UNA PAROLA PER TE
Ordinazione presbiterale di don Piergiorgio Aversano
Aquino – Chiesa Santa Maria della Libera, 25 marzo 2025
La liturgia dell’Annunciazione del Signore celebra l’elogio della Parola, il Logos eterno.
Il Verbo era Dio. Tutto è stato fatto per mezzo di lui,
e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste.
“Il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi;
e noi abbiamo contemplato la sua gloria (Gv 1,1-3.14).
La Parola si fa evento
Cari amici, carissimo don Piergiorgio,
Dio ti raggiunge dove sei con la sua Parola. Si fa evento per te. Il racconto dell’Annunciazione del Signore è organizzato dall’evangelista secondo la posizione liturgica di un’assemblea che celebra la Parola e l’accoglie. Nella letteratura lucana risalta ripetutamente la bellezza e la dirompenza della Parola di Dio nella storia. Il “Dio disse” di Gen 1,3 caratterizza per sempre l’agire di Dio: è la Parola che oggi riecheggia nella casa di Nazareth: Entrando da lei, (Dio) disse. San Luca scrive riguardo al Battista: “La parola di Dio venne (lett. Si scaraventò, si conficcò) su Giovanni, figlio di Zaccaria, nel deserto” (Lc 3,2). Gesù nella sinagoga di Nazareth: “Oggi sta accadendo questa Parola che voi avete ascoltato” (cf. Lc 4,21).
Alla scuola della Torah, Maria aveva imparato a meditare con gioia interiore la bellezza della Parola: “In Dio, di cui lodo la parola, in Dio confido, e non temerò” (Sal 56,5); “Io spero, Signore. Spera l’anima mia, attendo la sua parola” (Sal 130,5); “La tua parola è lampada ai miei passi” (Sal 119,105). Le antiche parole dei padri lambiscono le labbra di Maria quando con il suo Magnificat compone il cantico della Parola che Dio ha portato a compimento in Lei. La postura spirituale di Maria esprime la sua inclinazione all’ascolto: lo vediamo in tante espressioni artistiche di ogni tempo. Secondo s. Agostino Maria concepì il Verbo di Dio prima nel cuore e poi nel grembo. A lui si affianca S. Ambrogio di Milano che invita ad imitare il cuore vergine e umile di Maria: “Ogni anima che crede, concepisce e genera il Verbo di Dio e ne comprende le operazioni. Sia in ciascuno l’anima di Maria a magnificare il Signore, sia in ciascuno lo spirito di Maria ad esultare in Dio: se, secondo la carne, una sola è la madre di Cristo, secondo la fede tutte le anime generano Cristo” (Esposizione del Vangelo secondo Luca II).
La Parola si fa annuncio
Nei racconti biblici di “annunciazione” mentre Dio si rivela, la sua Parola ti rivela, rivela te a te stesso. A Nazareth è Dio che si rivela con la sua Parola, ma è anche la Parola che rivela a Maria la sua speciale condizione espressa dal suo nuovo Nome: Piena di grazia. Se la ascolti, la sua Parola rivela il senso e il fine della tua esistenza. E’ sempre una Parola proprio per te. A Dio che dice a Mosè: Io sono, corrisponde la reazione di Mosè: “Chi sono io …per andare dal Faraone?” (Es 3). Così per il re Davide: “Così dice il Signore degli eserciti: “Io ti ho preso dal pascolo, mentre seguivi il gregge, perché tu fossi capo del mio popolo Israele”. Davide reagisce: “Chi sono io, Signore Dio, e che cos’è la mia casa, perché tu mi abbia condotto fin qui?” (2Sam 7, 8.18). Chi sei tu, Signore? chiede Saulo folgorato da un’intensa luce sulla via per Damasco. Io sono Gesù, che tu perseguiti: l’Io sono di Gesù rivela a Saulo il tu sei un persecutore! Anche i Fioretti di san Francesco riferiscono che sul monte della Verna il santo chiese al Signore: «Chi se’ tu, o dolcissimo Iddio mio? Che sono io, vilissimo vermine e disutile servo tuo?» (FF 1915). Caro Piergiorgio, la Parola con la quale Dio si è rivelato nella tua vita oggi illumina e orienta la tua esistenza perché si pone alla radice della tua scelta di vita, e consacra la tua libera adesione: “Signore tu mi scruti e mi conosci. Tu sai…” (Sal 139,1). Come Maria, non smettere mai di esporti ‘passivamente’ a questa Parola di verità con la sua stessa fiducia: “Si compia in me!”.
La Parola si fa speranza
Il fondamento della speranza è la fede nella Parola e nelle promesse di Dio. L’autore della Lettera agli Ebrei scrive: “La fede è fondamento di ciò che si spera e prova di ciò che non si vede”. Dio si impegna in prima persona: “Non temere, Abram. Io sono il tuo scudo; la tua ricompensa sarà molto grande” (Gen 15,1). Le promesse di Dio ad Abramo sono tutte al futuro: farò di te un grande popolo, ti benedirò, diventerai benedizione, benedirò coloro che ti benediranno, maledirò chi ti maledirà, in te si diranno benedette tutte le famiglie della terra. Dio si rivolge con parole di speranza al profeta Isaia: “Io sono il Signore, tuo Dio, che ti tengo per la destra e ti dico: “Non temere, io ti vengo in aiuto”. Non temere, vermiciattolo di Giacobbe, larva d’Israele; io vengo in tuo aiuto – oracolo del Signore -, tuo redentore è il Santo d’Israele (Is 41,13-14). “Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio”. Speranza è fiducia certa nella sua Parola: Non temere, io sarò con te. Non c’è da temere, c’è solo da sperare. Non ti basta? Lui sarà sempre dalla tua parte, non ti abbandonerà, non sarai lasciato solo. Avrai paura solo se ti sarai allontanato tu da Lui. Il contrario parla di fiducia.
La Parola si fa carne
Nella casa di Nazareth, una grande e travolgente promessa viene depositata nella mente e nel cuore di Maria. L’angelo di Dio Le rivela: “Concepirai un figlio, lo darai alla luce, e lo chiamerai Gesù”. Maria offre la sua umana femminilità: “Avvenga per me secondo la tua parola”. Et Verbum caro factum est! Il Verbo divino non si fa carne solo nella corporeità assunta dal grembo verginale di Maria, ma si fa carne anche nella storia, nella nostra debolezza, nella nostra carne di peccato, anzi si fa peccato lui stesso (2Cor 5,21). E’ la “carne” dell’Agnello che prende su di sé i peccati del mondo. Oggi il Verbo di Dio si fa carne di salvezza anche nei sacramenti della Chiesa affidati al tuo ministero presbiterale, grazie al quale la Parola si fa carne nel pane eucaristico, il pane ci trasforma in corpo di Cristo, il corpo mistico si fa corpo “cosmico”, pienezza della creazione redenta (plèroma) dalla Pasqua di Cristo, destinata alla definitiva ricapitolazione in Dio. Mistero grande posto anche nelle tue mani. Stupore immenso: Chi sei tu, Signore? e chi sono io?
Caro Piergiorgio,
la tua vita è segnata per sempre da questo “cammino” della Parola per te. Come nell’esperienza di Maria e come nel mistero della Chiesa, anche nella tua vita interiore, come per un mistico amplesso nuziale, la Parola si trasformi in “carne della tua carne” (cf. Gen 2,23) per la salvezza del mondo.
+ Gerardo Antonazzo