Soci@lmente liberi
“Intelligenza artificiale, Famiglia, Politica al servizio della persona”
Seconda parte
Martedì 14 maggio
La sessione del mattino ha discusso su “Famiglia e nuovo modello di sviluppo per il bene comune”. L’incontro, moderato dalla dott.ssa M. Cristina Tubaro, ha preso il via dall’intervento del Prof. Damiano Nocilla, Presidente Unione Giuristi Cattolici, il quale ha argomentato per dimostrare che occorre creare un nuovo stile di vita democratica, non solo il giorno delle votazioni, ma attraverso una cultura della politica, augurando una piena riuscita in tal senso al festival e ricordando che nel Vangelo e nella Dottrina Sociale della Chiesa ci sono tutti gli strumenti per realizzare ciò.
Da remoto, in videocollegamento ha parlato poi il Prof. Claudio Gentili, Direttore de La Società, che ha detto: voi cattolici dovete partecipare alla vita civile con un linguaggio adeguato, come l’apostolo Paolo nell’Areopago di Atene. La famiglia è il luogo dove si impara la socialità, anche la fragilità. La DSC è una sorta di bussola per il bene comune e si impara in famiglia, come la solidarietà, la sussidiarietà, il bene comune. La famiglia, dunque, può essere il luogo dove si imparano i diritti civili. Bisogna capire che l’Europa è nata per la pace e il Parlamento è il luogo della democrazia.
La parola è passata poi alla dott.ssa Debora Donnini, coautrice del recente volume “Italia ultima chiamata”, frutto di una indagine sull’inverno demografico, su cui ha parlato la relatrice offrendo un approfondimento sulle cause economiche e socio culturali della denatalità italiana e una serie di misure realizzabili in materia di fisco, welfare e conciliazione lavoro-famiglia. Stiamo costruendo un futuro drammatico, ha detto: una ricerca americana ritiene che l’Italia nel 2100 arriverà a 30 milioni di abitanti e sarà in un decadimento economico che la porrà al 25° posto. Gravissima la responsabilità delle istituzioni. Attualmente le famiglie con figli sono penalizzate, è un paradosso. Un figlio non deve essere causa di povertà. Bisogna rimodellare il sistema.
Il Presidente del Consiglio provinciale di Frosinone Gianluca Quadrini ha porto il saluto suo e del Presidente della Provincia Luca Di Stefano. Ha mostrato apprezzamento per l’incontro e i temi trattati, avvertendo che non bisogna pesare troppo sul debito pubblico. Ben vengano questi incontri di discussione e confronto, a cui deve partecipare anche la politica.
Il Prof. Vincenzo Formisano, docente Unicas e Presidente della Banca Popolare del Cassinate, ha ricordato il visionario Adriano Olivetti e sostenuto l’importanza dell’impresa sociale, che non mira solo al profitto, ma coniuga valori, principi etici, interessi e sviluppo dell’impresa, rispetto dell’ambiente, sostegno alle famiglie, sostenibilità, creando un circuito virtuoso. La Dottrina sociale vale anche per i laici. Questi incontri così interessanti ed utili vengano proposti agli studenti, che ne trarrebbero grande vantaggio.
Il Dott. Marco D’Agostini, del Centro Studi Popolari Europei, ha detto che bisogna mettersi insieme per affrontare i problemi complessi con un nuovo modello di sviluppo basato sulla trasmissione della vita. Infine il Prof. Pietro Alviti, giornalista, ha parlato della famiglia, secondo la Costituzione e come è oggi. Cosa fare per le famiglie che dovrebbero diventare modello di un nuovo sviluppo? E ha citato Tommaso d’Aquino: “Familia perfecta est illa in qua omnes, simul viventes, ordinati ad unicum bene”.
Concludendo la sessione, l’avv. Rabotti ha ribadito che la famiglia, oggi tanto cambiata, dovrebbe diventare il perno di un nuovo sviluppo economico, culturale e sociale.
Nel pomeriggio ha preso il via l’ultima sessione, moderata dalla dott.ssa Luisa Tirozzi (dell’Associazione “Casa del Cuore”): “Verso la 50ª Settimana Sociale dei Cattolici in Italia: il pensiero politico di S. Tommaso d’Aquino e la sfida democratica dell’oggi”.
Il Vescovo Gerardo Antonazzo, alludendo alla prossima Settimana Sociale “Nel cuore della democrazia”, ha detto che la famiglia è come una micro-democrazia, è al cuore del bene comune, è lì che si impara a passare dall’io al noi. La visione politica di Tommaso d’Aquino con i suoi principi ispiratori, potrà aiutare. Ha ricordato che Papa Francesco nel messaggio del 1° gennaio, ha detto: “La mia preghiera all’inizio del nuovo anno è che il rapido sviluppo di forme di intelligenza artificiale non accresca le troppe disuguaglianze e ingiustizie già presenti nel mondo, ma contribuisca a porre fine a guerre e conflitti, e ad alleviare molte forme di sofferenza che affliggono la famiglia umana”. C’è il dovere di allargare lo sguardo al perseguimento del bene comune. Se S. Tommaso ha cercato le 5 vie per introdurre alla consapevolezza dell’esistenza di Dio, il filosofo Evandro Agazzi ha scritto lo scorso anno un libro “Dimostrare l’esistenza dell’uomo”, osservando che il concetto, un tempo da tutti acquisito, che “ogni essere umano in quanto tale è una persona” è diventato oggi ambiguo e confuso: l’uomo è una cosa, e la persona è un’altra cosa; dunque non ogni essere umano è considerato persona, per es. l’embrione umano, l’individuo umano con grave handicap mentale o in coma irreversibile; e, al contrario, oggetti non umani possono essere considerati persone (con diritti civili!), come robot per ora privi di coscienza ma che un domani potrebbero esserne dotati. Rifacendosi a S. Tommaso, ha parlato di carità politica e sociale, una forma di comprensione ed empatia per gli altri, capace di suscitare nuove vie per il mondo di oggi; si traduce in azioni, istituzioni sane, ordinamenti giusti, orientati al bene comune. Questo amore ha una predilezione paterna-materna per gli ultimi.
Il Prof. Luigi Di Santo, docente Unicas di Filosofia del Diritto, analizzando la situazione odierna, ha affermato che il male comune è per mancanza di dia-logos e corrode gli elementi portanti della democrazia. La democrazia diventa oggi propensione alla menzogna, si forma sui network, cerca di apparire in un quadro sociale che però è mortificante; così la democrazia partecipativa subisce danni incalcolabili.
Un pressante invito soprattutto ai giovani a partecipare è venuto da Claudio Gessi, che ritiene fondamentale il ruolo dei giovani perché “senza memoria non c’è futuro”. Non dobbiamo essere un “paese di sonnambuli”, ma di cittadini che partecipano, cosa vitale per la democrazia.
Don Vito Serritella, Officiale Pontificio Consiglio Vaticano, Docente di Filosofia del dialogo interreligioso, ha fatto un’interessante analisi storica a partire da S. Tommaso. Il pensiero critico cerca la verità, ma spesso non c’è questa capacità critica e nei social sono utilizzati a ciclo continuo dati e informazioni, è l’infocrazia che trasforma l’essere umano in una miniera di dati. Non c’è ricerca della verità. Secondo S. Tommaso il popolo deve obbedire “intelligentemente”. Per Don Sturzo si doveva raggiungere la democrazia dialogico-relazionale.
Per Don Marcello Cozzi, della Pontificia Facoltà Teologica S. Tommaso, l’impegno della Chiesa non è tanto politico, bisogna “starci”. Storicamente è accettata la presenza della Chiesa e l’impegno dei cattolici, che tante volte ha sostituito il welfare. C’è anche chi vorrebbe una chiesa più spiritualista, meno impegnata. Ma non è accettabile una privatizzazione della chiesa chiusa in sacrestia. A volte è accettata se è funzionale al sistema e non dà fastidio. Dà fastidio che si parli di etica, solidarietà sociale, difesa dei posti di lavoro, di un Dio che è per la giustizia. Nessuno deve dirci “in che modo” stare. È la profezia del Vangelo. Quello cristiano è un annuncio inevitabilmente sociale. Perciò occorre uscire e andare nelle periferie, stare col popolo; alla preghiera si congiunga l’azione. “Non possiamo più essere servi muti di un dio muto”.
Infine il Prof. Ernesto Preziosi, Presidente Censes (Centro studi storici e sociali), è intervenuto in videocollegamento per dare il suo contributo con una riflessione sulla attuale democrazia, in crisi: si contrae il corpo elettorale, forse anche perché il popolo non trova realizzate le sue aspettative, maggiormente con le guerre in atto. Questa scadenza elettorale non va sottovalutata, anche se non si vede una vera strategia o proposta. Bisogna incoraggiare i cittadini alla partecipazione, dato che l’elettorato è staccato dalla politica. La strada che abbiamo di fronte è tutta in salita, il patriottismo europeo è tutto da costruire e mancano esponenti politici carismatici. Noi cattolici dobbiamo risvegliare la passione politica per difendere la democrazia, con responsabilità. Così facendo, faremo un servizio al Paese.
Al termine, Francesco Rabotti ha voluto ringraziare tutti, ma proprio tutti, presenti o meno, coloro che in qualunque modo hanno collaborato alla buona riuscita del Festival 2024.
Dopo tante e tante idee, suggestioni, stimoli, informazioni che ci sono stati offerti in questi due giorni, cerchiamo di rielaborarli, da soli o insieme ad altri, per fare ognuno la propria parte e rendere generativa la semina fatta dal XII Festival della Dottrina Sociale della Chiesa, ricco e assolutamente interessante.
Adriana Letta
Le tre sessioni del XII Festival DSC sono visibili su: https://www.diocesisora.it/diocesi/web-tv/