Il Vescovo Antonazzo presiede la Messa del gruppo Comunione e Liberazione di Cassino per il XX anniversario della morte del Fondatore
Sabato 22 marzo, nella chiesa di S. Pietro Apostolo a Cassino, è intervenuto il Vescovo diocesano Gerardo Antonazzo a presiedere la Messa prefestiva vespertina, accettando l’invito del gruppo di Comunione e Liberazione di Cassino, legato a questa parrocchia, che intendeva celebrare con solennità i venti anni dalla morte del proprio Fondatore, Don Luigi Giussani, nato al cielo il 22 marzo 2005. Secondo tradizione, sono stati proprio i ciellini ad animare col canto la celebrazione e a fare le letture liturgiche.
Al momento dell’omelia, il Vescovo ha voluto commentare particolarmente la prima lettura del giorno, tratta dal Libro dell’Esodo e riguardante Mosè (Es 3,1-8a.13-15) che “stava pascolando il gregge di Ietro, suo suocero, sacerdote di Madian, condusse il bestiame oltre il deserto e arrivò al monte di Dio, l’Oreb”. Motivo: questo è il momento in cui Mosè era impaurito e veniva da una esperienza negativa, avendo colpito a morte e sotterrato un egiziano che aveva colpito suo fratello e, poiché il faraone voleva metterlo a morte, per salvarsi era fuggito nella terra di Madian, lontano dal faraone. E quel giorno, col bestiame che pascolava, andò “oltre il deserto”. Non sapeva cosa ci fosse ma osò e fu proprio lì che si trovò davanti ad un fenomeno inatteso e stupefacente, il roveto ardente che non si consumava. Volendo osservarlo si era avvicinato e “Dio gridò a lui dal roveto: «Mosè, Mosè!». Rispose: «Eccomi!». Riprese: «Non avvicinarti oltre! Togliti i sandali dai piedi, perché il luogo sul quale tu stai è suolo santo!». E disse: «Io sono il Dio di tuo padre, il Dio di Abramo, il Dio di Isacco, il Dio di Giacobbe»”. È il primo incontro con Dio, che gli parla, lo chiama gridando e gli fa togliere i sandali perché si trova “su un suolo santo”, l’Oreb. “Mosè allora si coprì il volto, perché aveva paura di guardare verso Dio”, si sentiva in colpa. I sandali, ha spiegato il Vescovo, sono simbolo della sensualità, che non deve interferire tra Dio e l’uomo. Solo allora Dio parla a Mosè e gli mostra il grande amore per il suo popolo e dice: «Ho osservato la miseria del mio popolo in Egitto e ho udito il suo grido a causa dei suoi sovrintendenti: conosco le sue sofferenze. Sono sceso per liberarlo dal potere dell’Egitto e per farlo salire da questa terra verso una terra bella e spaziosa, verso una terra dove scorrono latte e miele». Dio incarica Mosè di tornare da dove era fuggito: «Dirai agli Israeliti: “Il Signore, Dio dei vostri padri, Dio di Abramo, Dio di Isacco, Dio di Giacobbe, mi ha mandato a voi”. Dunque, questo è stato un incontro vero tra Dio e l’uomo Mosè, un incontro straordinario che gli fa nuova la vita, lui che era scappato ora deve tornare dai suoi e difenderli senza paura, perché Dio è con lui. Ecco che cosa è incontrare Dio. Chiediamoci, ha incalzato il Vescovo: abbiamo mai incontrato davvero Dio?
Non poteva far meglio parlando ai seguaci di quell’uomo, Don Giussani, che ha vissuto e proposto il cristianesimo come incontro, avvenimento, storia d’amore. L’esempio di Mosè è davvero eloquente.
Al termine della Messa, concelebrata dal parroco Don Nello e da Don Giovanni, l’assistente di CL che cura la formazione del gruppo cassinate venendo periodicamente a Cassino, Don Nello ha ringraziato il Vescovo, Don Giovanni e il gruppo ciellino, che da molti anni porta avanti il suo impegno cristiano. Tutto grazie alla fede, alla cultura e all’entusiasmo trascinante di Don Luigi Giussani, seguendo il quale numerosissimi giovani, nel tempo, hanno incontrato Cristo e trasformato la propria vita. Come Mosè.
Adriana Letta