumentati bisogni fatta dalla Caritas dopo la pandemia: si registravano difficoltà di orientamento, molte le richieste di aiuto da parte di studenti stranieri che, con la mensa chiusa, avevano il problema primario di poter mangiare e molte altre problematiche. Grazie alla dott.ssa Laura Moroni, responsabile per l’università dei rapporti con gli studenti stranieri, fu possibile aiutare tali ragazzi, per il cibo, i vaccini ecc. Il Centro di Ascolto-Osservatorio delle povertà e delle risorse Caritas è aperto a tutti, anche ad adulti, a persone di religioni diverse.  L’idea vincente è stata di non cercare tra loro solo i bisogni ma anche le risorse, che ci sono e vanno messe in comunicazione, perché “non sempre può servire un medicamento”. È importante che le persone sappiano che c’è un punto di riferimento, con persone disposte ad ascoltare. Si comincia con un ascolto semplice, poi si diversifica e subentrano avvocati, psicologi, figure professionali, che ci sono anche all’interno dell’università, che in modo gratuito mettono a disposizione le proprie competenze. L’impegno è a percorrere strade che possano restituire alla persona che si rivolge al CdA serenità e magari anche risposte. Questo, ha concluso, può essere un progetto pilota che si può creare all’interno di ogni comunità, la Caritas ne ha uno anche nella Casa Circondariale, così in Università, in una caserma… La Caritas diocesana da anni lavora con lo strumento OSPOweb, la piattaforma di inserimento dati di Caritas Italiana, che rileva bisogni e risorse, li coniuga e li armonizza.

A questo punto è intervenuto il Vescovo Gerardo Antonazzo per far sintesi dei due ambiti trattati, il web e il Centro di Ascolto e per questo ha preso in prestito due neologismi coniati da Papa Francesco: “missionare” e “samaritanare”. Il primo ci conferma che nel digitale dobbiamo essere come in terra di missione, far passare attraverso le vie digitali un annuncio di bene, di bellezza; chi ha inventato la Pastorale digitale è Dio, grande comunicatore, che ci parla come ad amici per comunicarci non informazioni ma sé stesso. Il secondo, che dobbiamo fare come il buon samaritano che, per soccorrere il malcapitato giudeo, lo prende tra le braccia: così noi dobbiamo farci samaritani verso gli estranei, accoglierli e farcene carico; dobbiamo farci compagni di strada, accompagnare: anche se non possiamo dare soluzione ai problemi, ridaremo fiducia e speranza.

In conclusione ha preso la parola il Rettore Dell’Isola che, dopo aver ascoltato tutti gli interventi con grande interesse e segni di approvazione, ha affermato che l’ascolto di quanto detto ha arricchito tutti. Le tecnologie possono fornire dati, informazioni, conoscenza ma fondamentale resta l’esperienza vissuta dalla persona, che non deve solamente “ripetere” ciò che le trasmette la tecnica. L’importante è l’uomo, che deve portare il digitale alla dimensione umana, trasmetterla e vivere la relazione personale. E ha concluso: Speriamo che la comunità accademica aiuti Don Benedetto ad aiutare chi ha bisogno.

Dunque, anche questo frutto della collaborazione Università-Diocesi sta maturando, la strada è aperta, la speranza è che tante persone in difficoltà trovino una sponda sicura che salvi la loro umanità.

Adriana Letta