Nella chiesa di S. Giovanni Battista, durante la Veglia presieduta dal Vescovo
il Grido della preghiera a Dio e l’Urlo della Pace
Domenica 28 febbraio, a Cassino è stata una giornata davvero speciale, perché la città si è stretta con solidarietà alla popolazione ucraina pesantemente toccata dall’invasione russa per invocare la pace. Se la mattina c’era stata una grande manifestazione civile, la sera le chiese sono divenute veri cenacoli di preghiera. Nella Parrocchia di S. Giovanni Battista, una Veglia di preghiera per la Pace presieduta dal Vescovo Gerardo Antonazzo, ha visto la presenza massiccia non solo della comunità parrocchiale e di altre parrocchie, ma – cosa particolarmente significativa – della comunità di Ucraini della chiesa greco-cattolica residenti in zona, con la loro guida spirituale, Padre Igor, che da molti anni celebra nel loro rito in questa chiesa. Sono stati momenti di grande intensità emotiva e spirituale. La chiesa si è colorata del giallo-azzurro ucraino quando è entrata – sorretta con orgoglio da molte mani – una immensa bandiera ucraina e anche per altre bandiere ucraine indossate a mo’ di mantello e per i numerosi manifesti con scritte inneggianti alla Pace e alla solidarietà con il popolo che soffre e quando sono risuonate le melodie orientali come quelle del Kyrie eleison, veramente toccanti.
In apertura il Vescovo Gerardo ha salutato i presenti, il “carissimo don Igor”, i “carissimi fratelli e sorelle dell’Ucraina”, e i “cari amici delle comunità parrocchiali”, dichiarando: “Il momento è senza dubbio drammatico ma ci ricorda l’apostolo Paolo: la speranza non delude, perché l’amore di Cristo è stato infuso nei nostri cuori ed è questo amore di Cristo per noi che non può mai abbandonarci ed è la nostra forza. Quell’amore che sperimentiamo soprattutto nella preghiera, come in questa Veglia, per chiedere al Signore, direi per strappare dal cuore di Dio, questo dono che lui vuole già fare a tutti noi ma che noi dobbiamo chiedere e meritare, la pace”. Ed ha proseguito approfondendo il discorso: “Recita il Salmo 28: Ascolta la voce della mia supplica, o Dio, quando a te grido aiuto, quando alzo le mie mani verso il tuo santo tempio, non trascinarmi via con malvagi e malfattori che parlano di pace al loro prossimo ma hanno la malizia nel cuore. Parlare di pace con la malizia nel cuore è accaduto e sta accadendo come causa e allo stesso tempo come conseguenza in questi giorni ed è proprio questo che ha fatto naufragare ogni tentativo di dialogo e ogni mediazione affidata ai numerosi sforzi diplomatici per evitare lo scontro, la crisi. Parlare di pace con la malizia nel cuore è dissacrante, perché evidentemente le intenzioni non corrispondono alle parole. Figlia perversa della malizia è la menzogna; la metafora dell’albero proposta da Gesù nel vangelo di questa domenica è importante per comprendere come la malizia è la radice di un albero che porta solo frutti di menzogna e la menzogna avvelena sempre la verità. L’astuzia della menzogna arriva a mistificare la verità e quindi a giustificare la violenza. Così scriveva Nikolaj Berdjaev all’alba della seconda guerra mondiale: esistono tipi diversi di menzogna e il più interessante è quello che non viene inteso come peccato e come vizio ma come dovere. Nel mondo attuale la menzogna riconosciuta come socialmente utile ha raggiunto dimensioni così inaudite e ha deformato a tal punto la coscienza che si pone il problema della scomparsa del criterio stesso della verità. La menzogna è il fondamento primo dei cosiddetti stati totalitari che senza la menzogna organizzata non potrebbero mai essere edificati. La menzogna viene inculcata come un sacro dovere, un dovere nei confronti della razza eletta, della potenza dello stato, della classe eletta e non la si riconosce neppure come menzogna. La menzogna può anzi sembrare l’unica verità. Cari amici di Cassino, questo territorio ha pagato un prezzo altissimo con il dramma della seconda guerra mondiale. Cassino conosce le sofferenze e atrocità del conflitto bellico, del bombardamento, drammatico. Questa sera vogliamo elevare, e non solo questa sera, il grido della preghiera a Dio e insieme l’urlo della pace ad ogni costo, soprattutto contro ogni discredito del diritto internazionale, contro ogni prevaricazione, contro gli interessi di parte, di cui anche oggi ha parlato Papa Francesco dicendo: Dio sta con gli operatori di pace non con chi usa la violenza, perché chi ama la pace, come recita la Costituzione italiana, ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali. L’urlo della pace è stato annunciato nei giorni scorsi dal Presidente Mattarella da Norcia all’accensione della Fiaccola della Pace nel ricordo di San Benedetto. Cassino è Città della Pace e allora ha una responsabilità e una missione speciale alla quale non può e non vuole sottrarsi, non si è mai sottratta. Agli amici ucraini che vivono nelle nostre comunità assicuriamo ogni sforzo per restare loro vicini in questo momento di paura e di confusione, di lontananza dagli affetti familiari feriti dalla guerra, tempo durissimo di incertezza e di paura sul loro futuro, sullo stesso destino del loro paese. Accogliamo ancora l’invito del Papa, più volte abbiamo pregato perché non venisse imboccata questa strada, non smettiamo di pregare, anzi supplichiamo Dio più intensamente. Lo facciamo qui questa sera insieme con gli amici dell’Ucraina, insieme con Don Igor: volentieri e con immenso affetto accogliamo la sua voce e la sua testimonianza”. Un forte applauso generale ha siglato queste parole del vescovo.
Dal canto suo anche Don Igor, ringraziando sentitamente il Vescovo, i numerosi Sacerdoti presenti e tutti gli altri, ha detto: “Dovete capire e comprendere la verità perché questa ci libererà. Ringraziamo Dio che tutto il mondo sta scoprendo la verità di una guerra che come tale è ingiusta e ingiustificata. Preghiamo per tutti i soldati morti, ucraini e russi, e per le loro mamme che non hanno diritto di piangere i propri figli nella propria terra. Il compito della Chiesa, ha ribadito, è dire sempre la verità. Bisogna soffrire un po’ tutti i per fermare la guerra e cercare la pace. Non deve esserci nessuna divisione tra i popoli, perché siamo tutti figli di Dio”. Era presente e partecipe anche l’Amministrazione comunale con il Sindaco Enzo Salera. Tra canti, riflessioni e preghiere, davvero appariva come un’unica compatta comunità dentro la chiesa di San Giovanni Battista, in preghiera per la Pace.
Adriana Letta
Foto di Pierluigi Daniele